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Tresa

 

 

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Il Tresa (in Svizzera la Tresa) nel suo primo tratto scorre ponendo con le proprie sponde il confine tra l'Italia e la Svizzera, precisamente tra la provincia di Varese e il Canton Ticino (appunto svizzero), per poi continuare in territorio totalmente italiano nella seconda parte, che in sostanza rappresenta circa la metà dell'intero suo corso, ovvero dall'origine (lago di Lugano) fino alla foce conclusiva, che è nel lago Maggiore.

Tra i molti affluenti che riceve il fiume Tresa, il più importante è l'italiano Margorabbia (nasce in Valganna e vi si immette a Luino), insieme al torrente Dovrana, al Rio Garzé ed altri minori torrenti ancora, mentre nel territorio svizzero i più significativi che riceve sono la Lisora, la Pevereggia, il torrente Romanino e altri affluenti strutturalmente inferiori.

Nel suo breve corso alimenta una centrale elettrica che sfrutta il salto altimetrico tra i laghi Maggiore e di Lugano, nota come diga di Creva, e tale diga è stata costruita anche per regolare/regimentare la portata del fiume, soprattutto durante le piene del Lago di Lugano. In questo modo si può controllare, nei limiti del possibile, il flusso d'acqua che dal Lago di Lugano si riversa nel Lago Maggiore, e questo per evitare o limitare pericolose alluvioni.

Da notare inoltre che nel tratto finale questo fiume scorre in quello che un tempo era l'alveo del già menzionato Margorabbia, che si immetteva direttamente nel Verbano; in sostanza Nel '300 la sezione dell'alveo tra Luino e Germignaga venne allargata per accogliere la portata del Tresa, ben più importante di quella del Margorabbia, ed oggi il Margorabbia è considerato un affluente del Tresa.

 

Fiume Tresa, sua posizione geografica

 

 

Caratteristiche geo-morfologiche del Tresa e del territorio circostanziale.

 

Il primo aspetto da considerare nella zona di studio è la suddivisione svizzera fra Sopraceneri e Sottoceneri, di fondamentale importanza geologica. Questa suddivisione è delimitata dal largo e profondo solco costituito dal Lago Maggiore, dalla Piana di Magadino e dall’imbocco della Val Mesolcina e corrisponde all’importante confine strutturale creato dalla Linea Insubrica. A Sud di esso è situato lo zoccolo cristallino antico, appartenente alla zolla continentale africana e ricoperto nella sua parte più meridionale da sedimenti mesozoici; a nord si estendono invece le rocce metamorfiche più recenti, derivanti dalla geosinclinale alpina. In particolare, le rocce della Valle della Tresa appartengono allo zoccolo prevarisico delle Alpi meridionali.

Il territorio è infatti costituito da un basamento cristallino composto in prevalenza da quarzo, feldspato, miche e minerali scuri (studi e ricerche di Barbanti & Ambrosetti, 1978).

Durante gli eventi orogenetici si sono formate delle fessure che hanno consentito la risalita di fluidi ricchi di minerali come argento, oro e ferro. In passato queste risorse erano sfruttate in modo intenso: sul territorio operavano infatti numerose cave di pietre da taglio, cave di porfido, fabbriche di calce e di gesso, fornaci di laterizi e miniere che sfruttavano i minerali metalliferi sopraccennati.

Su tale zoccolo si è poi verificata una copertura sedimentaria, modellatasi durante l'era Quaternaria ad opera di quattro eventi glaciali che crearono il susseguirsi di paesaggi differenti. La Valle del Tresa si è formata infatti dopo il ritiro dei ghiacciai che occupavano le attuali conche del Lago Maggiore (Ghiacciaio del Ticino) e del Lago di Lugano (Ghiacciaio dell’Adda). La morfologia del territorio è quindi il risultato dell'azione erosiva combinata del ghiacciaio e del fiume, caratterizzata dalla presenza di valli aperte e rilievi dolci, accompagnati da dossi, gole e anfratti, queste ultime ancora visibili nel tratto subito a valle della diga di Creva e a monte dell’abitato di Cremenaga.

La situazione geologica recente è rappresentata dalla sedimentazione nelle aree a bassa energia del corso d’acqua e nelle zone di esondazione (alluvioni antiche, recenti ed attuali). Questa valle si è quindi andata colmando di depositi fluvio-lacustri provenienti dal Lago di Lugano, che ne hanno addolcito la conformazione a “V” nella parte alta, anche in seguito alla costruzione della diga sul Tresa.

 

NOTA di Z.G. In questo ritaglio ho aggiunto alcune parti consultabili per esteso nel blog di radiolavena.

