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Un'approfondita descrizione di Giuseppe Rizzi sulle batee concentriche,
cioè quel tipo di piatti per oro che anziché avere, come di consueto, i fianchi
significativamente incassati e quasi completamente lisci, risultano invece molto appiattiti e
interamente occupati da
righe circolari (o pseudo, ma vedrete), con ovvi relativi avvalli tra
gli stessi. Qui è spiegato nel
dettaglio come costruirsela. |
Il
mio miglior piatto
Negli
anni, per arrivare a trovare la miglior soluzione in funzione del
risultato sul fiume ho costruito una quindicina di piatti concentratori diversi. Ho
provato a variare il numero di anelli da 9 a 13, ho usato compensato da
3 e 4 mm. di spessore, ne ho fatti con piano di scorrimento per l’uscita
della sabbia in piano o, variando la larghezza degli anelli, con il
piano d’uscita che va a rialzarsi verso l’esterno ed ho sperimentato
materiali diversi per la finitura esterna del piatto.
Ho
comunque sempre mantenuto fissa la misura del diametro di 50 cm, uguale
a quella dei piatti da gara, perché il lavoro sul fiume potesse anche
essere da allenamento per le gare, ma soprattutto perché ho valutato
che sia il miglior compromesso tra la possibilità di carico e la
possibilità per le scagliette d’oro di penetrare lo strato di sabbia
sino al fondo nel percorso dei 25 cm. dal bordo piatto al piattello
centrale. A differenza dei piatti che si usano per le gare, il piatto
per concentrare, deve essere necessariamente più profondo; un secchio
della sabbia che si usa per le gare dei cercatori d’oro, lascia nel
piatto solo una minima parte di concentrato, mentre il secchio di sabbia
raccolto in una zona aurifera darà una abbondante quantità di
concentrato pesante (cioè magnetite, granato, ilmenite, piombi, ecc..) tanto
più quanto più è buona la zona. Dunque, a conclusione di tutti i vari
esperimenti, il piatto che mi ha dato le maggiori soddisfazioni è quello
realizzato con compensato di pioppo spessore 3 millimetri, verniciato
con impregnante tinta noce, con 12 scalini, un piattello centrale con
diametro 140 millimetri, una profondità di 42 millimetri ed è
rivestito sulla parte esterna da uno strato di silicone grigio . Ha una
capienza a raso di poco più di 3 decimetri cubi.
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Materiali
usati per la costruzione:
Fogli di
compensato di pioppo ( possibilmente senza nodi) da 50 x 50 cm.
Vernice
impregnante per legno.
Colla
Vinilica.
Eventuale
pistola spara-graffette da 8 – 10 mm.
Per la
finitura della parte esterna: silicone verniciabile o stucco metallico o
anche solo vernice flatting.
Eventuale
vernice in bomboletta nero opaco per l’interno, a piacere per l’esterno
(meglio colori chiari).
Attrezzi:
Compasso
da taglio : l’attrezzo della foto sottostante, che ho realizzato per
tagliare dal foglio di compensato gli anelli, richiede un po’ di tempo
per essere costruito ma poi risulta molto veloce per la realizzazione
dei tagli, e quindi per la realizzazione di più piatti. La necessità
di produrne di diversi per numero di gradini, per larghezza interna del
piattello, per variazioni nella larghezza dei gradini (partendo stretti
sui diametri esterni ed allargandosi progressivamente verso il centro)
era richiesta dalla sperimentazione.
P.S.
Qualsiasi attrezzo da taglio può essere usato (seghetto da
traforo, seghetto alternativo, taglio laser ecc.) a condizione che il
taglio risulti sufficientemente preciso e netto e senza rischio di
slabbrare il compensato che, essendo formato da più strati di legno
sovrapposti, risulta sotto questo aspetto, delicato.
Procedimento:
1) Applico
una prima mano di vernice impregnante (uso il colore noce scuro) sulle
due facce dei fogli di compensato.
2) Disegno
due linee perpendicolari tra loro che si incrocino perfettamente al
centro dei due fogli di compensato: una delle due linee dev'essere
allineata alla vena del legno. Queste linee saranno utili nella fase d'incollaggio degli anelli
per avere
infine una perfetta centratura
dei dischi.
Nella foto, l'attrezzo che ho realizzato per ritagliare velocemente
gli anelli, ma come già detto si può usare anche un semplicissimo
seghetto da traforo ecc.
3)
Fisso con della cera a caldo, sui due fogli, all’incrocio delle due
perpendicolari disegnate prima, due rondelloni (punto 1) che serviranno per far girare il compasso da taglio.
4) Procedo
a tagliare gli anelli. Con la mano tengo fissa al centro la parte ripiegata dell’asta del cursore (quella
inserita nella rondella di centro)
e con l’altra mano che impugna il cursore porta- lama" lo faccio
ruotare con passate successive sino al completamento del taglio. Sotto al foglio
da tagliare metto un altro foglio di compensato o cartone spesso e
questo perché la lama, oltrepassato il foglio da tagliare, potrebbe rovinarsi e/o
incidere il piano di lavoro. Naturalmente gli anelli via via tagliati andranno maneggiati con
cura per evitare che si spezzino.
