Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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E' un Sito sull'oro con centinaia di pagine utili alle vostre ricerche e dispone anche di Facebook per dialogare ecc. Per la Posta in generale: ho sostituito la mia precedente pagina Facebook (si può ancora consultarla, ma non più scriverci) con una nuova in formato Gruppo, la cui iscrizione è assolutamente gratis e dove potrete inserire domande o argomenti aggiungendo vostri "post", oppure rispondere e dialogare in quelli di altri già presenti.

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Piccoli di prestigio

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

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In questa pagina "raggruppo" una manciata di foto (già distribuite nel Sito a seconda degli argomenti che le riguardano singolarmente) che mostrano ritrovamenti di pregio di "provenienza "garantita, cioè effettuati da persone che ho conosciuto, o dal sottoscritto stesso ecc.

Con questo termine non intendo necessariamente "oro il più grosso possibile", fattore del tutto relativo, basti pensare che una nostra pepitina quasi eccezionale, in California sarebbe considerata poco più che un comune ritrovamento: per ritrovamenti di pregio voglio invece riferirmi a  campioni particolari rispetto al luogo italiano nei quali sono stati trovati, oppure di rilievo in ogni caso per le loro caratteristiche.

In sostanza, e solo per cercare di spiegarmi, anche la dimensione può aver la sua giusta importanza in uno specifico posto italiano dov'è risaputo che di norma vi si trova solo oro piccolino; idem dicasi quando capita di trovare sui fiumi scagliette per noi enormi.

1

Oro del Cervo, una scaglia grossa.

"Beppe" Carenzo con la grossa scaglia (12,3 gr.)

che ha trovato (nel 2004) nel Cervo.

 

 

 

Ma come già detto, non è certamente solo la dimensione a determinare l'importanza dei ritrovamenti di pregio, perché può anzi capitare che a "farla da padrone" sia la struttura dell'oggetto, il quale talvolta si presenta in forma cristallizzata o con sembianze particolarissime e in questi casi, non di rado, si tratta di campioni piccolissimi, ma che in cambio offrono (ancor meglio se osservati con la lente) un'estetica o caratteristiche veramente di gran classe, ben difficili da rilevare su esemplari più grossi, come quello della foto qui a seguire.

 

2

Vedi la pagina

con altre foto

 

 

 

Un altro esempio di ritrovamento di pregio è dato da quei campioni sui quali, oltre al'l'oro, presenziano altri minerali: questa naturalmente è una situazione assai improbabile riguardo la ricerca sui fiumi, infatti in questo caso mi riferisco alle ricerche in miniera ( e loro relative discariche, ma di questo ne ho già accennato in altra pagina.

 

3

Oro cristallizzato italiano.

Oro cristallizzato con presenza di tetraedrite (le due chiazzette scure) e un cristallino di quarzo intero e trasparente al centro.

 

 

 

Oppure, sempre agendo nei pressi di miniere, ma anche all'aperto, cioè in corsi d'acqua posti immediatamente a valle delle medesime, c'è la possibilità di trovare, oltre alle classiche pagliuzze giunte fino a lì per svariati motivi, oro nativo che conserva ancora parte delle sue caratteristiche d'origine (foto qui sotto).

 

4

Si direbbe esempio di una delle

 modalità di oro cristallizzato

 in forma dendritica.

 

 

 

Ci sono poi altri esempi, come il cosiddetto oro peculiare che si può reperire nei torrentelli del distretto aurifero della Val Gorzente, tra i quali, a tal proposito, il più interessante è forse il Rio Secco (che come dice il nome stesso, il più delle volte di acqua ne ha ben poca e si rischia anzi di trovarlo asciutto), dove si possono trovare forme assai particolari, tipo veri e propri anellini, fiammiferini, oro a filamenti e via dicendo. Nota: vedere "l'incredibile" filamento sottostante.

 

5

Oro del fiume Orba

Piccolissimo, ma splendido filamento trovato nel fiume Orba (foto proprietà F.D.)

 

 

 

6

Oro a filetti trovato nel Piota.

Vedi la pagina sui formati delloro.

 

           

Continua qui a lato punto 7

 

 

 

Un argomento a parte:

i campioni acidati.

