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Basilicata: una mappa indica Oro ... e potrebbe essere
l'inizio d'un'avventura. |
Durante una delle ultime giornate dello scorso anno (2011) ho
ricevuto via e-mail copia di questo sicuramente interessante
documento trovato dal sig. La Greca, e la cosa mi ha stimolato ad avviare in
qualche modo la sezione mineraria/aurifera sulla Basilicata, un
argomento che finora avevo |
Pagina realizzata con informaz. ricevute dal dott.
la Greca, il quale mi ha inviato sia la presente mappa
sia buona parte del testo che la descrive (dove necessario, da me
modificato secondo le esigenze del Sito). |
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lasciato in sospeso non
disponendo d'alcun
indizio utile al merito, anche perché si tratta di una
regione che non
rientra geograficamente (ma non è la sola) né nell'ambito del
deposito alluvionale italiano né in quello dei giacimenti d'ordine
primario (questi ultimi si trovano sulle Alpi) e di conseguenza risulta
quindi penalizzata drasticamente sulle sue possibili ricchezze d'oro in
natura.
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Dunque, cercando di fare un quadro della situazione dal punto di vista teorico, va detto che buona parte delle regioni italiane si trovano nella
situazione di cui sopra, ma che tale contesto non garantisce di certo
l'assenza dell'oro, semplicemente ne rende molto meno probabile (e
diffusa) la presenza, costringendo di conseguenza gli interessati ad una tipologia di
ricerca quasi sempre vasta, impegnativa e per nulla garante; tutto questo a meno che ... non si
disponga già di qualche indizio storico su cartaceo che localizzi
determinati anditi presso i quali convergere le proprie attenzioni ed
agire, come infatti in questo intrigante caso. |
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Particolare
della carta BNF, Cartes et Plans, GE AA 1305-7, tratto da F. La Greca / V.
Valerio, "Paesaggio antico e medioevale nelle mappe aragonesi di
Giovanni Pontano", Acciaroli (SA), 2008, pag. 90. |
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La pianta qui esposta, pur non disponendo
per il momento di
alcuna allegata informazione al merito, costituisce già di
per sé un validissimo spunto di ricerca: eventuali interessati che abitino in zona
potrebbero quindi tentare di trovare conferme o smentite sulla validità
del contesto sia tramite la tradizione orale coltivata nei paesi dei
paraggi (racconti tramandatici nel tempo) sia con ricerche pratiche sul
posto. |
Per la
precisione, le indicazioni “Oro” sulla mappa aragonese (se vista per
esteso anziché nel "ritaglio" di cui sopra) sono due e
localizzano due zone tra di loro vicine: una presso Muro (come da questa
immagine) e l’altra a Laviano. La prima, con accanto le scritte
“Argento” e “Ferro”, come si può notare è collocata sotto il
“Monte di Muro”, nello spazio tra la “Fiumara della Bella” e un
suo affluente che vi si getta da sinistra. Guardando una cartina
moderna, ad occhio e croce sembrerebbe corrispondere alla zona alta fra
Monte Giani e Costa Squadro, sul versante sud. Sempre sulla mappa
aragonese, l’altra indicazione di “Oro” è invece posizionata sotto
il “Monte di Laviano”, fra i centri di “Laviano” e "Castromagno”
(oggi Castelgrande) e confrontando sommariamente il contesto con una
cartina moderna sembrerebbe corrispondere alle pendici merid. del
Monte Mediatore, dove passano un torrente e l’attuale strada. Ma
ovviamente le carte antiche sono solo approssimative e il “Monte di
Laviano” potrebbe invece riferirsi al Monte Eremita o altro. |
Che dire?
All’epoca di queste carte già si cercava oro nei fiumi italiani, ma
considerando che questa zona non è certo interessata da depositi alluvionali,
rimane da definire (ammettendo la veridicità della marcatura sulla
carta) se dette indicazioni ci tramandano la segnalazione di presenza e
sfruttamento d’oro nei torrenti locali (fattore che richiede comunque il
sussistere di filoni auriferi posti più a monte) o se invece esistevano
in zona miniere medioevali, se non ancora più antiche. |
DIVAGANDO
… MA NON TROPPO. Gli scrittori romani, come Livio (ad es. IX,
40), raccontano di interi eserciti di guerrieri sanniti armati con scudi
cesellati in oro e in argento che combatterono contro i romani, ma si è
dempre pensato ad esagerazioni. E se invece ci fosse un fondo di verità?
Nei primi tempi, durante le prime guerre, i romani non distinguevano fra
sanniti e lucani, come pure non facevano ancora distinzioni di territorio.
