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Allarme in Sardegna dopo l’abbandono della
miniera di Furtei da parte della Sardinia Gold Mining. La miniera resta
"una bomba" al cianuro che, a causa dei continui sversamenti, minaccia le
falde acquifere, gli uomini e gli animali. La
Sardinia Gold Mining, nata come "la nuova frontiera nei processi
dell’estrazione dell’oro"( ... ) è oggi una |
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bomba ecologica a cielo aperto. Stiamo parlando
di |
Fatta con
A. Soddu |
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quella stessa Sardinia Gold Mining che, anziché produrre
oro, ha prodotto disoccupazione e inquinamento.
A Furtei, paese in provincia di Cagliari, sulla scia della miniera
abbandonata scatta l’allarme bomba ecologica e l’incognita cianuro.
Qualcuno, anche tra gli ex operai, già in passato aveva tentato di far
emergere la vicenda, ma chissà come e
perché, finora tutto è rimasto
disteso nel letto dell’omertà istituzionale, anche visto il
coinvolgimento dell’attuale governatore della Sardegna Ugo
Cappellacci, nel suo passato amministratore proprio della Sardinia Gold
Mining.
La società (appartenente al gruppo australiano – canadese)
non si sa che fine abbia fatto: sono scappati letteralmente a gambe
levate senza procedere alle obbligatorie bonifiche ambientali che
saranno per questo a carico della Regione Sardegna. Le spese di bonifica
ammontano a circa 9 milioni di euro, mentre i titolari della società SGM
sono magicamente scomparsi.
Emerge un altro dato inquietante sulla società, un passato di
debiti, fallimenti e fughe alle isole Cayman. Intanto tutta la zona dove
sono avvenuti gli scavi è da anni sorvegliata attentamente giorno e
notte in quanto sussistono gravi pericoli: ad esempio, cadere accidentalmente nella
bacino d’acqua contenente le alte percentuali di cianuro significherebbe
morte certa.
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Ripercorriamo un attimo la storia di questa intricata vicenda,
riguardo la quale sarebbe opportuna anche una dovuta inchiesta da parte
del ministero. La società Sardinia Gold Mining è per il 90% di
proprietà della Buffalo Gold e per il restante 10% della Progemisa. Nel
1997 viene estratto il primo lingotto d’oro dalla miniera
che si estende per 400 ettari e conta 4 attività di scavo "a cielo
aperto" (quindi non gallerie) con annessi bacini di stoccaggio. Le attività di produzione
avvengono con la procedura di frantumazione della roccia da cui è
estratto l’oro (di
tipologia epitermale) contenuto in piccole parti, che viene poi isolato con
un trattamento a base di cianuro di sodio. Per produrre un lingotto di
10 chili è necessario polverizzare 5 tonnellate di roccia. Dal 1997 al
2008 sono state prodotte 9 tonnellate d’oro.
Nel 2008 la Sardinia Gold
Mining viene dichiarata fallita, la
miniera viene letteralmente abbandonata e i 42 dipendenti,
successivamente, messi in cassa
integrazione. In tutto questo è coinvolto anche l’attuale Governatore
della Sardegna Ugo Cappellacci, che dal 2001 al 2003 in veste di
commercialista era alla guida dalla SGM; quindi corresponsabile del
disastro ambientale di Furtei. Ancora più grave è il fatto che tutti i
responsabili si siano dati alla fuga e che in seguito la Regione
abbia stanziato soldi pubblici per pagare bonifiche mai avviate
concretamente. In merito alla vicenda, Cappellacci fa sapere – "nel
2003 decisi di lasciare la Sardinia Gold Mineral rinunciando anche a
tutti gli emolumenti. Mi resi conto che c’era qualcosa che non andava.
Erano persone poco affidabili il cui intento era solo quello di fare
ricerche minerarie per recuperare denaro ai fini borsistici" .
C’ è da chiedersi
allora: perché, visto che si rese conto che
qualcosa non andava, non informò tempestivamente la Procura della Repubblica consentendo
invece, come avvenne, la fuga dei responsabili?
Altro aspetto poco chiaro della vicenda, importante da sottolineare,
è che a denunciare la vicenda, oggi, è Mauro Pili il quale, uscito dal
Pdl, ha
creato un soggetto politico nuovo, Unidos, che si appresta a concorrere
alle prossime elezioni regionali. Mauro Pili ha dimenticato però un
piccolo particolare: era lui infatti, nel 2003, il governatore della
Sardegna. All’epoca, lo ricordiamo, ancora non erano state adottate le
attuali misure di sicurezza e sarebbe stato facile, lo sollecitarono gli
stessi operai in più di un occasione, far eseguire i dovuti sopralluoghi per
verificare lo stato ambientale dell'area interessata. Pili, dopo il caso del 41-bis da lui
votato quando era deputato Pdl e da lui recentemente usato come
argomento da campagna elettorale, perde frequentemente la memoria.
Auguriamoci che non la perdano i Sardi. Soprattutto su questa vicenda è
davvero il caso che intervengano al più presto le autorità competenti.
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Antonella Soddu |
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