| |
Cercare oro: come iniziare, imparare ed orientarsi nei
diversi tipi di depositi auriferi presenti in Italia.
|
Quando ci si affaccia per la prima volta a questo
hobby la prima cosa da fare consiste ovviamente nell'appurare se il luogo in cui
abitiamo sia territorialmente aurifero o meno; in caso affermativo sarà
dunque bene definire con chiarezza di quale "tipo" d'oro si tratti per poter quindi agire con gli adeguati metodi.
|
|
1)
Per quanto riguarda i vari distretti minerari, non "necessariamente"
bisogna addentrarsi all'interno delle miniere: le ricerche si possono
svolgere anche agli esterni delle medesime. Nell'eventualità ci trovassimo in
un territorio caratterizzato
da miniere d'oro, occorrerà fare una prima fondamentale analisi, cioè
capire (informandosi) se ci sia oro nativo o invece si
tratti di solfuri auriferi; questa distinzione determinerà in misura
totale i metodi di ricerca e le
conseguenti possibilità di ritrovamenti. |
|
|
Nel caso del metallo allo
stato nativo (assai raro in Italia) potremo dedicare le nostre
attenzioni sia ai corrispettivi cantieri sotterranei, sia ad
eventuali filoni quarziferi che affiorano all'aperto sui fianchi
delle montagne circostanti. Questa ricerca, quando in miniera non va
certamente presa "a cuor leggero" perché si tratta di un'attività né
comoda né agevole, anzi quasi sempre ci si trova al freddo ed in
ambiente umido, però va detto che i possibili ritrovamenti che ne
possono conseguire sono a mio avviso direttamente proporzionali ai
"sacrifici" di cui sopra, quindi molto gratificanti, anche perché
come già accennato si tratta di una tipologia di oro (esteticamente
sicuramente la più bella) tutt'altro che frequente nel nostro paese.
Volendo descrivere le modalità principali nelle quali ci si può
adoperare per questo tipo di ricerca (cioè Oro Nativo) e partendo
dalla più faticosa per arrivare infine a quella più comoda, si
potrebbe sintetizzare il tutto nei seguenti quattro punti: |
A.
In miniera. Armati di mazzetta e punteruolo
ci si darà daffare agendo nel filone già oggetto d'interesse al tempo
degli antichi lavori industriali, sperando che con un po' di fortuna vengano ala
luce nuove tracce d'oro più o meno consistenti. Metodi e criteri di
scelta dei punti esatti nei quali agire variano di giacimento in giacimento
perché quasi sempre ogni filone si presenta con caratteristiche proprie, nel
senso ad esempio che in taluni posti all'oro fanno ben volentieri compagnia, sul
quarzo, altri minerali quali possono essere la Blenda, la Tetraedrite ecc, mentre in altri
anditi questa prerogativa non sussiste ed in cambio ne vale
qualcun'altra (simpatia con altri minerali rispetto a quelli citati
sopra, oppure sua predisposizione
per risultare sempre nei pressi della roccia di contatto anziché porsi
nel "cuore" del filone ecc.). Nell'insieme occorre insomma
cercare di capire le caratteristiche mineralogiche peculiari di dove si agisce, ed è
per questo che già in altre mie pagine ho scherzosamente (ma al
tempo stesso assai seriamente) messo per inciso che l'oro "per imparare
a cercarlo, bisogna prima trovarlo": infatti solamente a
risultati positivi ottenuti si potrà finalmente cercare di ragionare
confrontando il contesto con altri posti nei quali invece non se ne ha
trovato e trarre quindi opportune deduzioni costruttive. Si tenga comunque presente
che nei tratti di galleria dove al tempo dei lavori fu trovato oro
in misura apprezzabile, in linea di massima detti anditi (definiti
di
arricchimento) ci si presentano oggi particolarmente spaziosi
(scavati) come naturale conseguenza dell'insistenza applicatavi dai
minatori comprensibilmente intenzionati a verificare se ve ne fosse
dell'altro. In questi precisi punti, volendo e quando possibile,
merita anche provare a raccogliere un po' di terriccio sulla
pavimentazione e portarselo "a casa" per lavarlo dove si
preferisce perché questo lavoro un po' ingrato
potrebbe dare piacevoli sorprese: personalmente mi è anzi capitato
più volte di organizzarmi portandomi una certa quantità d'acqua
sino al posto interno prescelto ed agire direttamente in loco, le
prime volte con la sola batea, ma in seguito con tanto di apposita
canaletta "modificata" e pompa a motore per il riciclo
dell'acqua (prima o poi ne metterò una foto nel sito).
