Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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G. Pipino la biografia

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

Sezioni principali di questo Sito:

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Collaboratori e corrispondenti

   

Pagina dedicata al noto geologo, ricercatore e soprattutto studioso dell'oro in natura, Giuseppe Pipino (foto), che mi ha anche fornito molte informazioni utili per questo mio Sito, e gliene sono grato (z.g.)

 

Riflettendo sul fondamentale ruolo che sta avendo da molti anni la figura dell'ill. dottor Giuseppe Pipino su quel che riguarda gli studi sulla ricerca dell’Oro in Italia (e non solo), mi è sembrato perlomeno doveroso inserire nel Sito una scheda descrivente il suo vasto e dinamico operato. Dinamico perché, parallelamente alle sue importanti riflessioni che non di rado hanno dato contributi fondamentali sulla materia in questione, egli è anche riuscito, nel nostro Paese, a dare sviluppo alla ricerca amatoriale dell’oro (cioè non più per necessità, ma per semplice diletto) organizzando raduni, confronti e gare (vedi approfondimenti a destra) che si perpetuano a tutt'oggi permettendo ai cercatori d'oro di entrare in contatto e conoscersi.

 

LE SUE RICERCHE. Giuseppe Pipino avviò la propria carriera negli anni '70 dedicandosi ai giacimenti primari (quarzo aurifero)  della Val Gorzente, periodo in cui iniziò anche a raccogliere materiale e testimonianze d'ogni tipo che gli sarebbero poi tornati poi utili per la realizzazione e l' allestimento della prima sede del Museo Storico dell'Oro Italiano, istituito appunto da lui stesso (anno 1987) e che ha oggigiorno sede a Predosa (AL), via Lung'Orba n°1. Per informazioni sul Museo riferirsi agli approndimenti qui a destra.

 

Un impianto di arricchimento ideato dal dott. G. Pipino

 

Geologo ed esperto giacimentologo in campo internazionale, dopo aver pianificato gli organismi corporativi legali e logistici necessari, nel 1981 organizzò e diresse accurati lavori di ricerca nel fiume Orba, coprendo con sette permessi di ricerca tutto il basso corso di detto torrente, da Ovada alla Bormida, lavori che consentirono di raccogliere ed analizzare numerosi campioni di sedimento lungo gli spaccati di detto terrazzo alluvionale, confermando così la presenza di una strato continuo e poco profondo con discreta presenza di oro. In tale circostanza furono eseguiti anche alcuni sondaggi nei territori di Bosco Marengo, Casalcermelli e Capriata per prelevare metalli più in profondità ed il materiale in oggetto veniva condotto al Cantiere di Portanova, che era stato preso parzialmente in affitto dalla Noranda Italia (società costituita allo scopo). Lì veniva trattato da specialisti inglesi e canadesi sia con l’ausilio di macchine importate dall’estero sia con attrezzature ideate e realizzate artigianalmente da Pipino stesso. In sostanza, però, pur essendo stati fatti venire da varie parti del mondo i migliori esperti sulla materia e pur considerando che questi ultimi riconobbero una reale potenzialità economica del contesto, le continue difficoltà burocratiche  portarono ad abbandonare l’impresa già l’anno appresso e la Noranda lasciò l'Italia.

Pipino proseguì ugualmente, in proprio, ad analizzare la situazione dell’oro alluvionale italiano e le sue ricerche evidenziarono infatti la presenza dello strato aurifero in tutta la parte superiore della Pianura Padana (vedi mappa), solcata questa da fiumi notoriamente ricchi in oro quali Orco, Dora Baltea, Elvo, Ticino, Adda e Orba. Considerando che in detta porzione d’ Italia vi è la presenza di numerose cave di sabbia, egli mise a punto un semplice apparecchio che consente di separare e recuperare parte dei minerali pesanti dal materiale che viene trattato nelle cave. Detto attrezzo fu montato sperimentalmente in alcune di esse poste lungo i principali fiumi auriferi ed il concentrato che se ne ottenne fu sistematicamente convogliato a Portanova (dove Pipino aveva deciso di proseguire personalmente le attività di ricerca) per esser ulteriormente suddiviso nei vari singoli componenti (oro ecc.). I risultati furono buoni ed egli proseguì quindi ad analizzare materiale proveniente anche da altri fiumi per valutare la possibilità d’installare una serie d’impianti " pilota" di separazione nelle zone risultate più interessanti.

