Qui sei
nelle pagine che ho realizzato, estrapolando e riordinando secondo le
esigenze del sito, buona parte delle argomentazioni mineralogiche e
minerarie trattate in una pregevole tesi di Laurea sull'alta Val Sesia. (vai
a inizio Tesi) |
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Dalla
tesi di Laurea di Alessio
Rimoldi, su suo gentile consenso e che ringrazio per averla resa
disponibile al mio Sito.
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Le miniere
del Badile, che si susseguono in direzione NE-SO, sono tutte di modeste dimensioni, la maggior parte
degli imbocchi sono franati, la miniera più vicina al sentiero non è accessibile,
penetra all’interno della roccia in direzione NNE, la galleria che ne rimane
è profonda pochi metri e alta circa un metro. Le altre due miniere posizionate più in alto
sono invece accessibili, anche se con estrema difficoltà: quella intermedia penetra nella
roccia in direzione OSO, è profonda una ventina di metri, si sviluppa dall’alto verso
il basso, è molto ripida e l’imbocco è alto circa 2 metri. Analoga è la miniera
posta più in alto (nella foto qui a seguire ed è l'ingresso meglio
conservatosi fra tutti) con la differenza che è accessibile abbastanza facilmente
perché fu scavata leggermente in discesa.
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Nei dintorni delle miniere si possono notare le pareti
rocciose che sono notevolmente fratturate e che si differenziano dalle altre lungo il
sentiero perché sono di colore rosso ruggine e nerastro; all’esterno degli imbocchi
delle miniere vi sono ulteriori detriti di colore rugginoso, fatto dovuto all’alterazione del ferro
contenuto nei composti solfurei. |
Con molta fortuna, se si rompono queste
rocce si può
trovare la Pirite
aurifera, distinguibile perché luccicante e di colore
giallo; l’oro contenuto non è visibile ad occhio nudo e spesso si viene
tratti in inganno dalla Muscovite, un minerale
contenente Alluminio di colore argenteo. |
I filoni di Carcoforo rappresentano le estremità
meridionali dei filoni molto più sviluppati della Val Quarazzola e della val Quarazza
(Valle Anzasca), a Nord- Ovest. La Pirite aurifera infatti non è accompagnata da
grandi quantità di ganga quarzosa e ciò significa che le miniere sono situate in una zona di
transizione, probabilmente in una frattura marginale dove il fluido è parzialmente
giunto per lo più in fase gassosa per poi solidificarsi. |
I giacimenti filoniani presenti lungo il sentiero
sono chiamati "primari" perché i minerali si sono formati qui in principio e non hanno subito
ulteriori spostamenti. I giacimenti secondari invece derivano dall’azione dei ghiacciai e dei
torrenti che nei tempi erosero, trasportarono e depositarono più a valle i detriti rocciosi contenenti
mineralizzazioni aurifere (vedi
definizione giacimenti. primari e secondari). |
A circa 2400 m slm si passa di fianco a dei
detriti di colore rosso rugginoso: avvicinandosi si scorge, nascosta tra gli enormi massi, una
miniera il cui imbocco è ormai franato e quindi non accessibile. L’imbocco penetra in direzione
ONO, verso il Passo della Miniera. Appena oltre il passo, sul versante di
Macugnaga c’è una
miniera scavata in direzione opposta, che fu molto produttiva: probabilmente queste
facevano parte dello stesso filone. |
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Gli altri
due ingressi sopramenzionati delle miniere del Badile vicini al
sentiero: nella precedente pagina c'è una panoramica che li localizza
tutti e tre insieme. |