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Agogna

 

 

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Torrente Agogna, località Momo (NO)

 

Un racconto di Giorgio Bogni  e altre cose utili.

 

 

 

IL suo percorso (da Wikipedia, qui territorialmente riassunto in breve).

Il torrente nasce dal gruppo montuoso del Mergozzolo, tra i laghi Maggiore e d'Orta, a sud della vetta del monte Mottarone nella zona compresa tra i laghi Maggiore e d'Orta vicino alla località Alpe Nuovo - villaggio di Cairo nella valle dell'Agogna.

Attraversa centralmente tutta la Provincia di Novara, da nord a sud, bagnando la città di Borgomanero e la periferia ovest del capoluogo; entrato in Lombardia, in Provincia di Pavia, attraversa la regione storica della Lomellina, dove scorre pigro tra le tante risaie che caratterizzano questo territorio, sempre in direzione sud-sud-est, parallelo ai fiumi Sesia e Ticino. A Ferrera Erbognone, quasi alla fine del suo percorso, riceve da sinistra il torrente Erbognone, suo principale tributario. Giunto presso Mezzana Bigli piega brevemente verso est e tra le frazioni Casoni Borroni e Balossa Bigli sfocia da sinistra nel Po.

Il suo percorso può essere suddiviso in tre parti ben distinte tra loro:

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la prima, che corrisponde al tratto montuoso, scorre in un alveo roccioso e non molto largo delimitato da una valle stretta ed incassata, si estende dalle sorgenti sino alla località di Bolzano Novarese.

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il tratto intermedio, che si conclude presso la città di Novara, è invece caratterizzato dal passaggio del corso d'acqua in una zona collinare.

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il tratto finale, da Novara sino alla foce, caratterizzato dallo scorrere lento delle acque con ampie e continue anse, che attraversa una zona prevalentemente agricola dove storicamente ha una grande rilevanza la coltivazione del riso.

 

 

Potenzialità aurifere.

Di fatto il primo tratto montuoso del fiume attraversa le vulcaniti permiane del Massiccio dei Graniti dei Laghi e alcune aree interessate in passato da attività di ricerca mineraria legata all’industria dell’argento e successivamente del piombo. Questi aspetti fanno già pensare a buone possibilità di ritrovamenti auriferi nei sedimenti e nei terrazzi attraversati da questo fiume.

Come riferimento si può citare dal Jervis che a "Coiro Monte" (Coiromonte) furono intraprese ricerche di pirite aurifera e galena argentifera così come sotto la pertinenza del Comune di Armeno con la località “Orolungo” lungo il rigagnolo Maicrassa, affluente appunto dell’Agogna.

Nella parte medio alta del suo scorrere, tra Bolzano Novarese e Borgomanero poi incrocia i depositi fluvioglaciali e le antiche morene mediane di pertinenza del lago d’Orta.

Successivamente attraversate le colline novaresi si adagia fino a raggiungere il Po non dopo aver raccolto numerosi affluenti e canali e contribuito all’irrigazione di gran parte della pianura novarese.

In quanto alle testimonianze aurifere, salvo appunto un riferimento dello Jervis ed una fugace citazione da parte di G.Pipino nel suo “L’oro della val Padana”, null’altro si trova come riferimento bibliografico.

La parte mediana ed in particolare la zona di Orolungo furono oggetto di occasionali e forse non sufficientemente approfondite ricerche da parte di due amici; forse meriterebbe approfondire meglio, in futuro, le ricerche in questa parte di fiume.

 

 

I ritrovamenti.

Da tempo pensavo a questo fiume e di fatto mi sono studiato buona parte del percorso sulla cartografia on-line e sulle foto aeree di googleheart fino a quando, in occasione della gara sociale dello scorso ottobre ho avuto l’occasione di chiedere una indicazione all’amico Giuseppe Carenzo: nulla di preciso, ma la conferma  della presenza dell’oro è stata fondamentale e risolutiva.

 

Il "taglio dell'ansa", canale di esondazione lungo l'Agogna presso Momo.