 

Moltissimi avranno sentito parlare della leggenda secondo la quale Lavena dovrebbe il suo nome ad una antica Vena aurifera, da cui "la-vena (d'oro)". In realtà e' assodato che il nome del paese ha tutt'altra origine (...), ma queste sono cose da specialisti. Tuttavia, anche se la leggenda sull'origine del nome di Lavena e' sfatata, ciò non esclude che attività minerarie abbiano davvero avuto luogo a Lavena , e infatti se ne sono trovati accenni in alcuni documenti, ma non è chiara ne' l'ubicazione ne' la natura dei minerali estratti. L'argomento ha trovato uno spazio nel "Forum Valganna"  e lì e' intervenuto (...) a indicare il sito dove verosimilmente si trovano le vestigia della famosa miniera !!! Dunque: si sale da Lavena per la ciclabile fino all'ingresso della 4a galleria (l'ultima prima di Piacco) e lì, invece di entrarci, si prende un sentierino esile ma ben visibile che diparte sulla sinistra addentrandosi nel bosco, e lo si percorre, tenendosi a destra e salendo leggermente. Dopo pochi minuti, se si tengono gli occhi "ben aperti" (il bosco e' molto scuro) ci si imbatte nei ruderi di un edificio di pietra, poco discosto dal quale è ben visibile l'ingresso in muratura di un piccolo tunnel, ormai ostruito dopo pochi metri.

 

                                       

                                      Il "perché" di questa scheda.

 

Sono diversi i testi nei quali è accennata, o in forma di certezza/convinzione o possibilistica, la potenziale presenza di oro in questo corso d'acqua, sia perché è accertata l'esistenza, in qualche misura, di minerale aurifero nel territorio circostante, sia per i rinvenimenti avvenuti nel tempo del metallo in questione durante lo sfruttamento di miniere poste in questa vasta area.

Al tempo stesso attualmente non conosco cercatori "amatoriali" (io vi chiamo tutti così ... poi di quel che trovate potete naturalmente farne quel che volete ... ) che abbiano descritto ritrovamenti personali o di terzi nel Tresa; anzi ne approfitto qui per far sapere ad eventuali cercatori i quali abbiano ottenuto qualche risultato in questo corso d'acqua, che nel caso fossero disposti a scrivermi due semplici e oneste righe al merito, potrei mettere a fuoco meglio questa situazione con le informazioni ricevute.

Tresa, foto dall'alto con la sua posizione geografica

 

Dico questo perché, considerati i presupposti, meriterebbe fare perlomeno qualche test dedicando insomma un po' del proprio tempo libero non solo al Tresa e corsi d'acqua locali (d'altronde nei tempi andati la ricerca "tramite le acque" fu ovunque il metodo maggiormente usato per individuare / appurare e infine localizzare con una certa precisione territoriale eventuali filoni auriferi posti nelle aree interessate), ma anche cercando direttamente nelle rocce di quest'area, visto che le  interessanti note geologiche e storiche di cui sopra fanno in qualche misura ben sperare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Approfondimenti di questa pagina

 

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Per la Rete. Oltre alle conseguenze nelle quali spesso s’incorre, tipo intervento da parte di terzi legittimamente interessati (un esempio), copiare o utilizzare contenuti d’altri siti porta quasi sempre a risultati screditanti per il proprio lavoro, soprattutto nel caso il materiale fosse tratto da web ben conosciuti e molto visitati i cui utenti, nel caso appunto ravvisassero (accidentalmente?) il contesto di cui sopra, considererebbero detta scopiazzatura come rivelatore della mancanza di buon gusto oltre che di idee nei confronti del gestore del sito in “odor” di plagio . In ogni caso si tratterebbe di un gesto che, al di la delle apparenze iniziali, non offrirebbe al proprio web alcuno sviluppo positivo per il semplice motivo che non è generato da un’azione costruttiva bensì passiva.  A mio modesto avviso, un sito per risultare interessante deve avere una propria personalità nella scelta dei contenuti e nel modo in cui questi vengono presentati: meglio ancora se caratterizzato da alcune informazioni non  facili da reperire. Altro che copiare da altri siti. Per il cartaceo. Talvolta vengo a sapere che qualcuno ha utilizzato paragrafi del sito nella stesura di qualche suo lavoro su cartaceo (libri ecc.): non mi riferisco certo ai seri scrittori e giornalisti che con una comune richiesta di autorizzazione via e-mail (la concedo sempre, salvo particolarismi) mi appagano anzi di soddisfazione per quanto concerne la mia attività in rete (e ciò mi basterebbe), ma piuttosto alle persone che pubblicano il contesto non solo senza chiedermene per semplice formalità il consenso, ma addirittura senza la buona educazione di citare, nel prodotto finito, il fatto di avere in qualche misura attinto anche dalle mie pagine. Non riporto per esteso le credenziali dei "maldestri autori" dei quali mi sono finora accorto perché ritengo che i loro nomi (e pubblicazioni annesse) non meritino qui di essere "pubblicizzati" in alcun modo, cioè esattamente al contrario e nel rispetto di come invece solitamente mi comporto con tutte le persone che mi contattano in simili circostanze e delle quali in seguito io segnalo appunto con piacere (è nell'interesse informativo del sito) la pubblicazione che li riguarda. Insomma, una questione d'impostazione e correttezza reciproca che tra l'altro può solo agevolare entrambi.