 

Quando capita di vedere "in

circolazione" campioni di quarzo il cui oro emerge con vistosi ciuffi o ramificazioni che si elevano parecchio dalla sua matrice quarzifera, significa che i medesimi sono stati trattati con acidi, in particolar modo il Fluoridrico; quest'ultimo, pericolosissimo da usarsi se non si è più che pratici (una sola goccia sulla pelle provoca gravi ustioni molto dolorose) ha la facoltà di sciogliere letteralmente il quarzo e suoi derivati (vetro ecc.), quindi, di conseguenza, utilizzandolo con bravura si può ridurre il quarzo ai minimi termini, di modo che sulla "nuova" base ottenuta appaiano le varie ramificazioni d'oro che prima erano incorporate e celate dal quarzo stesso. Questa operazione comporta quasi sempre al tempo stesso la "perdita", o meglio il distaccarsi di varie particelle d'oro che non erano collegate tra di loro sino alla base quarzifera conservata, ma a seconda del risultato finale ottenuto, può essere trascurabile ed è per quest'ultimo motivo che di norma, se s'intende trattare i campioni col Fluoridrico, non conviene farlo solo con uno, ma con molti per aver così la possibilità di esser ripagati (anche economicamente nel caso di coloro che li vendono presso i mercatini di minerali) dai risultati dell'insieme rispetto a singoli esemplari che potrebbero non dare l'esito sperato.

Sia chiaro: questo risultato ottenuto artificialmente, non è necessariamente un male, ma una qestione di "scelte", nel senso che io ad esempio preferisco conservare quel che ho trovato nelle sue condizioni naturali, pulendoli per bene usando solo gli acidi Ossalico e Cloridrico, i quali servono rispettivamente a rimuovere incrostazioni di ruggine (Limonite) o calcaree (Calcite) e "sporcizia" varia che vi ci si è accumulata nel tempo. Altri collezionisti invece mirano esclusivamente alla "quantità" di quel che vedono o contemporaneamente anche alla qualità, perché è certo che dopo simili trattamenti possa infine (non sempre) risultare anche oro cristallizzato ecc. ma, pur ripetendomi, insisto nel ricordare che all'origine (cioè al momento del ritrovamento, quegli esemplari erano in realtà costituiti da grossi "pezzi" di quarzo sulla cui superficie presenziavano "solo" chiazze, chiazzette o punteggiature più o meno numerose di oro.

 

Personalmente e per concludere, provai questa tipologia di trattamento solo con un paio di campioni, ma, al di là del risultato ottenuto, me ne pentii in ogni caso perché guardandoli ... mi sembrava che fossero diventati anonimi (anche a livello "affettivo") ... cioè non esser più quelli che avevo trovato!

 

 

 

 

 

Vedi la scheda

in generale sulla

 pulizia dei minerali.

 

 

 

 

 

 

 

Vedi la scheda

sulle proprietà

 e uso degli acidi.

 

7

oro proveniente da solfuri auriferi.

L'oro che è nella pirite aurifera.

 

Anche l'oro presente nella pirite (o nei solfuri auriferi in generale) costituisce naturalmente una campionatura molto interessante perché, pur essendo vero che lo si può estrarre e poi vedere solo con mezzi industriali, e altrettanto vero che, ingegnandosi un pochino, sia possibile anche a livello amatoriale e senza particolari mezzi ricavarne una piccola quantità senz'altro gratificante. Questo ovviamente agendo in miniere caratterizzate da solfuri auriferi.

 

 

 

8

Oro del rio Gorzente

Oro del rio Gorzente (anno 2018 foto

proprietà Vittorio  Mauri).

 

 

 

Potrei continuare con ulteriori "particolarismi" che portano, come i già menzionati, ad  aumentare significativamente il valore del campione al di là delle sue dimensioni, come l'oro a filetti (qui a lato) o, ancora, il rarissimo oro nativo su uvarovite (anziché sul quarzo) che è stato trovato presso la miniera di Praborna in Val d'Aosta, ma per ora mi fermo qui, anche perché lo scopo di questa pagina non consiste nel mostrare "cose ad effetto", bensì far presente che sussiste "una questione di scelte": quantità o qualità?

 Qui ho parlato di qualità e si tratta quasi sempre (non sempre) di singoli oggetti veramente piccoli:

non a caso esistono anche cercatori appassionati di micro, un mondo quest'ultimo un po' misconosciuto, ma che in realtà comprende tantissimi appassionati che conservano, per osservare al microscopio, le magnifiche strutture nelle quali può concretizzarsi l'oro di quelle dimensioni, rivelando così ai nostri

occhi splendide caratteristiche non riscontrabili nei loro "fratelli maggiori". Inoltre, va da sé che questa forma di collezionismo sia di ben poco ingombro perché i campioncini possono essere conservati, catalogati e tenuti in ordine in piccoli contenitori.

 

                                                                            Per il "collezionismo da micro" vedi ad esempio qui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Approfondimenti di questa pagina

 

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