Come si
recupera l’oro dalla sabbia dei fiumi con i piatti?
Il cercatore che si propone di recuperare l’oro dalle sabbie
aurifere usa il classico metodo di estrazione tramandato
dall’antichità che sfrutta la differenza di peso specifico tra l’oro
e gli altri minerali componenti la sabbia. Questo metodo è
denominato “LEVIGAZIONE” e consiste nell’eliminare le componenti con
minore peso specifico “lavando“ la sabbia.
È intuitivo come due elementi con peso specifico diverso si separino
con il più leggero che sale e il più pesante che sprofonda, ad
esempio un sasso nell’acqua. ... facile! Come far scendere le scagliette d’oro nella sabbia?
Per raggiungere questo scopo occorre "fluidificare" la sabbia che è
stata setacciata immergendo il piatto,
batea o altro contenitore in
acqua e, con scosse e rotazioni,
determinare un continuo movimento
della massa di acqua e sabbia facendo in modo che i singoli granelli
siano in continuo movimento uno rispetto all’altro. Quest'operazione
permette alle scagliette d’oro, grazie all’alto peso specifico, di
attraversare lo strato di sabbia e affondare più o meno
verticalmente nel miscuglio sino ad arrivare a depositarsi sul fondo
del contenitore che stiamo usando. Ovviamente il tempo di deposito
dell’oro è in funzione del tipo, intensità e durata degli
scuotimenti, ma principalmente dall’altezza dello strato di sabbia da
attraversare. Fatto questo, l’operazione successiva sarà quella di
far passare un flusso d’acqua sulla superficie del contenitore per
eliminare tutte quelle componenti della sabbia che, avendo un peso
specifico minore, saranno affiorate.
Nei corsi d’acqua la sabbia
deriva dalla erosione delle rocce
preesistenti nel bacino idrografico a monte e la sua composizione
rispecchia quella delle rocce che l'hanno generata ma non nelle
stesse proporzioni, perché una buona parte delle componenti più
leggere, per effetto delle piene e alluvioni sono state trascinate
dall’acqua molto più a valle. Il peso della sabbia asciutta è di
circa Kg. 1,5 per decimetro cubo, se bagnata aumenta a Kg. 2,0 e i
minerali più comuni che possiamo trovare sono:
quarzo e feldspati in
sabbie chiare, magnetite e granati in sabbie scure. Lavando la
sabbia raccolta in una zona aurifera elimineremo via via le
componenti di minor peso specifico concentrando sempre più le
componenti pesanti: granato, ilmenite, magnetite, piombi e …. ORO.
Gli attrezzi per recuperare l’oro dalla sabbia dei
fiumi
Cercare oro comporta due attività: la prima è la fase di ricerca
della zona aurifera e, una volta individuata, la seconda fase è
quella del raccolto. Nella prima si usano essenzialmente attrezzi di
poco peso e ingombro, pratici da portare e da usare e questi li
classifichiamo genericamente come piatti. Nella seconda fase ci
possiamo trovare di fronte a situazioni ambientali diverse. Se
abbiamo la fortunata di trovarci in presenza di un corso d’acqua che
abbia pendenza e acqua sufficienti, possiamo usare per lavare la
sabbia raccolta e recuperare l’oro gli attrezzi che comunemente
chiamiamo canalette o sluice che al meglio sfruttano il fenomeno
della levigazione ma, se queste condizioni non sono presenti, c’è da
ricordare che la legislazione sulla ricerca dei minerali in Italia
esclude la possibilità di poter usare mezzi meccanici e/o pompe
motore per alimentare le canalette e quindi, l’unica possibile
alternativa rimane quella di lavorare manualmente con i piatti.
Altra
importante differenza nell’usare il piatto o la canaletta è che con
il primo, piatto dopo piatto, si ha la immediata verifica sul
contenuto aurifero nel materiale che si sta lavando.
C’è ...
non c’è ... quanto ce n’è?
Con la canaletta la risposta si ha solo a fine lavoro.