 

Studiato con accuratezza l’alveo attraverso le foto aeree finalmente si parte alla ricerca sul terreno: dapprima sono sceso nella zona di Cavaglietto poco a valle del ponte che dava facile accesso al fiume presso il quale due anse e relative erosioni di terrazzi facevano ben sperare in un ritrovamento aurifero. Di fatto il materiale pesante seppur molto fine era composto solamente da granato e minore magnetite. Non scoraggiato ho proseguito scendendo verso valle, ma sempre con un nulla di fatto per quanto riguarda l'oro. Solo verso sera trovavo, ormai nel territorio del comune di Mono, una carrareccia che mi portava accanto ad una discarica di inerti in prossimità dell’Agogna, in un punto dove il fiume in occasione di piene sfondava con un taglio di ansa e andava a depositare sul lato opposto un abbondante deposito alluvionale. Questi due i siti che mi hanno dato la prima campionatura con alcune piccole scagliette nella parte del taglio dell’ansa ed una superiore a 1,5 mm sul lato opposto, tra grossi ciottoli scuri. L’unico problema era che il 30 di novembre alle 17 il sole è al tramonto e ormai avrei dovuto ritentare la sorte in un’altra occasione.

 

 
Il 6 di gennaio senza una particolare levataccia ci fu la seconda puntata sull’Agogna, ma l’alto livello dell’acqua non mi permise di passare sulla sponda opposta, quindi concentrai la ricerca nel primo tratto di canale di esondazione. Di fatto trovai oro molto fine e decisamente scarso, una o due scagliette d'oro per ogni secchio di materiale erano davvero poche, ma era ciò che quel sito era in grado di dare: la campionatura non diede alcun punto con una maggiore concentrazione. Stanco e mestamente soddisfatto per quella trentina di scagliette decisi di risalire un poco il fiume fino ad oltrepassare una briglia ed incontrare un piccolo affluente che nel suo scorrere incideva molto profondamente i boschi circostanti e in due strette anse aveva addirittura depositato numerosi pezzi di rottame e cocci di vetro, Lì in pochi piatti raccolsi più che in tutta la mattinata, recuperando un complessivo campione di 0.10 grammi (foto).
Ritengo che a monte della briglia e sulla sponda opposta del piccolo affluente ci siano un paio di punti che potrebbero dare qualche discreta soddisfazione: dovremo aspettare un periodo di magra o cercare un percorso agevole per raggiungerla.
Non credo che l’Agogna possa in questa parte di fiume dare grandi quantitativi di oro, soprattutto con metodi manuali e senza sfruttare il materiale di cave, ma anche questa è una chiave per collezionare l’oro alluvionale.

 

                                                                                         Giorgio Bogni

 

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QUI INVECE, un altro sintetico, ma utile resoconto di Fabio Belloni:

" Oggi ho fatto una puntata esplorativa sull'Agogna, in zona Pagliate, poco a sud di Novara. 

La condizione del fiume non era ottimale, causa una semi-piena che sommergeva le punte che avevo individuato e che mi prefiggevo di esplorare.

Ricavato un secchio di sabbia setacciata pescando dall'acqua, ho lavato il tutto alla batea.

Emerso fondo rossastro di granato, poi magnetite ed ilmenite ed - alla fine - piccole scagliette d'oro, a livello di polverino (non più di sette-otto).

Alla lente alcune sono risultate più rossicce, con probabile più elevato contenuto in rame.

La zona non si presta al lavaggio alla canaletta e, con la piena, non era del tutto agevole nemmeno il lavaggio a batea. Sono molto soddisfatto del risultato, anche se modestissimo, perché sull'Agogna non ero mai riuscito a trovare nulla. 

Mi sono poi trasferito più a monte, sul Terdoppio in zona Caltignaga, ma l'alto livello dell'acqua e la presenza di anse con curve non ben sagomate mi hanno portato a tentare non più di tre assaggi, ma in zone poco convincenti, che si sono - infatti - rivelate prive di oro.

Ritentero' più avanti nella stagione magari con lavaggio alla canaletta, per trattare maggiori quantitativi di sabbia."

P.S. Il preciso punto in cui ne trovai lo potete vedere su questa mappa.

 

                                                                                           Fabio Belloni

 

 

NOTA DI Z.G. Agogna, "un nome un destino": torrente del quale vien da dire che l'oro sia agognato (bramato) .... e che in qualche misura si possa trovare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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