Come
chiamare quel che troviamo su fiumi e torrenti
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L’oro che
noi andiamo a raccogliere su torrenti e fiumi ha origine nei filoni
auriferi primari ma, lì dove lo troviamo, vi è stato trasportato dal
movimento dei ghiacciai e in seguito |
Pag.
fatta con
Giuseppe
Rizzi. |
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concentrato da successive
alluvioni. In questo suo viaggio ha subito modificazioni nella forma
originaria: frantumato, pestato da sassi, arrotondato e levigato dalle
sabbie. Ritengo che sarebbe molto interessante arrivare ad una condivisa
terminologia che sia adeguata a descrivere con una definizione sintetica
l’oro che troviamo, per cui ecco le mie proposte (o termini che
già conosco) al merito. |
Sul fiume, con
gli amici compagni d’avventura, capita spesso di descrivere quanto si
vede sul fondo delle nostre batee " guarda che bella scaglia ...
sarà quasi 5 mm. ... io, due scagliette e un po’ di puntini ... qui c’è solo
polverino, ma è in abbondanza ... guarda, guarda
questa è proprio una pepitina ! " (ecc.).
Sono termini
che ho sentito usare dagli amici di Oro in Natura che mi sono stati
maestri e che uso da quando ho iniziato 16 anni fa ad andar per fiumi. |
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Di
seguito li riporto con il significato che attribuisco ad ogni termine:
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Scaglie
- Scagliette - Puntini - Polverino:
tutti i
pezzetti d’oro ritrovati che, per la loro forma appiattita, posti in
una batea non vengono mossi dal flusso d’acqua che gli scorre sopra.
Pepite
- Micropepite - Granuli - Filetti - Oro Cristallizzato:
tutti i pezzi
e pezzetti d’oro che hanno spessore vicino ad una delle due altre
dimensioni e che tendono a muoversi sul fondo della batea trascinati dal
flusso d’acqua. |
Scaglia:
perché si usa questo termine? Il termine sul dizionario indica: squama
dei pesci, piastra, piccola lamina, frammento di metallo.
Se guardiamo
le forme dell’immagine a fianco (tratta da Wikipedia) e con la
fantasia le coloriamo di giallo oro potremmo riconoscerne la somiglianza
con le nostre "vere" ritrovate ad esempio nell’ultima uscita
su fiume: dunque |
penso che si possano
definire scaglie
quelle che hanno una misura superiore ai 4 mm. e scagliette
quelle con misura compresa da 1 a 4 mm. Inoltre, gli americani le
definiscono "gold flake, smoll flake", dove flake
è traducibile appunto con il termine scaglia.
Puntini:
i pezzetti inferiori ad un millimetro, ma visibilmente distinguibili.
Polverino:
si tratta dell’oro che nella singola unità è inferiore al decimo di
mm. e visibile con una lente (ad es. oro del fiume Ticino da
Abbiategrasso in giù o l'oro del Malone a Brandizzo). Gli americani
definiscono questa tipologia "flour gold", dove flour è
traducibile con il termine farina. |
Pepite:
i pezzi e pezzetti d’oro che pesino più di mezzo grammo. Gli americani
definiscono queste tipologie "gold nugget", dove nugget
è traducibile con il termine perla o pepita.
Micropepite:
i pezzetti spessi che superano il millimetro.
Granuli:
i pezzetti sotto il millimetro che rotolano facilmente.
Filetti:
i pezzetti che hanno una lunghezza preponderante sulle altre due
dimensioni (ad esempio i filetti che si possono trovare sul Piota). Gli
americani definiscono queste tipologie con : Wire gold, traducibile con
il termine filo d’oro.
Oro
cristallizzato: quei campioni rinvenuti talmente vicino all’origine
da conservare ancora la forma originaria e tracce del minerale
incassante (vedi nota a pié pagina).
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Un
discorso a parte merita l’oro riferibile alla presenza dell’uomo.
Piccoli pezzetti d’oro lavorato, parti di gioielli accidentalmente
persi ecc. che si
possono
occasionalmente ritrovare nei corsi d’acqua e che non hanno nessuna
correlazione con l’oro naturale: la foto a lato ad esempio mostra
piccoli particolari d’oro lavorato e microsfere probabilmente
accidentalmente perse in fase di fusione. L’oro è stato trovato in
località Casone, sotto Pombia, poche centinaia di metri a valle dei cumuli
di ciottoli, resti delle aurofodine romane, nella zona denominata Campo
dei fiori, a Varallo Pombia.
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Infine e per
concludere, ho chiesto un contributo all’amico Mischa, il cercatore
belga che ha maturato vaste esperienze di ricerca in Alaska e Nuova
Zelanda e di seguito riporto così come l’ho ricevuto nel suo
simpatico italiano:
<<Per
la terminologia, in francese noi diciamo : "poussiere d’or"
per la poulverina d’oro "l’or en grain" per lei granuli -
"fils d’or" per lei filletti - "pailletes d’or"
per les scagliette da lei picole (petites) alle longe (grandes) E poi :
"micro-pépites’" - "mini-pépites" e finalmente
"pepites" in funzione della dimensione dei pepite. Io penso
che le tua terminologia è completta. Per l’anedotto, in america per
les "puntini" e lei "scagliette", il nome e justo
"fly sheet" (merda di mosca) perche lei sono interessato solo
per lei pepite (!). Ma quando io dico che 1 tonna de poulverina d’oro
é 1 tonna d’oro lei amici americani sono d’accordo per dire che
finalmente lei ‘fly sheet’ hanno anche una valore ! Un caro
saluto e un abbraccio per tutti voi. Micha Z.>>
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Le foto a
corredo di questo scritto sono di campioni d’oro da me raccolti e
conservati nella mia collezione.
Giuseppe
R.
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NOTA DI Z.G. A
seconda delle zone, molti cercatori anziché
definire "scaglie " i campioni di oro alluvionale,
li chiamano "schegge", ma il termine più corretto è il
primo (per i motivi spiegati esaurientemente in questa pagina).
NOTA DI ZG. Per maggiore chiarezza: l'oro
presente nei giacimenti
originali, cioè giac. primari costituiti (quasi sempre) da filoni di quarzo aurifero, in realtà non è sempre cristallizzato, anzi questa
peculiarità quando sussiste è di pregio perché tutt'altro che
frequente.
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