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il millerighe

 

 

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Un altro paio di foto riguardanti le canalette per cercare oro: la prima è basata esclusivamente sul tappetino millerighe, materiale in plastica molto in uso nei tempi moderni, mentre le altre sono di struttura più tradizionale.

Le canalette di

Matteo B. Bettoni

 
 
 
 
   

Canaletta con tappetino millerighe per cercare oro

                                                              Foto di Matteo Buzz Bettoni

 

 

NOTE DI Z.G. Posso fare qui solo alcune considerazioni in generale e del tutto personali, stando alla foto, perché non ho mai visto in funzione la canaletta in questione.

In questo caso, chiamarla canaletta anziché scaletta (termini solitamente considerati come "sinonimi" nel gergo dei cercatori d'oro) mi sembra particolarmente appropriato perché in quel che vediamo non presenziano appunto i consueti scalini che altrimenti son soliti caratterizzare l'attrezzo, bensì ne è stato rivestito completamente il fondo, completamente "piano", con un tappetino millerighe atto a trattenere le particelle d'oro.

Personalmente penso che la medesima sia da usarsi dove la corrente è moderata, costante e, soprattutto, in ambiti nei quali si conoscono già le dimensioni dell'oro trovabile, che in questo caso significherebbe oro molto piccolo, magari diffuso, ma le cui dimensioni possano ovviamente risiedere nei solchi del tappetino, come capita ad es. riguardo l'oro proveniente dai filoni di Orbeillaz (V. d'Ayas)  o dal distretto minerario di Crodo o da alcuni filoni della V. Toppa ecc.

Ora, considerando che questo cercatore avrà sicuramente tutte le sue  ottime ragioni (posti particolari con peculiari dimensioni e forme dell'oro ecc.) per agire con questo attrezzo, voglio invece approfittarne per fare alcune riflessioni in generale sull'argomento.

Sui grandi fiumi della Pianura Padana il tappetino millerighe viene spesso applicato, in canalette che presentano anche gradini (come ad es. in foto a seguire), a monte di questi, cioè nella zona adibita a versarvi il materiale da trattare; questo fa sì che fin da subito vi si possa notare il soffermarsi di scagliette d'oro, costituendo così anche una sorta di spia che aiuta a rendersi conto della ricchezza o meno di quel che si sta lavando; da notare che una volta alcune scalette disponevano di una spia vera e propria la  quale, non disponendo a quei tempi dei sagomati plastici o metallici di oggigiorno, si otteneva scavando nel legno, sempre nella parte iniziale sopraccennata, una specie d'incavo centrale squadrato oppure a forma di grosso cucchiaio a seconda dei gusti (vedine un esempio).

 

Secondo me, pur sembrandomi molto lunga la canaletta qui in alto, e forse lo è per ridurre al minimo il rischio di perdite, qualche "scalino" finale non avrebbe certo guastato e questo sia per non porre limiti alla provvidenza, cioè una scaglietta o pagliuzza più grossa delle solite se non trova spazio in cui depositarsi tende necessariamente a spostarsi pericolosamente sempre più verso l'uscita dell'attrezzo, sia perché costituirebbe una garanzia, visto che quando una scaletta è ben posizionata, con giusta corrente ecc. l'oro che cade in uno scalino, vi rimane.

Volendo, si potrebbe però premunirsi anche con  vecchio stratagemma usato dai cercatori di alcune zone e che consiste nel mettere una batea o qualcosa di simile, all'uscita della canaletta, cioè sotto a dov'essa forma (e ... dovrebbe sempre formarla perché aiuta un omogeneo fluire della corrente) la piccola "cascatella finale" e questo di modo che eventuali perdite aurifere vi si depositino, scrollando ogni tanto quest'ultimo contenitore o "mischiandone" il contenuto con un bastoncino. In questo caso, a fine giornata naturalmente si laverebbe anche quel materiale e così si avrebbe inoltre modo di rendersi conto di come si sia comportata la canaletta; purtroppo la possibilità di applicare tale accorgimento dipende strettamente dall'inclinazione del terreno, ragion per la quale risulta attuabile senz'altro quando si agisce in torrenti di montagna, ma più difficilmente sui grandi fiumi.

 

La foto sottostante mostra invece due canalette che mi sembrano di formato più ridotto e se è così vanno quindi benissimo anche in torrentelli alpini presso i quali, tra l'altro, sovente non è facile se non addirittura impossibile posizionare al meglio quelle più grosse.

Quella nera sulla destra ha una struttura classica cui si può applicare o meno il millerighe a monte dei gradini, mentre quella di sinistra mi  sembra abbia, al posto dei gradini, una sorta di maglia metallica atta ad intrappolare pagliuzze o scagliette. Personalmente mi è capitato diverse volte di utilizzare quest'ultimo tipo (grata metallica) per lavare materiale proveniente da giacimenti a solfuri auriferi e con ottimi risultati: questo perché l'oro rilasciato dai solfuri, indipendentemente dal totale di quel che si trova, è costituito da singoli esemplari sempre molto piccoli, poco più che puntini e non c'è quindi il rischio di vedersi scivolar via, insieme al terriccio, pagliuzze più grosse.

La canaletta nera, rimanendo come discorso nell'ambito dei torrenti di montagna ecc. è invece a mio avviso l'ideale per le zone nelle quali risiedono miniere d'oro nativo, cioè dove sussiste la possibilità di trovare pagliuzze (per definizione lì non sono scagliette) d'ogni misura.

 

Canalette per cercare oro

                                                 Foto di Matteo Buzz Bettoni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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