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Le discariche minerarie

 

 

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Le discariche minerarie costituiscono spesso luogo di rilevante importanza per i cercatori d'oro amatoriali: penso anzi di poter affermare che si tratti di uno dei tre posti di ricerca per cosi dire d'ordine "primario", insieme cioè sia alla ricerca dell'oro in miniera sia alla dedizione dell'oro alluvionale nei fiumi. Nella foto a seguire il punto 1 localizza la discarica della miniera di Ciamousira (Brusson, Ao), il punto 2 la miniera stessa, che ad esser precisi sviluppa diagonalmente il proprio cantiere sin quasi al punto 3, il quale ultimo definisce la posizione dei cosiddetti Filoni Innominati. Il punto 4 infine, riguarda i lavori alti di Gaebianche. Cliccando sui numeri della foto si apre la pagina al riguardo. PS. Adottai per diverso tempo un "mio" particolare metodo per cercare tra le macerie di questa località, tecnica tra l'altro applicabile anche per minerali e discariche d'altro genere.

IL VERSANTE CON LE MINIERE DI CIAMOUSIRA

Frequentai per diversi anni detti ammassi di macerie che raccoglievano il presunto "sterile" estratto dalla miniere e conobbi in loco anche molte persone che si dilettavano allo stesso "svago", per cui credo di essermi fatto un'idea abbastanza equilibrata sulle possibilità che possa offrire questa tipologia di attività.

 

LE CONDIZIONI PER TROVARE ORO: E' necessario che il materiale della discarica in questione provenga da una miniera d' Oro nativo e non di Pirite aurifera perché in quest' ultimo caso le probabilità diminuirebbero drasticamente (parlando di oro su matrice). Solitamente si opera in una chiazza di circa un metro quadro, sedendosi ed iniziando a guardare e gettare le pietre di superficie, quindi si approfondisce lo scavo orizzontalmente in direzione del colmo della discarica (non verticalmente) formando così piano piano un fronte dal quale si estrarranno manualmente e con molta attenzione, tutte le pietre con quarzo, guardandole una ad una in tutti i loro lati. Raramente il fronte potrà infine raggiungere il metro di altezza perché ogni tanto franerà, il ché non è un male perché bisogna considerare che comunque lo strato minerario di solito non corrisponde assolutamente allo spessore apparente della discarica, nel senso che prima della formazione della stessa è probabile che esistesse già una morena naturale. Se inoltre vicinissimo al punto prescelto fosse presente un pur minimo corso d'acqua ci sarebbe quindi anche la possibilità di lavare il terreno frammisto alle pietre: si potrebbe anzi decidere di alternare la ricerca su matrice col lavoro alla Canaletta e Batea per verificare quale dei due sia più soddisfacente o stimolante. Nella foto in testa alla pagina è ad esempio riportata la "generosa" (almeno, così era una volta) discarica di Chamousira, che rappresenta benissimo la situazione ottimale di cui sopra: oro nativo (proveniente dalla miniera contrassegnata col punto 2 e sua zona più a destra) da "provare a stanare" con un semplice zappino e, ai suoi piedi, un piccolo torrentello per poter lavare il "fino".

Una caratteristica: l'oro su matrice che si trova nelle discariche, al contatto con le dita solitamente non punge come quello appena staccato dal filone, ma risulta un pochino schiacciato per via dei colpi presi durante le sue cadute dall'alto, colpi che gli fanno assorbire anche micro-inclusioni di altri minerali che lo rendono infine leggermente più opaco rispetto alla sua condizione naturale. Di questo non bisogna però farsene assolutamente un cruccio, perché il colore dell'oro, anche quando lo si trova ancora incorporato nel filone stesso, può ugualmente variare parecchio da un posto all'altro, anche nell'ambito della stessa galleria.

I vantaggi: I privilegi che può offrire una giornata all'aperto rispetto ad ore trascorse invece nel freddo buio di una galleria sono ovvi e indiscutibili. Per quel che mi riguarda, alternavo volentieri una cosa all'altra, ma sicuramente i ricordi più belli e spensierati me li ha lasciati la buona compagnia di un amico (ciao, Ugo) ed il sole caldo sulle spalle abbronzate: in miniera era invece solo lavoro, puro e semplice lavoro contraccambiato (non sempre) da quel che si cercava.  

 

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Per la Rete. Oltre alle conseguenze nelle quali spesso s’incorre, tipo intervento da parte di terzi legittimamente interessati (un esempio), copiare o utilizzare contenuti d’altri siti porta quasi sempre a risultati screditanti per il proprio lavoro, soprattutto nel caso il materiale fosse tratto da web ben conosciuti e molto visitati i cui utenti, nel caso appunto ravvisassero (accidentalmente?) il contesto di cui sopra, considererebbero detta scopiazzatura come rivelatore della mancanza di buon gusto oltre che di idee nei confronti del gestore del sito in “odor” di plagio . In ogni caso si tratterebbe di un gesto che, al di la delle apparenze iniziali, non offrirebbe al proprio web alcuno sviluppo positivo per il semplice motivo che non è generato da un’azione costruttiva bensì passiva.  A mio modesto avviso, un sito per risultare interessante deve avere una propria personalità nella scelta dei contenuti e nel modo in cui questi vengono presentati: meglio ancora se caratterizzato da alcune informazioni non  facili da reperire. Altro che copiare da altri siti. Per il cartaceo. Talvolta vengo a sapere che qualcuno ha utilizzato paragrafi del sito nella stesura di qualche suo lavoro su cartaceo (libri ecc.): non mi riferisco certo ai seri scrittori e giornalisti che con una comune richiesta di autorizzazione via e-mail (la concedo sempre, salvo particolarismi) mi appagano anzi di soddisfazione per quanto concerne la mia attività in rete (e ciò mi basterebbe), ma piuttosto alle persone che pubblicano il contesto non solo senza chiedermene per semplice formalità il consenso, ma addirittura senza la buona educazione di citare, nel prodotto finito, il fatto di avere in qualche misura attinto anche dalle mie pagine. Non riporto per esteso le credenziali dei "maldestri autori" dei quali mi sono finora accorto perché ritengo che i loro nomi (e pubblicazioni annesse) non meritino qui di essere "pubblicizzati" in alcun modo, cioè esattamente al contrario e nel rispetto di come invece solitamente mi comporto con tutte le persone che mi contattano in simili circostanze e delle quali in seguito io segnalo appunto con piacere (è nell'interesse informativo del sito) la pubblicazione che li riguarda. Insomma, una questione d'impostazione e correttezza reciproca che tra l'altro può solo agevolare entrambi.