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| Il ritrovamento aurifero che molto (moltissimo)
tempo fa avvenne ad Emarese costituisce un "garbuglio"
poco chiaro ed una storia a dir poco singolare. Le fonti storiche
delle quali
si ha usufruito per comporre questa scheda, in alcuni punti sembrano non collimare
tra di loro ma a conti fatti, se si tralasciano eventuali dubbi sull'esattezza di peso del primo campione
d'oro trovato e la precisa data
di tale evento, la quale da una sorgente informativa all'altra
differirebbe solo di pochi mesi, si riesce infine ad ottenere un
resoconto congruente e sicuramente attendibile in ogni suo aspetto:
bisogna inoltre considerare che la "differenza di peso" di
cui sopra sia molto probabilmente dovuta alla non semplice
conversione delle unità di misura di allora rapportate a quelle
odierne. |
| L'episodio in questione, come già accennato é
piuttosto "intrigante" e accadde nei pressi di Emarese,
località posta sì sulla montagna di Arbaz ma non sul versante
contenente la maggior parte delle miniere della Val
d'Ayas, bensì
sull'altro lato, quello cioè che guarda Saint Vincent. Su detto
versante, a parte la vicenda qui riportata, esistono solamente
miniere d'Amianto e non penso sia mai stata trovata altra traccia
d'oro oltre quella qui descritta : bisogna comunque tenere in
considerazione che, appena oltre il vicino Col Tzecore (Zuccore) vi
sono tutti i filoni auriferi di Orbeillaz,
Bechaz etc. |
| Quelle che seguono sono alcune righe riguardanti
l'accaduto e tratte dalla traduzione
di un"saggio di Robilant"
il quale é datato 1784 o 1785: |
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"Nel
1740 un contadino, scavando sotto un ginepro,
trovò un pezzo di metallo che prese per del bronzo poiché esso era
spugnoso e pieno di terra rossa: questo pezzo che pesava diversi marchi,
fu seguito da alcuni altri campioni più piccoli; se ne fece la scoperta
al di sopra della parrocchia di Emarese, all'entrata di un bosco di pini
che si estende fino in cima alla montagna d'Arbaz.
Questo oro fu pesato a Verrès dove in più riprese, rese oltre 40 marchi
a la sua qualità superava il titolo di 22 carati, ovvero "quasi purezza
totale" (si misura in 24°).
Alcuni mercanti avendolo comperato a buon prezzo da quelli che lo
avevano trovato, lo rivendettero a Ginevra.
Il Governo essendo stato informato di questa scoperta inviò gli esperti
delle Finanze per esaminare il terreno: Essi vi trovano ancora un po'
d'oro sempre mischiato e coperto da terriccio e pietre, ma senza alcuna
continuazione né indizio di filone." |
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| Il marco di allora, sia secondo Annick Richard
nella sua tesi sul distretto aurifero di Challand, sia secondo la tabella di
conversione proposta in questo web e la quale proviene da fonte
assolutamente differente rispetto la tesi citata, corrisponderebbe a
poco meno di due etti e mezzo (246 gr. secondo Annick e 245gr.
secondo la Tabella di Conversione
utilizzata in questo Sito). Detto questo, si deduce ora facilmente
che quella ricerca
condusse ad un ritrovamento
totale
di circa 10 Kg. d'Oro, cosa tra l'altro confermata anche da Paolo Castello e Giancarlo Cesti in una loro pubblicazione dal titolo
"Le miniere d'oro di Emarese".
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| Un altro riferimento sui diversi campioni d'oro
trovati in quel periodo sul versante di Emarese della montagna d'Arbaz
lo si trova su un importante libro di Micheletti, il quale riporta lo stralcio di un antico documento
manoscritto presente all'Archivio di Stato di Torino : " ...un giovine contadino ha trovato
nella parrocchia d'Emarese un pezzo di minerale del peso di sei
once che ha venduto ad un mercante nominato Jean grat Bie. Lo
stesso, essendo tornato per cercarne, ne avrebbe trovato una più
grande quantità che avrebbe fatto vedere a suo zio Bartélhemy Pasquettaz..."
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Il versante della montagna di Arbaz
(Bechaz)
che si vede dalla zona di Emarese é quello opposto ai suoi vari
depositi auriferi (Val d'Ayas) e si presenta, su questo lato e
come da foto, con un ampio filone di quarzo disposto
orizzontalmente il
quale non ha però sinora dato alcun esito positivo durante le ricerche
in generale. |
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Su questo argomento è interessante anche una
domanda fattami da aisna@libero.it,
il quale già diede apporti a questo Sito in altre occasioni.
Riporto qui per esteso l' interrogativo e lo spunto di riflessione
che mi propose in una delle sue email : "...ed ancora ti vorrei
chiedere una tua riflessione sui rinvenimenti auriferi avvenuti
nella zona del Pison d'Arles e dei lavaggi delle terre rosse di
Emarese ad opera del Robilant ovvero se, secondo te, le due tipologie
di ritrovamenti possano avere tratti in comune, visto che si dovrebbe
parlare di oro poroso e consunto dalla limonite e trovato disperso
nel terreno e se, per intenderci, sull' argomento in questione
possiamo prendere in qualità di esempio la pepita trovata nella
tomba celtica di Emarese, oggi
conservata nel Museo Archeologico di Aosta.
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Ricordo infine che in zona
fu attiva l'importante miniera
d'amianto a Settarme |
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