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calcite e dolomite

 

 

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I calcari e le dolomie sono rocce strettamente imparentate tra loro (idem per i minerali che vi appartengono)  perchè le seconde differiscono dalle prime per la sola aggiunta di magnesio nella loro composizione chimica. Si tratta di rocce comunissime sulla Terra e che è possibile identificare facilmente per via della loro tipica struttura stratificata che le rende presto riconoscibili; anche chimicamente sono agevolmente verificabili, perchè essendo costituite da carbonati reagiscono se messe a contatto con gli acidi.  

  

 

Un semplice test:

  

per verificare se si è in possesso di calcare o invece di dolomia (cosa valida anche per un minerale di calcite e di dolomite) vi basterà  mettere il campione a contatto con dell'acido cloridr. molto diluito, ad esempio il classico muriatico (acquistabile dai ferramenta  o in farmacia.

La calcite reagirebbe all'istante sciogliendosi con decisa e vivace effervescenza (spesso per ottenere questo basta anche  semplice succo di limone o di aceto) mentre riguardo le dolomie, queste non risentono  sin da subito di tale trattamento e comunque ci vorrebbe più tempo  affinché si "sciolgano": infatti con la Dolomite, per poter sveltirne il processo, servirebbe acido caldo.

I CALCARI  sono costituiti essenzialmente da calcite (carbonato di calcio) in cui non sono rare piccole partecipazioni di ferro e manganese che fanno variare il colore di questa roccia dal bianco al giallino, rosa, rosso, marrone, finanche al nero. La prima foto mostra un CALCITE A DENTE DI CANEcristallo biterminato di calcite (sul rosa) nella sua forma detta a dente di cane : si tenga però presente che questo minerale può  cristallizzare in altre forme estetiche, come ad es. nell'immagine a seguire e che inoltre esiste anche l'aragonite, che pur avendo stessa identica  composizione chimica, cristallizza in altri modi

CALCITE(perchè a diverse temperature) ed è quindi considerato un minerale a se stante, vedi terza e quarta foto. Si tratta di rocce calcaree che quando presenziano nella loro condizione spatica su altri minerali, possono risultare molto utili ai cercatori perchè asportandole con del semplice acido muriatico mettono talvolta in luce dei campioni di altri minerali ecc. che altrimenti affioravano soltanto.

Per quanto riguarda invece l'utilizzo industriale di queste rocce, quando i calcari risultano puri vengono utilizzati, dopo averli arrostiti, per realizzare la calce.

ARAGONITE   ARAGONITE

LE DOLOMIE come già visto consistono in rocce calcaree contenenti anche una determinata percentuale di magnesio; il loro minerale è per antonomasia la dolomite (doppio carbonato di calcio e magnesio), che insieme alla calcite costituisce il carbonato più comune sulla crosta terrestre. Una caratteristica di questa roccia è quella di occupare, in massa, ampie distese ed in Italia ne abbiamo un chiaro esempio dalle famose Dolomiti. 

Dolomia, da cui Dolomite ed anche Dolomiti, prendono il nome dal naturalista DOLOMITEDolomieu (1750 - 1801), il quale fu il primo a studiare queste rocce; i cristalli del minerale in questione si presentano costantemente in individui romboedrici bianchi o rosati, giallastri, anche grigi e sono del tutto simili (ma non uguali) ad uno dei vari modi in cui si possono presentare quelli di calcite, per cui in tal caso (foto a lato) la distinzione "a vista" richiede un pochino di pratica. Come sopra descritto, si possono DOLOMITE SELLIFORME però fare dei semplici test su di una piccola parte "sacrificabile" di un campione e capire quindi di quale dei due minerali si tratti. La dolomite può però anche cristallizzare in una peculiare e ricercata tipologia detta selliforme (qui a destra) che in Italia è piuttosto rara: campioni di questo tipo sono rinvenibili ad esempio in Trentino (Val di Fassa)  e nelle Prealpi Lombarde.

Da questo minerale, aggiungendovi opportuni additivi si ottiene il cemento.

 

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LA SFALDATURA DELLA CALCITE.

 

Si tratta di un minerale che si sfalda (e di conseguenza, si rompe, percuotendolo) in perfetti romboedri e, considerando che le sue linee di sfaldatura sono molto spesso già riconoscibili a vista sulla sua superficie (vedi disegno); lo schizzo non è particolarmente chiaro, ma si tenga presente che non si tratta dei classici cubi tipici ad es. della pirite o della galena, perché quelli della calcite sono invece "inclinati" vistosamente su un lato e questa sua caratteristica consente di distinguerla facilmente dal quarzo.

 

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