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5)
Rivesto con carta abrasiva a grana fine una sezione di un tubo di
plastica e, con questo attrezzo tondo, liscio il bordo interno dell’anello
per creare un leggero angolo acuto (meno di 90°). Il
gradino
tra lo spigolo e la superficie dell’anello sottostante deve quindi
rientrare leggermente (vedi al lato).
6) Applico
la seconda mano di vernice impregnante sugli anelli tagliati e
carteggiati, specialmente sul loro |
bordino interno.
7) Quando
la vernice è perfettamente asciutta inizio l'incollaggio e questa è l’operazione
che richiede più tempo e attenzione. Ricordarsi che gli anelli hanno
due facce, quella che sarà la parte esterna del piatto e la faccia
interna sulla quale avremo i tratti delle linee perpendicolari che
abbiamo in precedenza disegnato.
Incollo
gli anelli in fasi successive: il 1° anello con il 2° , il 3° anello
con il 4°, il 5° con il 6° ecc… con la procedura seguente: su un
piano di lavoro, coperto da un foglio di giornale, poggio l’anello
più grande, applico un giro di colla su quella parte che verrà coperta
dall’anello più piccolo, posiziono sopra l’anello piccolo ben
centrato, questo servendomi del riferimento delle perpendicolari precedentemente
disegnate e premo con le dita, poi appoggio sopra una tavola che copra
completamente il cerchio e vi aggiungo centralmente un peso per
stabilizzare l’incollaggio. Per evitare che nel tempo il piatto si
possa imbarcare e per renderlo un poco meno elastico occorre fare
attenzione che tra i due anelli che si vanno a sovrapporre nell’incollaggio
le vene del legno siano incrociate. Dopo un paio di minuti la colla
avrà già iniziato la presa, delicatamente giro gli anelli incollati e
rimuovo l’eccesso di colla fuoruscito solo sul lato che sarà l’interno
del piatto. Quando tutte le coppie di anelli saranno saldamente
incollate, procedo alla successiva fase di incollaggio, accoppiando la
coppia del 1° e 2° anello con la coppia del 3° e 4°, la coppia del
4° e 5° con la coppia del 6° e 7°, ecc. e così sino alla fine degli
incollaggi.
8)
Graffettatura: per fissare meglio gli anelli l’uno all’altro, oltre all’incollaggio a volte uso graffette da 8 -10
mm, inserite
con una spara-graffette dall’interno del piatto verso l’esterno, a
distanze regolari sulla circonferenza e piegando all’interno e
ribattendo poi le puntine che fuoriescono sul lato esterno del piatto.
Se l’incollaggio è stato perfettamente eseguito e ha fatto ben salda
la presa, la graffettatura può essere superflua ma è comunque una
sicurezza in più sulla durata e tenuta degli incollaggi.
9) Con
carta vetrata finisco il bordo esterno del piatto arrotondando il
profilo, per rendere senza "spigoli" la presa delle dita
quando il piatto sarà in uso. Con un pialletto raspa e/o con un tampone
piano rivestito di carta abrasiva grossolana smusso sul lato esterno del
piatto lo spigolo alla giunzione tra gli anelli (vedere
figura sopra "porzione di piatto sezionato") per ridurre
al minimo la quantità di materiale che dovrà rendere piana la
superficie esterna del piatto.
10) Per
la finitura del lato esterno del piatto, uso un silicone verniciabile.
Uso il silicone per la facilità di lavorazione, la leggerezza, l’elasticità
e soprattutto come completamento della impermeabilizzazione.
Distribuisco il
silicone sulla superficie e, con una larga spatola, raso a riempire i
gradini tra gli anelli. Con una spugna appena umida, tampono leggermente
tanto da ottenete una superficie omogenea e con un aspetto di sottile
bugnatura. A silicone completamente consolidato, procedo a verniciare il
piatto, anche se questa ultima operazione non è indispensabile avendo
solo valenza estetica. I miei ultimi piatti sono grigi all’esterno
(colore del silicone) e color legno scuro (dell’impregnante) all’interno.
In alternativa alla finitura con il silicone e per avere un piatto
ultraleggero, una volta passata la carta vetrata per lisciare la
superficie esterna del piatto, la vernicio con uno o più strati di
vernice Flatting.
11) Per
la finitura del lato interno del piatto uso una bomboletta di vernice
spray nero opaco, solo se il colore dell’impregnante non è scuro a
sufficienza, per permettere di distinguere le scagliette d’oro.
O.K. a questo punto il piatto è pronto all’uso.
Un
difetto questo piatto ce l'ha, se difetto si può chiamare la mia
distrazione ... Data la sua leggerezza è un piatto che galleggia e più
volte ho dovuto inseguirlo nella sua navigazione sulla corrente d’acqua!!!
Il più
leggero che ho realizzato pesa 575 grammi, il più pesante 925 grammi e,
per avere un confronto, il piatto di Ken Karlsoon usato per le gare pesa
1.300gr.
Giuseppe Rizzi
Vedi,
se vuoi, la prima pagina di questo argomento. |
NOTA: questo argomento è
stato in seguito
aggiornato e sviluppato con nuove informazioni e molte immagini che
mostrano come usare il piatto concentratore.
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