Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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Pale particolari

 

 

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Se per cercare l'oro alluvionale sui grandi fiumi va benissimo la cosiddetta (reperibilissima) pala "da manovale", qualora s'intendesse invece concentrare le proprie attenzioni nei torrenti interessati da oro nativo (quali ad esempio alcuni "rii" del Gruppo di Voltri o della val d'Ayas), sarebbe allora opportuno attrezzarsi in ben altro modo, rimediando cioè un tipo di pala più conforme a detta tipologia di ricerca.

SANDRO CERCA ORO IN COLOMBIAGià nella foto qui a lato, pur riguardante la Colombia (ma non cambia nulla) si può notare infatti che viene usato un utensile la cui parte raccoglitrice è assai piccola e soprattutto robusta; questo perché non si tratta più (come invece nel caso dell'oro alluvionale) semplicemente di tirar su materiale in quantità, bensì di frugare tra dure pietre ed interstizi che per loro stessa natura costituiscono spontanei depositi auriferi, cioè trappole naturali per il depositarsi dell'oro). Questo attrezzo è però sostanzialmente adatto (anzi ottimo) per scavare all'asciutto, mentre in alcuni torrentelli alpini italiani è importante, anzi fondamentale, riuscire a raccogliere materiale depositatosi nel tempo nel letto stesso del corso d'acqua, operazione da svolgersi spesso "alla cieca", cioè senza poter vedere fisicamente che cosa stia succedendo sott'acqua nel mentre che noi scaviamo.

 

Vado quindi oltre, e riferendomi più precisamente al tipo di pala che io stesso usai per diversi anni con ottimi risultati; vedrò di descriverla in misura sufficientemente utile affinché eventuali interessati possano rimediarla (o realizzarla in qualche modo): ho anche inserito un chiaro disegno schematico, qui senza il manico, sul prodotto finale da ottenere. Va detto inoltre che il merito e l'idea sulla realizzazione di questo tipo di pala va tutto all'amico che mi accompagnò in quei fortunati anni e di cui serbo ricordi indimenticabili.

Dunque, per chi volesse realizzare quanto sopradetto, innanzi tutto lo spessore e la robustezza del raccoglitore dovranno essere decisamente più "tosti" di unaBASE DELLA PALA PER I TORRENTELLI CON ORO NATIVO comune pala e, sempre rispetto ad essa, per quanto riguarda la misura si consideri una superficie all'incirca dimezzata. Ora la forma: l'ideale, se possibile, è data da una superficie rettangolare (con il lato anteriore leggermente appuntito) circondata da bordi verticali alti quattro o cinque centimetri, esclusa ovviamente la facciata anteriore che rimarrà "aperta" per consentire la raccolta del materiale. Infine, ma non per ordine d'importanza, il manico: questo sarà disposto ad angolo retto rispetto al raccoglitore di modo che si potrà agire dall'alto ed in profondità, scavando così anche tra i massi, in anditi piuttosto stretti e, soprattutto, nelle pozze d'acqua.

 

Per quel che mi riguarda, il materiale così raccolto lo versavamo direttamente in un setaccio posto (incastrato) su di un secchio colmo d'acqua e bastava quindi scuotere un po' quest'ultimo per fare decantare il contenuto "fino" del setaccio nel secchio stesso; a questo punto non rimaneva che da guardare se nel setaccio presenziassero pagliuzze troppo grosse per aver potuto discendere e, a secchio pieno, si passava ovviamente il suo contenuto nella poco distante canaletta.

PEPITINA CRISTALLIZZATANella foto: una pregevole pepitina colombiana, qui fortemente ingrandita, che (cosa assai rara) mostra ancora chiaramente i segni della sua cristallizzazione originaria. Come già detto in questa pagina, anche in Italia è possibile trovare pepitine più o meno grosse.

 

 

Qui a seguire, a titolo di esempio, la parte sostanziale di alcuni vostri dialoghi su questo argomento che avete inserito nella mia pag. FB e che sono quindi consultabili nella medesima. Dal post di Walter: "... gradirei ricevere ragguagli sull'uso e sulla efficacia di una pala modificata con una struttura in ferro (a scatola), con apertura solo nella parte della punta dell'attrezzo".

Risposta di Z.G: " ... Se ho ben capito ti riferisci ad una pala la cui parte raccoglitrice, oltre ad avere i bordi laterali e posteriore rialzati (una cosa utilissima soprattutto nei torrentelli con spazi angusti, corrente ecc.) abbia anche il "soffitto". Se è questo che intendi, non ho mai provato una cosa del genere, ma mi vien da pensare che detto soffitto potrebbe ostacolare il lavoro, sia per la raccolta in presenza di pietrame grosso, sia perché in ogni caso vi si depositerebbe sopra (o scorrerebbe via) ugualmente altro materiale, come già succede con il tipo di pala sopramenzionato (bordi laterali ben rialzati), che per quel che mi riguarda ritengo validissimo nei piccoli torrenti di montagna e in tal caso meglio ancora se con il davanti a punta ed il manico perpendicolare (nota aggiunta: è quella descritta qui sopra). Per i grandi fiumi con relative "punte", di norma basta invece una semplice pala".  Risposta di Walter: ".... La pala "modificata", come sopra descritta, consente di prelevare sabbia a una profondità fino a 1 metro in slarghi del fiume. Ma in questa sabbia, di norma, sono presenti (o meglio possono essere presenti) le pagliuzze d'oro? L'osservazione diparte da un'esperienza sull'Elvo: in un deposito laterale di sabbia finissima ho trovato una discreta quantità di pagliuzze". Risposta di Z.G: "... Ci può esser senz'altro oro anche nel letto di fiumi e torrenti, dipende solo dai posti, tant'è che le "draghe", scavando e prelevando materiale vario, raccolgono anche oro, appunto come intendi fare tu col tuo attrezzo. Tieni però presente che nel letto lo troverai frammisto ad un'enorme quantità di sterile (con le draghe se ne possono trattare varie tonnellate in tempi brevi) e questo è sostanzialmente il motivo per cui i cercatori tradizionali si affidano invece al principio delle "punte" che si formano, dove opportuno, presso alle sponde. Riguardo alla tua esperienza sull'Elvo (tra l'altro fiume ricchissimo), è possibile che tu abbia agito proprio nei paraggi di una di queste punte, ma ovviamente non posso saperlo, anche perché non c'ero; in queste circostanze bisogna soprattutto verificare che vi sia abbondanza di magnetite, da sempre sicura "spia" indicatrice di dove si sia depositato o radunato "il pesante".

Aggiungo infine una nota a proposito del materiale che viene estratto dai fiumi usando le draghe, con l'intento ad esempio di alleggerirne il fondale colmatosi eccessivamente col rischio quindi di straripamenti, oppure proprio con lo scopo di estrarne l'oro: quando detto materiale viene trasferito presso adeguati stabilimenti (cave e altro) per esser convertito in sabbia, ghiaia e via dicendo, in alcuni di questi stabilimenti sono piazzate presso i nastri trasportatori o comunque dove conviene a seconda dell'impianto, delle specie di "trappole" atte a trattenere l'oro (in funzione del suo peso) e questo da parte di singoli individui che non lavorano nelle medesime, ma che si sono messi d'accordo con chi le amministra (ne conobbi un paio). Naturalmente la cosa sussiste più che altro quando le cave si trovano ad operare in territori potenzialmente auriferi.

 

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