Oro e mercurio ... che fare?
Vi potrebbe capitare, facendo ricerca di oro alluvionale nei
torrenti, di osservare alcune
scagliette di oro dall’aspetto
particolare, con vistose chiazze di colore bianco argenteo e la viva
lucentezza metallica. Queste chiazze sono dovute all’attacco e
conseguente amalgama del mercurio!
Ovvero siete in presenza del cosiddetto
"oro mercuriato".
Parlo
delle ricerche aurifere di torrente, in quanto nei grandi
fiumi
auriferi del nord Italia (Ticino, Elvo, Orco e Orba) è più
infrequente incontrare questa fenomenologia e questo per una chiara ragione
ambientale.
Il mercurio che possiamo trovare in
amalgama sulle nostre scagliette
di oro può avere due distinte origini: a) naturale per la sua
oggettiva presenza nelle rocce dell’area del torrente stesso; b) di
origine antropica.
Il
mercurio può essere stato introdotto nelle aree dei bacini dei
torrenti in due diverse modalità:
a) da reflui di lavaggio legato alla ricerca aurifera;
b) discariche di materiali di scarti industriali (questo ultimo
aspetto potrebbe essere anche dovuto a fenomeni di esondazioni
catastrofiche del passato).
Delle scagliette di oro
parzialmente mercuriate,
qui ingrandite a
20 X.
Di fatto,
succede assai spesso che in presenza di molto materiale derivato da attività umane (piombi e rottami vari) alcune plaghette di oro
risultano contaminate da questa mercuriazione.
La
contaminazione da mercurio, oltre a togliere lucentezza e colore al
nostro oro, potrebbe addirittura diffondersi alle altre scagliette
che stiamo conservando nella medesima provetta. Nel caso vi rendiate
conto della presenza di oro mercuriato, è buona norma non tenerlo
immerso in acqua bensì in una provetta asciutta, perché la
formazione dell’amalgama usa come veicolo preferenziale l’acqua e,
di conseguenza, il
mercurio in eccesso presente in una delle scagliette potrebbe andare
a contaminare e danneggiare tutte le altre.
Scagliette di oro di cui una
mercuriata, Torrente Arno (VA)
Se volete
maggiori informazioni sul fenomeno della formazione dell’amalgama
con il mercurio potete trovarne in rete e sui testi legati alla
storia e alla metallurgia dell’oro. Ancor oggi in alcune regioni del
mondo si usa il mercurio per recuperare le porzioni più fini di oro,
con enorme danno per l’ambiente. Il mercurio è un metallo liquido a
temperatura ambiente, ma estremamente tossico per la salute, si
disperde facilmente nell’aria attraverso i suoi vapori e si accumula
nell’organismo con danni irreversibili.
Cosa fare se il nostro oro è "contaminato"?
E’ possibile cercare di riportare l’oro ad uno "status" simile alla pre-contaminazione attraverso un riscaldamento attorno ai 350 °
centigradi. La cosa è realizzabile facilmente e semplicemente
ponendo le scaglie sopra ad una fonte di calore ... non fosse che i
vapori di mercurio non sono certamente salubri da respirare! Quindi
mi permetto di SCONSIGLIARE questa pratica e tenere l’oro con la
traccia della contaminazione mercuriale così com'è.
All’interno
di una provetta, e a secco, il mercurio difficilmente si diffonderà
arrecando danno alla vostra salute, e resterà come monito per
comprendere che anche il metallo più nobile può essere danneggiato
dagli errori dell’uomo!
Ribadisco infine il mio consiglio di non far evaporare il mercurio
se non con l’uso di una cappa aspirante o di un distillatore che
recuperi e faccia precipitare appunto il vapore di mercurio e,
qualora decideste di procedere a questa operazione, sappiate che in
ogni caso l’oro successivamente risulterà un po' più poroso e opaco
in quanto l’amalgamazione avrà comunque lasciato traccia del suo
passaggio sulla vostra bella lucente scaglietta di oro.
Bogni Dott. Giorgio
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