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Un'approfondita descrizione di Giuseppe Rizzi sulle batee concentriche
o piatti concentratori, cioè quel tipo di "batee" per oro che non hanno
i fianchi incassati come di consueto, ma decisamente appiattiti e
interessati da striature circolari (o "pseudo" circolari) . In queste 5
pag. viene anche
spiegato come costruirsele |
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Cercando oro sul fiume capita di
vedere punti di arricchimento dove non c’è
modo di sistemare canalette o tappetini e l’unica possibilità
resta allora quella di lavorare con la batea. La classica batea
"tronco-conica", ottima per la ricerca, in fase di raccolto e produzione
si trasforma però in un attrezzo "spacca schiena".
E' per
questo che dal 2004, ispirato dall’amico Uber, iniziai a costruirmi
dei piatti che rendessero più veloce il lavoro di sgrossatura e
concentrazione della sabbia. Uno dei primi cercatori che me l’ha
visto usare sul fiume, ha commentato che quel piatto era come una ...
"canaletta circolare". Mi è piaciuta quella definizione e l'ho
fatta mia: dopotutto in molti paesi, lungo il Ticino, i cercatori d’oro
chiamano la canaletta anche "asse" o "scaletta" e,
di fatto, il fondo dei piatti che qui descrivo si presenta
strutturalmente come una "scaletta in
discesa" perché
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anche
qui le scagliette d’oro scendono gradino dopo gradino,
sino ad arrivare sul fondo, in questo caso trattenute infine nel piattello centrale.
Usare
questo piatto durante la giornata di ricerca sul fiume è cosa
assolutamente fattibile: una volta "fatta la mano ... e la
schiena", si può concentrare un secchio di sabbia in non più di 5
– 6 minuti, poi ... ci si può rialzare, così, alternando il
lavoro di lavaggio con la fase di preparazione della sabbia, si riesce a
non sovraccaricare eccessivamente la zona lombare.
Il tempo
di lavaggio di un secchio con questo tipo di piatti non è superiore a
quello che richiede una canaletta e in una giornata, mediamente, si
possono lavare da 20 a 40 secchi di sabbia. |
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Come
si separa e si recupera l’oro dalla sabbia? |
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Il
cercatore si propone di recuperare l’oro dalle altre componenti della
sabbia e per fare questo sfrutta la differenza di peso specifico tra l’oro
e gli altri minerali. È intuitivo che due elementi con peso specifico
diverso si separano e di conseguenza il più leggero sale, mentre il più pesante
sprofonda; un esempio classico ci è dato dall'olio che galleggia
sull'acqua. Due liquidi … facile! Ma l’oro
nella sabbia? Come possiamo farlo scendere ?
Per
raggiungere questo scopo (scagliette a fondo), occorre
"fluidificare" la sabbia che è stata setacciata immergendo il
piatto, batea o altro contenitore in acqua e, con scosse e rotazioni,
determinare un continuo movimento della massa di acqua e di sabbia
facendo sì che i singoli granelli siano in continuo movimento l’uno
rispetto all’altro. Questa operazione permette alle scagliette d’oro,
grazie all’alto peso specifico, di penetrare lo strato di sabbia e
affondare nel miscuglio sino all’estremo limite della superficie del
contenitore che abbiamo usato, e questo si realizzerà tanto più
velocemente quanto minore sarà lo spessore di sabbia da attraversare.
Fatto questo, l’operazione successiva sarà quella di far passare un
flusso d’acqua sulla superficie del contenitore per eliminare quello
che rimane sopra e cioè tutte quelle componenti della sabbia che avendo
un peso specifico minore saranno affiorate. |
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Perché
usare il piatto concentratore e come usarlo? |
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Principalmente
per la sua forma e dimensioni. Per la sua profondità, che è di circa
40-45
millimetri contro gli 80-90 millimetri della batea tronco conica e per
la sua larghezza di 50 centimetri contro i 36 della tronco conica. Nel
piatto concentratore la sabbia deve venir versata al centro del piatto
in non eccessiva quantità, formando un cono capovolto (schizzo 1)
e deve rimanere
ad almeno 8 – 10 cm dal bordo. Immerso il piatto in acqua i primi
movimenti decisi di rotazione e scuotimenti ortogonali faranno sì che
il monticello di sabbia si allargherà "sedendosi" (schizzo
2) e tutte le
scagliette eventualmente contenute nel miscuglio scenderanno sino a
depositarsi sulla superficie interna del piatto; detta superficie si presenta
strutturalmente come un.... inferno di
gironi (ricordando
Dante)
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Schizzo
1. |
Schizzo
2.
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concentrici e le
scagliette, trascinate dal continuo movimento
della sabbia scenderanno sino all’ultimo "girone" nel
piattello centrale.
Al fine
di rendere più veloce l’operazione di "fluidificazione"
della sabbia versata sul piatto è consigliabile setacciare il materiale
con una maglia da un centimetro. Sassi troppo grossi o particolarmente
appiattiti possono risultare difficili da far uscire con le semplici
rotazioni, mentre il ghiaietto tondeggiante di un centimetro aiuta a
smuovere il materiale facilitando la penetrazione verso il fondo delle
scagliette d’oro.
A questo
punto occorrerà eliminare quanto è rimasto in superficie e per questa
operazione di lavaggio è necessario, tenendo il piatto di poco immerso
in acqua, farlo ruotare con un movimento circolare di braccia lento e
ampio (disegni e foto in alto). Il flusso d’acqua che si
creerà in superficie darà un effetto che ha l’aspetto visivo di una
spirale rotante che con la coda trascina fuori dal piatto e scarica
quello che non interessa al cercatore, cioè le componenti leggere del
miscuglio di sabbia. In questa attenta operazione di lavaggio- scarico le mani
"accompagnano" il piatto nella rotazione, trattenendolo solo
nella sella della prima falange delle dita, con un movimento fluido e
armonico. I movimenti sopra descritti andranno più volte ripetuti,
alternando 2-3 decisi movimenti a destra e a sinistra, 2-3 decisi
movimenti in avanti e all’indietro, 3-4 ampie rotazioni del piatto per
scaricare sino a quando nel piatto sarà rimasta una quantità di sabbia
che copre il 1°- 2° anello dal centro, e si potrà allora versare altra
sabbia sul piatto e così di seguito sino allo svuotamento del secchio.
Quando anche l’ultima sabbia del secchio sarà lavata si arriverà ad
avere una rimanenza di materiali pesanti che riempiono il piattello
centrale. Io, a questo punto verso questa quantità di concentrato in un
contenitore dove andrò ad aggiungere via via i concentrati ottenuti da
tutti i secchi lavati. A fine giornata la somma delle quantità di
concentrato prodotta può variare da 1 a 6 decimetri cubici di
materiale. Normalmente il concentrato ricavato non lo pulisco sul fiume
ma, successivamente e con calma, a casa lo passo o con la batea tronco
conica o su una minicanaletta che ho costruito e che lavora con una
pompetta elettrica.
IL
Senso
di rotazione: io muovo le braccia facendo girare il piatto in
senso orario ma, da quanto ho visto in occasione delle gare,
in effetti la
maggioranza dei cercatori lo gira in senso antiorario. Non so quale delle
due soluzioni sia la migliore (ammesso che ci sia): credo che dopo le prime prove con questo
tipo di piatto ognuno sceglierà il modo che gli è più naturale.
Giuseppe Rizzi
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NOTA: questo argomento è
stato in seguito
aggiornato e sviluppato con nuove informazioni e molte immagini che
mostrano come usare il piatto concentratore. |
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Approfondimenti di questa pagina
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