Per
questo i piatti diventano quasi indispensabili in due situazioni:
1) quando si fa ricerca e, al fine di individuare e valutare la zona
di maggior concentrazione, si fanno prove in punti diversi.
2) quando, come ad esempio
sui torrenti, la quantità di materiale
(sabbia) che si riesce a recuperare con lo scavo è di modesta
quantità e/o nella giornata ci si deve spostare spesso.
*Un consiglio generale: per
far buoni raccolti non è sufficiente avere attrezzature bellissime
ed essere in una zona aurifera, primariamente occorre saper dove e
come scavare, come raccogliere il materiale e come scegliere le
giuste attrezzature con la capacità di saperle usare conoscendone
pregi e limiti di utilizzo.
Piatti
Li
definiamo con il termine “piatti” perché generalmente si usano
contenitori di varia forma assimilabili alla forma dei piatti. In
generale si può dire che molti tipi di contenitori potrebbero
essere utilizzati per lavare la sabbia e arrivare a raccogliere oro:
un secchio, catini, un sottovaso, padelle varie, ecc.
Culture diverse hanno elaborato forme particolari
adattando gli strumenti alle diverse situazioni territoriali;
attrezzi
costruiti principalmente in legno, il materiale più facilmente
reperibile.
I più comuni da vedere hanno forma tonda ma esistono eccezioni in
strumenti come la ciurka russa (1), la tavola concava giapponese (2)
e uno strumento usato dai vecchi cercatori d’oro del Ticino oleggese,
la "trula"(3) , una sorta di badile piatto con le spondine alte che
veniva usato per saggiare la concentrazione d’oro sulle
punte prima
di iniziare i lavori di concentrazione con l'asse (termine
quest'ultimo con cui veniva chiamata la canaletta) e usata poi per
la pulizia finale del prodotto.
C’è da dire che la fantasia umana non ha limiti. La disponibilità di
plastica, metalli, materiali vari ha moltiplicato la possibilità di
variare forme e dimensioni: tondi, esagonali, ovoidali e altri di
varia forma e, visti in sezione, se ne distinguono di tronco conici,
a parabola con raggio più o meno aperto e con superfici che variano
dal liscio a scalinature e/o incisioni.
La forma più frequentemente adottata è comunque la tonda, forma che,
con opportune manovre, permette di eliminare le componenti leggere
contenute nel materiale che si sta trattando sull’ampiezza dei 360°
dell’angolo giro e all’oro di concentrarsi sul fondo e al centro del
piatto.
Visti in sezione la maggior parte di questi piatti ha una forma tronco
conica e quel che maggiormente li differenzia è la profondità. Quale
tra questi attrezzi è il migliore?
Agli inizi della mia “carriera” da cercatore d’oro uno dei primi
insegnamenti che ho avuto è stato ... "non esiste l'attrezzo migliore
ma solo quello che meglio si adatta alle particolari situazioni in
cui ti trovi a lavorare, quello che si adatta alle tue esigenze, che
meglio sai usare e che alla fine ti dà maggiori soddisfazioni!".
Colore: sul mercato si trovano piatti di colori diversi e la scelta
è molto personale, in parte legata al tipo di uso che del piatto si
farà e dalla qualità delle componenti pesanti della sabbia che
abbiamo trattato. Quando il piatto viene usato nella fase iniziale
del lavaggio della sabbia, il colore ha poca importanza mentre,
quando il piatto viene usato nella fase finale per il recupero delle scagliette
d’oro, è importante che il colore del piatto possa fare ben
contrastare e distinguere i colori delle diverse componenti del
concentrato, componenti che sono tendenti al rosso-bruno-arancio
dove abbondano i granati, al grigio-nero riguardo le consuete e
abbondanti magnetite e ilmenite e ovviamente al giallo per
l’oro o i pochi minerali "ingannevoli".
Personalmente uso in fase di lavaggio iniziale attrezzi di colore
nero (se c’è giallo si vede più facilmente), in fase di pulizia
finale attrezzi di colore verde che ben evidenzia i granati, la
magnetite e l’oro.