E se le miniere d’oro dei sanniti, mai trovate, fossero state proprio
queste di Muro Lucano e di Laviano, poi dimenticate, ma chissà come
ricordate in questa antica mappa? |
Del resto non sarebbe questo l'unico
dato "antiquario" delle mappe aragonesi: ce ne sono tantissimi
altri che fanno riferimento al mondo antico: fiumi che avevano un diverso
percorso, laghi ed isolotti oggi scomparsi, città "dirute",
disegni di porti, saline, ponti, mura, torri, templi e addirittura
anfiteatri. Ad esempio, una doppia linea che taglia l'istmo calabro, con
la distanza in miglia, forse è un ricordo dell'idea del tiranno greco di
Siracusa che voleva scavarvi un canale per farne un'isola, o del console
romano Crasso che voleva costruirvi un muro per bloccare gli schiavi
ribelli di Spartaco. Tanti elementi di queste carte vengono in qualche
modo dall'antichità, e potrebbe essere il caso della segnalazione di
queste miniere. |
F. La Greca e Z. G. |
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Motivazioni
per la ricerca dunque ci sono, anche perché la Storia c'insegna che ad esempio
pure in Toscana e Sicilia si sfruttarono
nell'antichità
isolati cantieri che furono poi abbandonati non per esaurimento del
metallo in questione, bensì per il mutare del suo valore nel corso dei
secoli; questi
cantieri ci risultano a tutt'oggi poveri anche
d'informazioni su cartaceo per via del fatto che i catasti vari hanno
spesso tenuto "in vita" solo i dati dei giacimenti minerari più
significativi e se si desiderasse trovar nozioni minerarie di depositi
minori occorre rivolgersi a particolari archivi ecc. |
In questo
ritaglio, una breve ma "intrigante" nota che ho ricevuto tramite e-mail e
che fa senz'altro riflettere, perché in due semplici righe avvalorerebbe in
qualche misura (?) la veridicità del contesto:
La informo
che in merito all’articolo, corredato da una antica mappa, nel quale si
evidenzia la eventuale presenza di siti aurif. in Basilicata, esiste nella
zona a valle del comune di Bella ed in prossimità di Muro Lucano, una
contrada e una strada comunale, entrambe denominate: VALLE DELL’ORO.
Sarà un
caso???
Rocco
Vaccaro
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Per quanto riguarda invece le ricerche dal lato
pratico, cioè la ricerca mineralogica vera e propria, occorrerebbe
ovviamente per prima cosa localizzare con la massima precisione possibile
l'area interessata e poi agire in linea di massima come qui sotto descritto: |
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1) Se nei dintorni posti immediatamente più a valle
del punto in questione sussistono corsi d'acqua di carattere torrentizio
provare senz'altro a "saggiarli" coi metodi già suggeriti in
altra pagina ponendo massima attenzione al concentrato
che si ottiene. |
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2)
Verificare accuratamente il sussistere o meno di filoni
quarziferi (il quarzo è
il principale minerale in cui "alloggia" l'oro) per poi agire
direttamente sugli stessi con mazza e punteruolo sino a fare una stima dei
minerali che contengono. Detta stima è importante perché considerando la
presenza sulla mappa di una non lontana miniera di ferro, è più che
possibile che in entrambe il minerale principalmente estratto fosse la Pirite:
quest'ultima infatti (è un solfuro), oltre ad esser stata sfruttata già nell'antichità
per ricavarne il ferro che
contiene, talvolta è anche meritevolmente aurifera ed a tal proposito
ricordo che se è vero che l'oro
nativo vede la sua fondamentale matrice nel quarzo è altrettanto vero
che la pirite (arsenopirite) è il principale minerale in cui esso si associa
in
forma polverulenta. |
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3)
Nel caso si avesse individuata traccia di un qualsiasi antico ingresso
minerario, provare a raccogliere
materiale e terriccio in loco per poi lavarlo nel corso d'acqua più
comodo o vicino; questo metodo non è risolutivo di per sé stesso, ma
talvolta con un po' di fortuna consente di
capire sbrigativamente che in quel posto meriti agire, seppure in altri
modi ed in misura più significativa. |
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4) Su questa mappa viene riportata anche l'esistenza
d'una miniera di Argento. Pur discostandoci qui dall'argomento oro, è
ugualmente una situazione che andrebbe meglio definita con ricerche "sul
campo" perché anche questo metallo si presenta in natura sia allo
stato nativo (vedine una foto) sia
all'interno dei solfuri come già detto per l'oro; nel caso dell'argento il
solfuro "prediletto" è la Galena. |
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Concludo riportando un breve tratto del testo che ricevetti inizialmente e
che diede l'avvio allo sviluppo di questa nuova pagina del mio Sito: |
"...qualche anno fa abbiamo pubblicato, con il
collega Vladimiro Valerio, il volume "Paesaggio antico e medioevale
nelle mappe aragonesi di Giovanni Pontano". Si tratta di carte
esistenti nella Biblioteca nazionale di Parigi (BNF), che riteniamo copie
di originali aragonesi di fine '400/inizi '500. Abbiamo pubblicato solo
quelle riguardanti il Principato Citra (la provincia di Salerno) e i
territori confinanti. Sono carte molto dettagliate, e riportano anche
indicazioni di tipo economico. L'unica indicazione di miniere d'oro e
d'argento, che fra l'altro ci ha molto sorpreso << ..... >> è
collocata sul "Monte di Muro", ossia presso Muro Lucano e presso
Bella, centri della attuale Basilicata. Ho provato a fare delle ricerche
nei testi, ma non è emerso nulla su queste antiche miniere << .....
>>. Ho aggiunto dei riquadri rossi per evidenziare ..."
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Fernando La Greca
Ricercatore di Storia Romana
Dipartimento di Studi
Umanistici
Università degli Studi di Salerno |
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N.B.
Se qualcuno disponesse di notizie al merito (anche
minime o solo per sentito dire) e fosse così cortese da rendercene
partecipi (il sig. La Greca ed il sottoscritto) può farlo contattandomi. |
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