Il Commendator Rivetti, agiatissimo industriale
tessile di Biella, decide di far riprendere le attività alla miniera
d'oro di
Brusson Chamousira (e zone contigue) e, dopo aver preso residenza nel non molto distante paese di
Antagnod, dà il via ad una industria che tra alti e bassi, colpi di
scena e vari e pesanti pettegolezzi locali, durerà comunque tredici
anni e cioè dal 1935 al 1948. Il Rivetti viene giustamente descritto in
Val d'Ayas come persona generosa ed attenta ai problemi sociali : ad
Antagnod, ad esempio, alcune incisioni lo ricordano a proposito di opere di
beneficenza da lui fatte in forma di contributo per la realizzazione di
beni pubblici, primo fra tutti l'altare Della chiesa Parrocchiale,
oramai vecchio e logoro, da Questi tutto rivestito di Oro Zecchino e presso il
quale una piccola e discreta targa riporta infatti la dicitura "donazione
Rivetti". (foto di Antonio Martinelli). |
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| Gli "italiani" dunque si avventurarono nei
meandri già scavati dagli inglesi, tastando qua e là il terreno,
riprendendo talvolta fortunose parti di filone ancora sfruttabili e
lanciandosi però anche, purtroppo, in alcune vicende assai strane,
come l'avanzamento della
galleria 7 che, essendosi questa persa in un
banco calcoscistico, ben poco lasciava sperare . Lo stesso lavoro venne
ripetuto alla galleria n°4 e con lo stesso deludente risultato, ma le
cose andarono però meglio quando i lavori vennero indirizzati ad un
esiguo e vicinissimo filoncello quasi parallelo al principale e che
assumerà un ruolo importantissimo nella storia mineraria locale. Si sta
parlando del filone Speranza, nel quale i Rivetti
realizzarono appunto alcune gallerie che "diedero"
molto oro. |
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