B.
Filoni di quarzo all'aperto. Trovandosi in un contesto mineralogico come
quello di cui sopra (cioè caratterizzato da una giacitura d'oro nativo)
non è però indispensabile (anche se giustamente
invitante perché in questo modo ci si trova già indirizzati a luoghi
che furono a loro tempo "lavorati" proprio perché riconosciuti "buoni") agire in
sotterraneo: si possono benissimo cercare all'aperto affioramenti di
questi ed altri filoni da scrutare e sui quali ugualmente intervenire. Il vantaggio
principale di
questo secondo tipo di ricerca appare subito evidente: non più
oscuri e bagnaticci meandri nei quali freddolosamente avventurarsi,
bensì la prospettiva di una sana giornata all'aperto. Pur
considerando che anche in questa situazione ci si comporterà coi filoni
individuati alla medesima maniera di cui sopra, c'è qui però da
dire che se in galleria alcuni dei sopraddetti indizi possono per
così dire "aiutare la fortuna", all'aperto invece è
ancora un po' tutto da scoprire, per cui in questo caso a mio avviso occorre
disporre dell'indole vera e propria del cercatore, cioè essere
disposti al rischio (rischio, non certezza) di trascorrere anche
diverse giornate senza individuare la pur minima traccia di
oro.
C.
Oro nei torrenti di montagna. Se è vero che risalendo le vallate
montane non si può più disporre di oro alluvionale per i motivi
già spiegati in opportuna sede, in cambio è però altrettanto vero
che si può sperare di trovare oro proveniente direttamente da
Giacimenti Primari posti geograficamente poco al di sopra dei
torrenti al merito. In pratica, utilizzando questo concetto gli
studiosi dei tempi di Robilant (e prima ancora) cercavano il nobile
metallo nei fiumi delle varie valli alpine e, quando lo
individuavano, continuavano a risalire il corso d'acqua, lavando
sino al punto in cui cessavano i ritrovamenti, cosa quest'ultima che
indicava ineluttabilmente la vicina (o meglio, appena passata)
presenza del giacimento aurifero che durante i travagli delle Ere
geologiche aveva rilasciato le pagliuzze poi raccolte e conservate
dal torrente.
Per quel quel che riguarda noi oggigiorno, si
tratta in questo caso di fare il lavoro "all'inverso": noi
sappiamo dov'è il filone, per cui nel corso d'acqua cercheremo
immediatamente a valle di esso. I metodi da usarsi a tal proposito sono
descritti in un'altra
pagina.
D.
Discariche minerarie. Queste sono sempre state, per molti, il vero
punto di partenza non solo per quanto riguarda il materiale
aurifero, ma anche per gli appassionati di minerali in generis, ed
il motivo è sicuramente fondato e razionale, perché detti ammassi
di pietrame non sono altro che materiale immediatamente scartato
perché ritenuto (nell'insieme) sterile. Nel nostro caso, armandosi di
una semplice zappetta o qualcosa di simile, si può trascorrere una
bella giornata al sole osservando attentamente sasso per sasso con
l'intento di trovarsene in mano uno punteggiato d'oro. Nel Sito c'è
una scheda al riguardo.
