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A Brusson
c'è una miniera d'oro "nativo", tipologia aurifera
quest'ultima molto rara in Italia e della quale l'intero giacimento qui
descritto rappresenta col suo filone (in realtà sono 2) il cantiere
maggiormente sviluppato e al tempo stesso "più ricco" del nostro Paese. La
miniera in questione, a seconda dei periodi storici e relativi testi fu
chiamata con differenti nomi assai simili tra loro, cioè Chamousira,
Ciamusira, Chamoisera, Ciamusera: anche il suo filone principale, Fenilliaz (concessione
inglesi e dava il nome alla miniera
stessa), lo si può trovare denominato Feniliaz, Fenilia e simili. |
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Chamousira
(pron. Ciamusira) : è in questo modo che i locali
chiamano la miniera d'Oro nativo posta poco sopra
a Brusson, mentre per i cercatori d'oro "in generis" è invece nota come
Miniera d'oro di Brusson. Si tratta di un importante giacimento italiano
che per quanto riguarda la sua storia ha assistito dapprima all'interessamento dei soliti "francesi e
inglesi" (soliti perché sono poi gli stessi che a quel tempo
s'interessarono ai distretti auriferi di
Macugnaga,
Val
Toppa etc), poi della famiglia Rivetti,
originaria di Biella, ed infine di alcuni singoli locali (per la
precisione dal sig. Florindo Bitossi, vedine
una
foto); ma le vicende della miniera non finirono lì perché
proseguirono attivamente, sino ad arrivare ai
giorni nostri, per via di una simpatica (?)
"invasione" di cercatori amatoriali
provenienti dalle regioni limitrofe che si è dedicata con passione e per
svariati motivi a ricerche sia in galleria sia tra le macerie esterne del
materiale di discarica. A proposito di questi ultimi
"avventurieri" è stata qui dedicata una scheda a
parte (revival
amatoriale) perché nell'insieme le loro attività hanno costituito,
e costituiscono, un pezzo di storia
piuttosto importante di questo cantiere minerario.
Come
già detto si sta
parlando di una miniera la cui giacitura è costituita
essenzialmente da oro
nativo, cosa tutt'altro che frequente in Italia, ed inoltre dalle dimensioni spesso più che
apprezzabili, anzi, addirittura in taluni casi senz'altro eccezionali (eventi
che di riflesso accaddero occasionalmente anche ad
alcuni"amatoriali" in seguito). Talvolta il metallo in questione è
qui rinvenibile anche associato ad altri minerali
e considerando dunque l'insieme di questi fattori, si tratta di un posto
in cui ognuno può insomma scegliere come divertirsi e destreggiarsi in
quel che più gli si confà. Non bisogna però pensare che qui
la cosa sia più facile che altrove; semplicemente é normale che
una località dalle simili prerogative desti molte speranze e curiosità a
molti cercatori d'oro.
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Se oggigiorno ripenso alle ricerche amatoriali (che, a dirla giusta, il
più delle volte di "amatoriale" avevano ben poco...) sviluppate
da varie persone nei sotterranei della miniera d'oro di Brusson, mi
rendo conto che potrei anche scriverne un piccolo libro e non lo dico
per vanto, ma per il semplice fatto che avendo avuto il modo di conoscere
di persona sia buona parte dei cercatori (spesso dalle
caratteristiche a dir poco eccentriche) che si "dilettarono" nelle
gallerie di Chamousira sia molti degli avvenimenti che nel mentre vi
accaddero (e anch'essi spesso altrettanto bizzarri perché risultanti
dalle gesta delle persone di cui sopra), potrei appunto fare un
resoconto di tutto quanto il contesto e sono certo che ne risulterebbe un
prodotto intrigante e talvolta anche divertente. Forse il solo
motivo per cui non ho mai accennato alle varie imprese (chiamiamole
così) di questi individui e le loro singolari attitudini e
comportamenti spesso assai discutibili, sta nel fatto che le medesime
persone cui mi riferisco non gradirebbero assolutamente una mia simile
iniziativa, quindi ho deciso che non ne parlerò mai. E pensare che per
rendere interessante il racconto non avrei bisogno di
"colorire" proprio nulla: in pratica basterebbe esporre la verità nuda e cruda
di quanto sopra, e vi garantisco che ce ne sarebbe per tutti i gusti,
nel bene e nel male (e come si suol dire ... a buon intenditore poche parole). |
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L'Accesso:
per visitare i suoi sotterranei, una
volta giunti a Brusson bisogna proseguire sino alla fine del paese,
quindi prendere a destra
per il villaggio "La Croix" e poco prima di arrivare a quest'ultimo, non appena oltrepassate un paio
di case isolate sulla propria sinistra, lasciare la macchina nelle
vicinanze ed incamminarsi per la grossa mulattiera che sale dal tornante
appresso alle
abitazioni.
