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| Per la descrizione delle ricerche
aurifere, delle metodiche di
estrazione e susseguente lavorazione del minerale in uso nel 1700 e dintorni si
può senz'altro far riferimento alle seguenti note che riportano
alcune parti di un' un intervista fatta dall'editoriale
"Scienza e vita" al sig. Zurbriggen; la versione
integrale del testo é posizionata (in questo sito) tra le
schede che interessano le miniere italiane di Pestarena e Macugnaga,
perchè si tratta di una conversazione riguardante la miniera di
Guia . |
| "...Nel Settecento non esistevano ancora le
perforatrici e i compressori
per cui lo scavo veniva effettuato a
mano
servendosi della mazzetta e
del martello, gli utensili che in tutto
il mondo sono il simbolo del lavoro
minerario. In una giornata, suddivisa in tre turni di lavoro, i
minatori
avanzavano nella roccia di circa
40-50 centimetri. Può sembrare poco, ma bisogna tenere conto che,
visto che la galleria di accesso era
molto stretta e bassa, non potevano
lavorare in più di due alla volta.
Quando i minatori incrociavano
una vena cominciavano a scavare
dal basso verso l'alto servendosi
dello scalpello e della mazzetta. In
questo modo venivano creati i cosiddetti camini o fornelli, cioè le
gallerie verticali visibili ancora oggi attraverso cui veniva fatto
scivolare verso il basso il materiale
aurifero via via estratto.Per
rendere più agevole il trasporto, la
galleria centrale era leggermente
in discesa verso l'esterno. L'inclinazione consentiva inoltre di
eliminare l'acqua che spesso si formava
durante gli scavi ...".
Scienza &
Vita:
Cosa usavano i
minatori nel Settecento per vederci
al buio?
Zurbriggen: Dentro alla miniera
ho raccolto i lumini ad olio utilizzati per illuminare le gallerie
prima
che fossero scoperti l'acetilene o il
carburo. I minatori, che dovevano
avere le mani libere mentre salivano o scendevano le scale poste nei
camini che collegavano i vari livelli, indossavano dei cappelli
dotati di candela. Scienza & Vita: Quanto durava
la vita lavorativa di un minatore?
Zurbriggen: Cominciavano a
14-15 anni e dopo vent'anni al
massimo dovevano smettere perché la loro salute diventava assai
precaria non solo a causa del lavoro
massacrante ma anche per via
della tremenda umidità che c'è
dentro alla miniera.
Scienza & Vita: Come avveniva
a quei tempi la lavorazione del
materiale estratto?
Zurbriggen: In primo luogo,
veniva selezionato dalle cosiddette
cernitrici, donne in genere nubili
che lavoravano in miniera per mettere da parte i soldi per la dote. La
pirite aurifera scelta veniva, quindi
leggermente frantumata con la
mazzetta e posta in un mulino. Si
aggiungeva un po' d'acqua e si
lasciava macinare il composto per
circa 2 ore. Poi, si aggiungeva del
mercurio che, essendo molto pesante, andava a depositarsi sul fondo
del mulino. Anche l'oro, che ha
un peso maggiore del materiale
roccioso, precipitava verso il basso
e, mescolandosi col mercurio, formava la cosiddetta amalgama.
L'operazione di frantumazione doveva
continuare per almeno altre 8 ore
prima di procedere al lavaggio che
serviva ad eliminare il fango e i
detriti eventualmente
presenti.
Terminato il lavaggio, sul fondo del
mulino rimaneva solo l'oro mescolato al mercurio. Il composto veniva
allora versato in pelli di capra o
camoscio che hanno la caratteristica di essere molto resistenti. Strizzando
le pelli, esse fungevano da
filtro: il mercurio usciva dai pori e
nella pelle rimaneva l'oro che in
questa fase non aveva ancora l'aspetto che ci è familiare a causa
della presenza dei residui di mercurio.
Quest'ultimo veniva eliminato
definitivamente solo con la fusione
in un crogiolo (nella foto). Questa era una fase
molto pericolosa perché bisognava
stare attenti a non respirare i vapori
mortali del mercurio che evapora a
circa 300°C. Quando la temperatura raggiungeva circa 1000°C si
otteneva finalmente L'oro puro." |
Estratto da un articolo di Paola
Pardieri, apparso su "Tecnologia". |
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Vedi
anche una pagina che
approfondisce il discorso sull'amalgamazione. |
Vedi
anche una pagina che descrive il metodo
della cianurazione. |
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Se
vuoi vedi l'Indice degli articoli di storia o di tecnologia che sono distribuiti nel Sito. |
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