| Sempre a proposito di miniere, ma con una mineralizzazione
costituita da
solfuri auriferi, tutto quel che possiamo fare al merito consiste
nel cercare di localizzare (se possibile anche tramite documenti
minerari ecc.) i principali punti di arricchimento dei
sotterranei che vennero riconosciuti e nei quali di conseguenza ci
si adoperò maggiormente al tempo dei lavori; questo per intervenire
noi oggigiorno utilizzando quella modalità già sopradescritta a
proposito del lavare il terriccio dei presunti posti particolarmente
validi di una miniera. In sostanza, in detti posti e per diversi
motivi parte di quell'oro
si è separato, nel tempo, dai solfuri
(pirite e arsenopirite) che lo "imprigionavano" e si
è per buona parte depositato sulla pavimentazione
della galleria, allo stato puro. Il
risultato che è possibile ottenere praticando detto sistema lo
vedete ad esempio in questa
immagine (d'altra pagina): abbondante prezioso metallo sottoforma però di minutaglia, perché è in
questo modo che si presenta l'oro
quand'è all'interno dei solfuri. |
|
|
2) Se ci troviamo invece
nell'ambito territoriale del noto "Deposito di Oro Alluvionale Italiano"
il discorso cambia totalmente perché le ricerche saranno
indirizzate esclusivamente ai fiumi ed alle loro sabbie contenenti
tale peculiarità di oro, impegnandosi sulle loro rive con tanto di
pala, canaletta, setaccio e batea, che costituiscono l'attrezzatura
tipica da usarsi in queste occasioni. |
Oro della
Dora, foto
Sergio |
Questa
tipologia di ricerca, come è facile immaginare, è di gran lunga meno
gravosa e più rilassante di quella in miniera, non solo perché si
sviluppa all'aperto, ma soprattutto per via del fatto che i possibili
ritrovamenti di quel che si cerca sono molto più probabili e frequenti:
diciamo pure che una volta individuato un tratto valido del fiume, sarà
ben difficile tornare a casa a mani vuote perché al lato pratico il
problema di trovarlo non sussisterà probabilmente più, ma si tratterà
piuttosto di verificare quanto sarà possibile trovarne o meno. Si
consideri che in questo caso, escludendo rare eccezioni, si tratta
sempre di sottilissime e piatte "scheggette" che, pur appagando sin da
subito la vista, in realtà singolarmente pesano pochissimo, da cui
consegue che per ottenerne ad es. un grammo occorre spesso una buona
(redditizia)
giornata di lavoro, ma come ho già detto si tratta a mio avviso di una
piacevole e divertente attività, meglio ancora se spartita con un amico
in una bell giorno di sole. Nel sito ci sono varie pagine che
illustrano come comportarsi al
merito, nonché la descrizione di alcune
delle punte classiche riconosciute orami valide " dai più" e nel tempo,
cosa che però non impedisce certo di andare a
sperimentare
personalmente altri luoghi, anzi lo suggerisco vivamente per almeno tre
motivi: il primo perché le località da me suggerite sono solo una
sorta di "campionatura", insomma una piccolissima parte tra le tante
riconosciute ugualmente valide. Il secondo motivo è invece costituito dal
fatto che su queste argomentazioni non si può mai dare nulla per
scontato perché ogni anno punte anche famose possono
essere valide o meno a seconda del comportamento delle piene primaverili
che vi hanno interagito in quella singola stagione. Infine (terzo motivo
proposto) l'innegabile possibilità di scoprire "punte"
personali che sono sconosciute "ai più" e che potreste quindi
sfruttare in santa
pace senza timore che altri v'intervengano; in quest'ultimo caso, oltre
al piacere dei ritrovamenti ne risulterebbe, a mio avviso, più
gratificata anche la vostra stessa indole di vero cercatore.
Infine, a proposito dell'oro alluvionale, ricordo ancora una volta che
in questo Sito c'è una
mappa che ne indica la sua disposizione in Italia: al di fuori dello
spazio territoriale lì segnalato (vedine la punteggiatura),
detta tipologia di oro non c'è, quindi se si vuole cercarlo in corsi
d'acqua non compresi da quell'area si può solamente fare riferimento al
punto C
di questa stessa pagina, che in certe zone "è una ricca
forma di ripiego", perché ad es.
nell'ovadese
o nelle Valli
di Lanzo i fiumi, anche per altri motivi, hanno ugualmente oro (e in
abbondanza).
|
| |
Approfondimenti di questa pagina
|
|