Attenzione perché dopo una cinquantina di metri occorrerà prendere
una traccia assai poco evidente, dapprima appena accennata,
pianeggiante e a destra (ma vedi il
P.S.
a fondo pagina). Questo percorso presto costeggerà,
ancora sulla destra, un prato in discesa per poi entrare, finalmente ben
marcato e riconoscibile, nel bosco, da dove non ci si potrà più
assolutamente sbagliare e si perverrà davanti all' entrata della
"7".
Per
accedere invece alle gallerie poste nella zona più alta ( cioé liv.1, 2, 3, e Speranza n°1 e 2 si proseguirà in macchina, oltre
le case di cui sopra, fino al piazzale di "La Croix", dove
si lascerà la vettura per incamminarsi lungo il sentiero che scorre
sopra al muraglione stesso della strada appena percorsa.
Questo
tracciato si inoltra pressoché pianeggiante nel bosco sommitale per
condurre nei pressi dell'uscita della più alta rimonta che sfocia
proprio sulla zona più elevata del bosco: da lì, proseguendo ora
in discesa sul versante che si affaccia su Brusson, si perviene agli
ingressi delle gallerie superiori sopraccitate e posizionati infatti
sulla parte alta del dirupo. (per un'immagine al proposito vedi
"panoramica Chamousira"). |
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L'ingresso a queste miniere è oggigiorno vietato. Sino ai primi anni
del 2000 la cosa era tollerata, ma ora non più: a testimonianza di ciò
riporto a seguire la parte utile di una richiesta informativa effettuata
dal sig. M. Tagliaferri via e-mail, indirizzata al Comune di
Brusson,
con relativa risposta.
Dom.
"Egregi signori, facciamo parte del Club Svizzero (...) e considerando che per noi è importante essere in
regola con le leggi comunali, la nostra domanda è la seguente:
ci vuole un permesso per lavare l'oro nei torrenti della Val d'Ayas?
Il tutto si svolgerebbe con la semplice Canaletta, Padella, Pala e l'ambiente
verrebbe rispettato.
La seconda domanda riguarda invece la visita delle vecchie miniere:
è possibile soltanto con una guida, impossibile o a proprio rischio
visitabile?
Risp.
In risposta a Vs. e-mail si comunica quanto segue: 1)
Il lavaggio dell’oro non è soggetto ad alcun particolare permesso. 2)
E’ vietato l’ingresso al sito minerario di Chamousira.
Distinti saluti.
IL SINDACO
Giulio Grosjacques
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NOTA
SUL "LAVAGGIO" DELL'ORO" (ovvero del punto 1 sopra
menzionato). Come si può notare da quanto sopra, il
Comune di Brusson di per sé effettivamente non pone vincoli per la pesca
(ricerca) dell'oro nei suoi torrenti locali, ma per correttezza e
completezza informativa voglio ricordare che la Regione, dal canto suo,
dispone invece di leggi che regolamentano tutto il territorio che è di sua
competenza e richiede un'iscrizione (vedine
le pagine). |
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