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Ogni volta che penso a Robilant (vedi i suoi saggi) me lo
immagino che "addita" filoncelli lontani ed avvia truppe di
operai in terreni alquanto scomodi per avere alla fin fine risultati
più che deludenti ; ecco, ogni volta che penso a questo mi chiedo per
l' appunto come sia stato possibile che il "Chevalier" non
abbia notato la più che appariscente fascia dei filoni di Brusson.
Questi filoni, ben visibili dal basso ne comprendono uno in particolare,
denominato "Fenilliaz" che
presentava Oro a vista in
superficie, in più posti del suo vasto affioramento ed in quantità considerevoli.
Comunque sia, nel 1897 arrivò in loco
la "Gold Mining Evancon
Company" che, oltre a sfruttare le varie miniere locali era in questo
periodo già impegnata nei giacimenti di Macugnaga,
Alagna, Val Toppa eccetera. Gli inglesi pensarono inizialmente
che alla miniera Fenilliaz (questo è il nome che le diedero, idem dicasi
per il filone interessato) potesse sussistere la stessa situazione
degli "arricchimenti a colonna" che avevano già riscontrato in
altri luoghi e fecero così alcuni esperimenti in merito dai risultati
però negativi e insistettero per i primi due anni a cercare in qualche
modo un nesso, una "chiave logica", una razionale sulla disposizione dell'oro, perché avevano capito che questo filone era il più redditizio
della zona. La chiave logica non arrivò mai e l'Oro continuò a
mostrarsi disseminato apparentemente a caso, con concentrazioni in
taluni casi veramente sbalorditive e che magari si manifestavano dopo 60
o 70 metri di galleria che non aveva dato indizio d'oro. Nel 1911, dopo
aver asportato sistematicamente la quasi totalità del filone Fenilliaz,
la Gold Mining Evancon Company, cessò le attività sia in questa
miniera sia in tutti gli altri cantieri della Val
d'Ayas, interrompendo
così purtroppo alcuni interessantissime ricerche, allora appena
accennate, ad esempio nelle zone limitrofe al filone Fenilliaz. Con la
partenza degli inglesi, le vene quarzifere della Val d' Ayas rimasero indisturbate sino al 1935, anno in cui
subentrarono e iniziarono a dedicarsi nuovamente alla questione
i signori (società) Rivetti. |
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Qui
sopra a titolo di esempio, un documento qualsiasi (1906) degli
"inglesi". In alto invece, la partenza della teleferica
già lì spostata davanti alla
"7":
agli inizi era davanti alla galleria n° 1
che, come suggerisce il nome stesso, fu la prima ad essere avviata
prima di proseguire più o meno contemporaneamente a
"scavare" e sfruttare gli altri livelli. Quando fu
infine ben definita la struttura del giacimento, la teleferica fu
appunto messa presso il piazzale della "7", che strutturalmente é il livello
situato più in basso di tutta la miniera, tra quelli sviluppati realmente,
cioè in misura interessante. Con questo sistema il materiale
veniva fatto scendere, dall'interno, fino alla "6": lì
proseguiva all'esterno (vedi
foto) tramite vagoncini a cremagliera fino al piazzale della
"7" per venir infine caricato sulla teleferica. Per
quanto riguarda invece il presunto sterile, lo si gettava
dall'alto, formando così la
discarica mineraria posta ai piedi del dirupo. |
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