Ma le sue ricerche si spinsero anche ben oltre il classico deposito alluvionale italiano: tra il 1984 e il 1986 scoprì le prime manifestazioni di oro epitermale (oro invisibile) in Toscana meridionale e Lazio e, come consulente dell' AGIP MINIERE, fornì inoltre indicazioni per il ritrovamento di analoghe mineralizzazioni in Sardegna. A livello storico, nel contempo, evidenziò  e segnalò alla Soprintendenza Archeologica del Piemonte la presenza di cumuli di ciottoli (residui di aurifodinae) nell' Ovadese, nel Canavese e nel Vercellese (preziose e indiscutibili testimonianze di ricerche aurifere d'altri tempi). Va anche ricordato che in quest'ultimo periodo di tempo descritto egli era redattore della Rivista Mineralogica Italiana, nonché collaboratore del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino per la compilazione dell'“Inventario Mineralogico Piemontese”. Negli primi anni del nuovo millennio ha collaborato con la pubblicazione "Dictionnaire Enciclopedique des Alpes" (ed. Glenat Grenoble 2006), curando la voce Or (Mine d'): inoltre, oltre ad essersi occupato nel non semplice riordino della biblioteca e dell'archivio del Museo (questi ultimi con indirizzo differente dal museo stesso perché per problemi tecnici si trovano per ora ad Ovada), ha poi approfondito ulteriormente lo studio sulle aurifodine sopra menzionate, precisando al merito nuovi fondamentali dettagli. In seguito, nel 2009 si è dedicato a "preparare" il suo Museo per la partecipazione alla celebre Mostra sull'Oro delle Alpi, quest'ultima allestita in occasione della Borsa di Minerali di Monaco di Baviera (Mineral Tage), che tra l'altro è la più grande  d'Europa.

Ulteriori note biografiche sul dott. Pipino sono nella pagina sui suoi libri.

 

ALTRO. Ce ne sarebbe molto di "altro" da scrivere al proposito e rimanendo ad esempio nei temi utili ai cercatori d'oro amatoriali, concludo questa pagina ricordando la cosiddetta "Pasquetta a Predosa" organizzata ogni anno dalla persona cui è dedicata la pagina: si tratta di un raduno di cercatori (nel giorno di pasquetta, appunto) dove vengono anche mostrate le tecniche per cercare l'oro con la Batea e si può agire personalmente e disporre della consulenza sul posto da parte di Pipino stesso. E' una giornata festosa, in compagnia di molte delle persone che amano dilettarsi a cercar oro: a titolo informativo, ecco il resoconto di un'edizione scorsa.

 

P.s. Purtroppo a partire dal 2010 la "giornata della Pasquetta a Predosa" non è più ufficialmente "sempre" garantita, per cui se non trovate qui o altrove info sulla stagione in corso è possibile che quest'anno l'evento non sussista: potete chiedere ragguagli nella mia  pag. Facebook o in quella dell'Ass. Val d'Orba.

 

 

 

 

 

Approfondimenti di questa pagina

     

 

Pagina facebook dell'Associazione Val d'Orba.

 

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Indicazioni stradali con Google

Puoi collaborare inviando materiale generico o resoconti di esperienze personali: le schede riporteranno il tuo nome  (vedi qualche esempio).

Per la Rete. Oltre alle conseguenze nelle quali spesso s’incorre, tipo intervento da parte di terzi legittimamente interessati (un esempio), copiare o utilizzare contenuti d’altri siti porta quasi sempre a risultati screditanti per il proprio lavoro, soprattutto nel caso il materiale fosse tratto da web ben conosciuti e molto visitati i cui utenti, nel caso appunto ravvisassero (accidentalmente?) il contesto di cui sopra, considererebbero detta scopiazzatura come rivelatore della mancanza di buon gusto oltre che di idee nei confronti del gestore del sito in “odor” di plagio . In ogni caso si tratterebbe di un gesto che, al di la delle apparenze iniziali, non offrirebbe al proprio web alcuno sviluppo positivo per il semplice motivo che non è generato da un’azione costruttiva bensì passiva.  A mio modesto avviso, un sito per risultare interessante deve avere una propria personalità nella scelta dei contenuti e nel modo in cui questi vengono presentati: meglio ancora se caratterizzato da alcune informazioni non  facili da reperire. Altro che copiare da altri siti. Per il cartaceo. Talvolta vengo a sapere che qualcuno ha utilizzato paragrafi del sito nella stesura di qualche suo lavoro su cartaceo (libri ecc.): non mi riferisco certo ai seri scrittori e giornalisti che con una comune richiesta di autorizzazione via e-mail (la concedo sempre, salvo particolarismi) mi appagano anzi di soddisfazione per quanto concerne la mia attività in rete (e ciò mi basterebbe), ma piuttosto alle persone che pubblicano il contesto non solo senza chiedermene per semplice formalità il consenso, ma addirittura senza la buona educazione di citare, nel prodotto finito, il fatto di avere in qualche misura attinto anche dalle mie pagine. Non riporto per esteso le credenziali dei "maldestri autori" dei quali mi sono finora accorto perché ritengo che i loro nomi (e pubblicazioni annesse) non meritino qui di essere "pubblicizzati" in alcun modo, cioè esattamente al contrario e nel rispetto di come invece solitamente mi comporto con tutte le persone che mi contattano in simili circostanze e delle quali in seguito io segnalo appunto con piacere (è nell'interesse informativo del sito) la pubblicazione che li riguarda. Insomma, una questione d'impostazione e correttezza reciproca che tra l'altro può solo agevolare entrambi.