Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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Il tappetino

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

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Premesso che i vari tipi di tappetini li potete visualizzare nelle pagine delle corrispettive canalette, quando vi sono applicati, qui a seguire vengono riportate solo alcune considerazioni generali che li riguardano.

Il progresso tecnologico che c'è stato negli ultimi decenni del secolo (millennio) scorso a proposito della plastica e dei materiali sintetici, a noi cercatori d'oro ha permesso di riportare in voga uno strumento per la ricerca dell'oro che, grazie appunto alle varietà con le quali si presenta oggi sul mercato (inoltre reperibile senza alcuna difficoltà) è diventato di gran lunga molto più usato di allora. Infatti scegliendo il tipo idoneo tra il millerighe, il miner moss (è lo "zerbino" coi filamenti tutti intrecciati, per capirci), oppure a celle quadrate ecc. è possibile creare una canalina ibrida, cioè con un tratto di tappetino e un'altro a gradini tradizionali, oppure costituita addirittura da soli tappetini.

Una curiosità: ricordato che se noi oggi possiamo apprezzare le qualità di questo attrezzo, lo dobbiamo certamente anche al sig. Guido Varini, bancario di Modena che usava trascorrere le vacanze in quel di Oleggio (Ticino) cercando oro, e che lì introdusse per primo l'uso dello zerbino, che era la sua tecnica di ricerca. Egli usava allora uno zerbino di cocco inserito in una comune canaletta ed i risultati erano più che soddisfacenti, soprattutto se l'oro era di piccole dimensioni (cosa abbastanza scontata in molti fiumi): l'unico svantaggio era dato dal fatto che a fine giornata il recupero del concentrato era piuttosto laborioso perché occorreva lasciare ben asciugare quella sorta di stuoia e poi sbatterla energicamente più volte contro un foglio di plastica posato per terra onde riuscire a liberare tutto il concentrato che quello zerbino "primordiale" aveva a suo tempo giustamente intrappolato.

Sono passati pochi decenni da allora, e come già detto l'evoluzione sui materiali plastici ha fatto passi da gigante, quindi noi oggi possiamo infatti comprare un semplice tappetino artificiale (ad es. quelli verdi tipo erba finta, con gli aghetti verticali), tagliarlo della dimensione adeguata, incastrarlo in una canaletta... ed il gioco è fatto (ma vedi qui a lato anche per i "millerighe" e altri tipi ancora).

Considerando la struttura dell'oggetto, in alcuni casi e comunque solamente se nella canalina non presenziano gradini,  non sarà neanche indispensabile setacciare il materiale che vi sarà immesso perché il pietrisco più grossolano scivolerà direttamente a valle della canaletta, mentre le scagliette d'oro (avendo dimensioni più ridotte) s'incastreranno/depositeranno inevitabilmente nel reticolo del tappetino (qui a lato, un Miner moss in questo caso nero e può essere verde, blu ecc.). Per quanto riguarda le misure ho notato sui fiumi che talvolta questa tipologia di canaletta è più stretta di quella con gli scalini perchè evidentemente essa riesce a "lavorare" molto in fretta, senza provocare quei pericolosi ingorghi che possono mettere a repentaglio il buon funzionamento delle scalette in generale. Io stesso usai più di una volta un tappetino largo poco più di 20 cm. (ma a onor del vero nel mio caso superava abbondantemente il metro di lunghezza e in ogni caso mi trovavo in una situazione che non mi lasciava altra scelta) e devo dire che ne apprezzai molto il risultato: in pratica feci questo esperimento in una miniera, tenendo sollevata da terra la canaletta  tramite sostegni ed immettendovi a monte l'acqua utilizzando una piccola pompa con relativo tubo ecc.

Al termine di ogni giornata facevo sempre diverse analisi sul materiale fuoriuscito a valle (cioè quello che dovrebbe essere sterile) e con mio sollievo appurai infatti l'ottimo funzionamento del contesto perché nello scarto non trovai mai meritevoli presenze aurifere. Questo in miniera, anche se come già detto il tappetino è oramai abbondantemente utilizzato nei fiumi "alluvionali".

In ogni caso, al termine del lavaggio è sufficiente estrarre il tappetino (volendo si può anche arrotolarlo), immergerlo in un secchio con acqua, srotolarlo, scuoterlo leggermente per pochi istanti, tutto questo sempre nell'acqua e ovviamente con il

Altre note informative sulle caratteristiche dei diversi tipi di tappetino le trovi in questa pagina.

lato utile rivolto in basso, ed il suo contenuto passerà in un attimo nel secchio per poter esser finalizzato con la solita batea.

 

 

A questo punto ci terrei però a precisare una cosa, anzi due:

la prima consiste nel fatto che tra la scaletta tradizionale (canaletta, canalina, quella coi gradini, per intenderci) e l'uso invece del tappetino incastrato in una qualsiasi canaletta (anche dal fondo piatto perché taluni a questo punto gli scalini non li usano neanche più) esistono per così dire due scuole di pensiero visto che alcuni credono di più nell'una e altri invece nell'altra: su questa piccola diatriba non voglio esprimermi (pur avendo una precisa opinione) non solo perché si Tappetino aghiforme per orotratta in entrambi i casi di due strumenti eccellenti (i migliori in ambito amatoriale), ma anche perché  esistono varianti ed "incroci" personalizzati, nel senso che nulla vieta di costruirsi una canalina che inizi (a monte) con tre o quattro gradini e che prosegua poi col tappetino, o viceversa, disponendo così di un formato ibrido come tanti che ormai si vedono in circolazione.

A lato, un tappetino aghiforme ingrandito.

La seconda questione mi sembra però più determinante ed in questo caso dirò cosa ne penso al merito. Mi riferisco a quando nei torrenti di montagna si cerca oro nativo: quest'ultimo, qualunque sia la canaletta in uso, ama talvolta comportarsi e depositarsi in modo piuttosto bizzarro rispetto alla "pacifica rassegnazione" delle scagliette alluvionali: questo fattore è dato sia dalla sua forma/spessore, sia (soprattutto) perché sovente le pepitine native contengono "carie", oppure residui di altri minerali che modificano il peso specifico dell'insieme. Inoltre, se le scagliette dei grandi fiumi  hanno solitamente dimensioni più o meno già prevedibili e consuete (salvo rarissime eccezioni ovviamente), quando si cerca oro nativo invece ... non bisogna por limiti alla provvidenza e potrebbe quindi capitare di vedersi letteralmente scivolar via un campione aurifero che è troppo grosso per potersi incastrare tra gli aghetti del tappetino, come ad es. quello qui a lato (anno 1992). A mio avviso si rischia insomma di perdere il meglio: questo il motivo per cui nelle località caratterizzate da oro nativo utilizzo solamente la scaletta coi gradini e quando posso faccio anche in modo che l'acqua in uscita crei una cascatella e finisca in un secchio prima di strabordare nuovamente nel torrente (si tratta naturalmente di scelte ed opinioni del tutto personali).    

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