Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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Valli Lanzo e Canavese

 

 

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L'antefatto: in seguito ad una semplice e-mail ricevuta per richiesta di ragguagli da parte della Società Storica delle Valli di Lanzo a proposito di miniere situate nel medesimo distretto, sono emerse alcune informazioni al merito che mi hanno così dato lo spunto per iniziare ad esporre nel Sito anche qualcosa su quest'area piemontese. Si tratta per il momento di poche ma valide notizie ottenute sia tramite la stessa Società di cui sopra e che ringrazio qui personalmente, sia grazie ad un tempestivo e competente intervento da parte del dot. Giuseppe Pipino, i cui aiuti informativi a questa mia attività in rete si possono individuare ed apprezzare anche in varie altre schede.

 

1. Laghi d'Unghiasse. Per quanto concerne le miniere che un tempo sussistevano nelle valli di Lanzo e che contribuirono al loro sviluppo, sulle montagne circostanti vi sono ancora numerose testimonianze fisiche (imbocchi di scavi) e orali (racconti tramandati di generazione in generazione); il contesto è inoltre dimostrato in numerosi documenti, dal trecento in poi, sia presso l'Archivio di Stato sia nell'Archivio Comunale di Groscavallo, e tra questi saltano sicuramente all'occhio (se non altro per singolarità) le attenzioni che vennero rivolte ai laghi d'Unghiasse, sopra Cantoira - Chialamberto, luogo in cui taluni prospettarono nel tempo anche l'idea di scavare una miniera d'oro.

Nei manoscritti di Clemente Rovere (Piemonte delineato e descritto, 1850 circa.), che si trovano presso la Deputazione Subalpina di Storia patria e contengono più di 4000 disegni oltre a varie notizie e leggende che il suo autore raccoglieva dagli stessi abitanti dei luoghi in questione, si legge infatti che alcuni montanari avevano parlato addirittura di un progetto per prosciugare uno dei laghi al fine di ricercare nel suo alveo questo presunto deposito d'oro, ma che poi spese e difficoltà per la realizzazione avevano fatto infine abbandonare l'idea. 

 

2. Lunelle presso Traves, Anche in tale località meriterebbero approfondimenti "più aggiornati", perché c'è lì un sito minerario detto "la miniera dell'oro".

 

3. Miniere di Rambasa. Da questo giacimento si estraeva "aciajo e argento", minerale che serviva a realizzare palle da canone per l'artiglieria: di queste miniere esistono moltissimi documenti, ma l'oro non vi viene mai menzionato. Da notare, per gli interessati a visite sul posto, che insieme al CAI di Lanzo la Società Storica già sopra citata ha mappato e ripristinato con segnaletica l'antico sentiero indirizzato a queste miniere situate sopra Forno Alpi Graie.

 
4. Musei minerari. C'è ad es. quello della Brunetta, il quale riguarda l'omonima miniera (talco) adibita appunto oggigiorno a visite turistiche e culturali. 
 

5. Miniera di Fragnè. E' reperibile ancora tutta la mappatura di questo giacimento che era veramente grande. Nell'ottocento si portava il suo vetriolo ad Avigliana per la fabbrica della dinamite. Detta miniera è' rimasta in funzione fino agli anni 1960 circa.

 

6.NOTE AGGIUNTE

Il giacimento di Chialamberto (Fragné) si dimostrato alquanto esteso ed è stato coltivato, in diversi periodi, per rame e  pirite: è costituito da ammassi lenticolari, contorti e ripiegati, di pirite massiva in cloritoscisti che, nel complesso, formano due estesi corpi paralleli posti alle estremità di una lente prasinitica spessa circa 25 metri e che è concordante sia con la scistosità di questa

DAL DOTT. PIPINO

sia con il corpo di anfiboliti che la contiene;  le sue lenti

maggiori possono raggiungere lo spessore di 4,5 metri, la lunghezza di circa 80 metri con larghezza di 10, per uno sviluppo totale di circa 700 metri per 200, delimitato da faglie verticali con sviluppo di talcoscisto. La mineralizzazione è costituita prevalentemente da pirite “granoblastica” poco cuprifera, a cui si associano calcopirite, blenda, bornite, enargite, tetraedrite, pirrotina, molibdenite, galena, valleriite, magnetite, rutilo, titanite, ilmenite, covellina. Inoltre i corpi mineralizzati e le rocce inglobanti sono interessate da numerose seppur limitate vene "quarzoso-feldspatiche" mineralizzate a calcopirite e blenda (ZUCCATO 1970): l’Autore non rileva la presenza dell’oro che pure, date le caratteristiche della mineralizzazione in loco, è di certo presente in tracce e potrebbe quindi giustificare la "segnalazione" avvenuta (anno 1823) dell' aver individuato il metallo nelle sabbie del Lago dell’Anghiassa (a questo proposito infatti Nicola Mangiardi disse che c’è una miniera d’oro coperta dal lago d’Anghiassa (oggi Unghiasse)  e consiglia di abbassare il lago per trovarla, ma l’ing. delle miniere esprime parere negativo, anche perché analisi delle sabbie del lago effettuate per l'occasione non avevano dato riscontri positivi (da informazioni reperibili presso l'Archivio di Stato di Torino - sez. Corte - Materie Economiche - Miniere - Mazzi da ordinare).

Nello stesso periodo (metà Ottocento) veniva messo in evidenza il giacimento cuprifero di Chialamberto, per il quale erano stati chiesti permessi di ricerca per minerali vari, compreso l'oro, nelle località Gorgie e Cornello.  Ricerche generiche, sempre per minerali vari e oro compreso, furono successivamente  eseguite nelle località Torrione di Groscavallo, La Neira e Casa dei Ru di Mezzenile, Le Piane, Case Perchiato, La Battaja,  Alpe Ciamoretto e Alpi Vannone di Balme.

 

 

Per le miniere NON d'oro c'è un piccolo indice.

 

 

 

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