Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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Come lo si usa

 

 

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NOTA. Queste pag. sono un aggiornamento approfondito dell'argomento che aveva già trattato (in misura semplificata "per una più facile lettura") il medesimo cercatore (G. Rizzi) in questo mio Sito, e vi consiglio di consultare entrambe le versioni, anche perché nell'altra viene mostrato come costruirli.

 

Come usare il piatto concentratore

 

Postazione di lavoro: la prima cosa di cui ci si deve occupare per poter poi usare con profitto il piatto concentratore è di creare una comoda postazione di lavoro quanto più vicina possibile alla zona di scavo. Scelta la zona di possibile lavaggio si prepara uno spazio con un fondo possibilmente piano e libero da sassi affioranti che permetta di avere una comoda e ampia libertà di movimento. La profondità ideale dell’acqua è di averla dal polpaccio al ginocchio, questo per non dover piegare eccessivamente la schiena in avanti. Per mia abitudine prelevo del materiale dal fondo della zona scelta, lo setaccio e lo lavo con il piatto; a volte mi capita di trovare più oro di quanto mi sarei aspettato e quindi di cambiare programma sulla zona che andrò a lavorare nella giornata. Se rilevo che il materiale tolto non è particolarmente interessante preparo, a monte della zona di lavaggio, una piazzuola che emerga rispetto all’acqua con un doppio scopo: perché serva come piano di appoggio per piatto, batea e il secchio della sabbia e perché faccia da schermo alla corrente d’acqua. Lavorare con il piatto concentratore in una zona dove ci siano onde è quasi impossibile, lavare in condizioni di flusso di corrente d’acqua è operazione di alta manualità. Nel movimento di giro il piatto si troverà in due condizioni opposte su un lato incontrerà la corrente discendente per cui la velocità dell’acqua si sommerà alla velocità di avanzamento del piatto, sull’altro lato la condizione opposta per cui la velocità di rotazione delle braccia non potrà avere una velocità costante ma si dovrà adeguare alle condizioni sopradescritte, rallentando in risalita e accelerando in discesa.

 

Posizione: le gambe vanno tenute divaricate quel tanto da poter mantenere il centro di rotazione del piatto quanto più vicino al punto di caduta del nostro baricentro e, ogni volta che si deve ricaricare sabbia sul piatto, è bene sollevarsi anche solo per pochi secondi. Con un poco di pratica il lavoro di lavaggio con il piatto per singolo secchio richiede da 3 a 6 minuti, non molti ma, se si è scarsamente allenati, può essere origine di lombalgie. A ridurre il rischio uso una cintura alta (quella che usano i sollevatori di pesi) che regge posteriormente la colonna e, ben stretta, comprime avanti le fasce addominali alleggerendo la compressione tra le vertebre.

 

Successione delle operazioni:

 

1) Con una sessola si carica al centro del piatto la sabbia a formare un cono capovolto. Circa 1/3 di secchio, una quantità tale che, dopo le prime scosse d’assestamento in acqua, la sabbia si spiani sul piatto ma senza uscire dal bordo.

Piatto concentratore come usarlo

 

2) Per spianare sino al bordo il cono della sabbia versata, si fanno fare al piatto ampie rotazioni orarie e antiorarie sull’asse centrale.

fotografie sull'uso del piatto concentratore per trovare oro.

 

3) Per fluidificare il materiale e favorire la discesa del “pesante” al fondo e far scendere alle scagliette d’oro i vari gradini, si muove il piatto con decisi scuotimenti laterali e sagittali. Le linee gialle nel cerchio indicano i gomiti appoggiati alle ginocchia per scaricare temporaneamente la tensione nella regione lombare.

Altro momento dell'uso del piatto concentratore.

 

4) In questa operazione di lavaggio-scarico le mani “accompagnano” il piatto nella rotazione (la perfetta simmetria del piatto permette di farlo ruotare indifferentemente sia in senso orario che antiorario), trattenendolo solo nella sella della prima falange delle dita, lo si fa ruotare con un movimento circolare lento, ampio e fluido delle braccia. Tre-cinque giri tenendo il piatto un poco immerso in acqua. Il flusso che si creerà in superficie avrà l’aspetto visivo di una spirale rotante che con la coda trascina fuori dal piatto su tutta l’ampiezza della circonferenza, a 360 gradi il leggero che sarà affiorato in superficie.

 

5) L’operazione di lavaggio-scarico (4) dopo i primi 3-5 giri viene interrotta e si procede con piccole rotazioni e scosse a riportare al centro la sabbia per risedimentare al fondo del piatto il “pesante”.
Si riprende quindi con l’operazione di lavaggio scarico (4).

Considerando la notevole spinta al galleggiamento data dall'acqua a questo piatto essendo di legno, all’inizio del lavoro, quando il piatto è pieno raso di sabbia, è richiesto un minimo sforzo per tenerlo sollevato a pelo d’acqua e così a pelo d’acqua e in piano va fatto girare all’inizio.
Man mano che la sabbia viene eliminata il piatto perderà peso e tenderà a galleggiare sempre più, occorrerà quindi spingere il piatto in basso e, considerando che la sabbia rimanente per uscire dal piatto avrà un percorso più lungo, leggermente in salita (18%) e avendo da superare un numero crescente di scalini, occorrerà (perché l’acqua possa continuare ad entrare sul piatto per trascinare fuori dal bordo il leggero in superficie) ridurre il più possibile la pendenza di salita.
Per fare questo è utile una tecnica familiare a chi in passato ha imparato ad usare il piatto conico a cappello cinese.
 

piatto concentratore
 

6) Quando nel piattello centrale sarà rimasta una minima quantità di materiale si ripetono le operazioni 1 – 2 – 3 – 4 – 5 sopra descritte.

 

Infine, vuotato il secchio di sabbia si recupera il concentrato rimasto riversandolo in un piatto tronco conico. Con il piatto tronco conico io procedo ad una ulteriore e veloce concentrazione arrivando mediamente a dimezzare il concentrato. Questa operazione la eseguo sopra il piatto concentratore immerso in acqua in modo che eventuali scagliette sfuggite nel frettoloso lavaggio possano poi essere recuperate nelle operazioni di concentrazione dei secchi successivi.
Quel che infine mi rimane nella batea tronco-conica lo verso in un contenitore dove andrò ad aggiungere via via i concentrati ottenuti da tutti i secchi lavati. Alla fine della giornata lavando 20-30 secchi di sabbia la somma delle quantità di concentrato non supera mai il mezzo decimetro cubo. Se l’oro presente è grossolano, con scaglie e scagliette oltre il millimetro, finisco il lavaggio con la batea sino a recuperare tutte le scagliette d’oro. In presenza di oro fine, sottile o granulare preferisco invece portare a casa il concentrato dove posso lavorare con più calma, quindi sicuro di non perdere niente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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