NOTE DI
Z.G. Posso fare qui solo alcune considerazioni in generale e
del tutto personali, stando alla foto, perché non ho mai visto in
funzione la canaletta in questione.
In questo
caso, chiamarla canaletta anziché scaletta (termini
solitamente considerati come "sinonimi" nel gergo
dei cercatori d'oro) mi sembra particolarmente appropriato perché in quel che vediamo
non presenziano appunto i consueti scalini che altrimenti son soliti
caratterizzare l'attrezzo, bensì ne è stato rivestito
completamente il fondo, completamente "piano", con un tappetino
millerighe atto a trattenere le particelle d'oro.
Personalmente
penso che la medesima sia da usarsi dove la corrente è moderata, costante e, soprattutto, in ambiti nei quali si conoscono già le
dimensioni dell'oro trovabile, che in questo caso significherebbe
oro molto piccolo, magari diffuso, ma le cui dimensioni possano
ovviamente risiedere nei solchi del tappetino, come capita ad es.
riguardo l'oro proveniente dai filoni di Orbeillaz (V. d'Ayas)
o dal distretto minerario di
Crodo o da alcuni filoni della
V. Toppa
ecc.
Ora, considerando che questo cercatore avrà sicuramente tutte le sue
ottime ragioni (posti particolari con peculiari dimensioni e forme
dell'oro ecc.) per agire con questo attrezzo, voglio invece
approfittarne per fare alcune riflessioni in generale
sull'argomento.
Sui grandi fiumi della Pianura Padana il tappetino millerighe viene
spesso applicato, in canalette che presentano anche gradini (come ad
es. in foto a seguire), a
monte di questi, cioè nella zona adibita a versarvi il
materiale da trattare; questo fa sì che fin da subito vi si possa
notare il soffermarsi di scagliette d'oro, costituendo così anche
una sorta di spia che aiuta a rendersi conto della ricchezza o meno
di quel che si sta lavando; da notare che una volta
alcune scalette disponevano di una spia vera e propria la
quale, non disponendo a quei tempi dei sagomati plastici o metallici di oggigiorno, si otteneva scavando nel legno, sempre nella
parte iniziale sopraccennata, una specie d'incavo centrale squadrato
oppure a forma di grosso cucchiaio a seconda dei gusti (vedine un
esempio).
Secondo me, pur sembrandomi molto lunga la canaletta qui in alto,
e forse lo è per ridurre al minimo il rischio di perdite,
qualche
"scalino" finale non avrebbe certo guastato e questo sia per non
porre limiti alla provvidenza, cioè una scaglietta o pagliuzza più
grossa delle solite se non trova spazio in cui
depositarsi tende necessariamente a spostarsi pericolosamente sempre
più verso l'uscita dell'attrezzo, sia perché costituirebbe una
garanzia, visto che quando una scaletta è
ben posizionata, con giusta corrente ecc. l'oro che cade in uno
scalino, vi rimane.
Volendo, si potrebbe però premunirsi anche con vecchio stratagemma usato dai cercatori di alcune zone
e che consiste nel mettere
una batea o qualcosa di simile, all'uscita della canaletta, cioè
sotto a dov'essa forma (e ... dovrebbe sempre formarla perché aiuta
un omogeneo fluire della corrente) la piccola "cascatella finale" e
questo di modo che eventuali perdite aurifere vi si depositino,
scrollando ogni tanto quest'ultimo contenitore o "mischiandone"
il contenuto con un bastoncino. In questo caso, a fine giornata
naturalmente si laverebbe anche quel materiale e così si avrebbe
inoltre modo di rendersi conto di come si sia comportata la
canaletta; purtroppo la possibilità di applicare tale accorgimento
dipende strettamente dall'inclinazione del terreno, ragion per la
quale risulta attuabile senz'altro quando si agisce in torrenti di
montagna, ma più difficilmente sui grandi fiumi.
La
foto sottostante mostra invece due canalette che mi sembrano di
formato più ridotto e se è così vanno quindi benissimo anche in
torrentelli alpini presso i quali, tra l'altro, sovente non è facile
se non addirittura impossibile posizionare al meglio quelle più
grosse.
Quella
nera sulla destra ha una struttura classica cui si può applicare o
meno il millerighe a monte dei gradini, mentre quella di
sinistra mi sembra abbia, al posto dei gradini, una sorta di
maglia metallica atta ad
intrappolare pagliuzze o scagliette. Personalmente mi è capitato
diverse volte di utilizzare
quest'ultimo tipo (grata metallica) per lavare materiale proveniente
da giacimenti a solfuri auriferi e con ottimi risultati: questo
perché l'oro rilasciato dai solfuri, indipendentemente dal totale di
quel che si trova, è costituito da singoli esemplari sempre molto
piccoli, poco più che puntini e non c'è quindi il rischio di vedersi
scivolar via, insieme al terriccio, pagliuzze più grosse.
La
canaletta nera, rimanendo come discorso nell'ambito dei torrenti di
montagna ecc. è invece a mio avviso l'ideale per le zone nelle quali
risiedono miniere d'oro nativo, cioè dove sussiste la possibilità di
trovare pagliuzze (per definizione lì non sono scagliette) d'ogni
misura.