| |
|
|
Questa (scarna) scheda è stata preparata un po'
"alla cieca", senza conoscere cioè personalmente la zona ed
affidandosi esclusivamente ad alcuni documenti. Sarebbe quindi utile che
qualcuno più pratico della zona mi comunicasse eventuali correzioni da
fare o inviasse materiale da aggiungere. Grazie. |
|
|
Nell'area
di Vogogna e Rumianca, in passato sono stati oggetto di lavori di ricerca tre filoni di
quarzo aurifero a noduli piritosi i quali, dopo le abituali analisi,risultarono
però non sufficientemente redditizi per l'avvio di miniere e sfruttamenti di
carattere industriale. I risultati di dette campionature diedero valori
medi intorno ai 3 grammi d'oro per tonnellata di minerale da lavorare.
Il primo filone in questione è situato sulla destra del Rio,
all'altezza di Genestredo, mentre la seconda vena di quarzo aurifero affiora appena sopra la
mulattiera "alta" che dal paese di cui sopra prosegue verso
San Zeno. La terza è più in basso, cioè poche decine di metri sopra le
ultime case di Vogogna. Sopra Rumianca, inoltre, sulla destra del sentiero
che risale l'analogo fianco del vallone Vallaccia sono evidenti parziali
coltivazioni: a quota 300 m. slm. ad esempio c'è una breve galleria di
direzione. Salendo poi ancora a "Baulin inf." e "Baulin
sup." s'incontrano gli imbocchi di tre gallerie sovrapposte che
lavorarono un filone fortemente inclinato a Nord-Ovest. Questo fu
seguito anche con fornelli colleganti i livelli di cui sopra. Più a
Est,infine,alla quota di circa 600 metri e sulla sinistra del Rio della
Masa c'è l'imbocco di una galleria tortuosa lunga una cinquantina
di metri. L'insieme di questi lavori riguarda l'area occupata da una
concessione denominata "Beolini" e non più ripresa in tempi
recenti. Spostandosi invece più a Sud di questa zona e passando in Val dell'Arsa ci sono
altri indizi di vecchie ricerche : ad esempio una galleria sulla
sinistra dell'Arsa, a Ovest dell'alpeggio "Solio" ed un altra,
sulla destra dell'Arsa, posta questa sotto l'alpeggio "Fontana
dell'Albi".
Secondo
A. Stella (1943) questa area mineraria ha molte analogie con quella, non
molto distante e notoriamente più ricca, della Val
Toppa. Le analogie
del contenuto filoniano si concretizzano nella natura della ganga
di detto quarzo aurifero, costituita appunto da quarzo con nidi di Clorite. Anche la
mineralizzazione è simile in entrambi i giacimenti: solitamente sparsa
e saltuaria è composta essenzialmente da Pirite accompagnata o da
Galena o da Pirrotina
o da Blenda.
Non infrequente la presenza di Oro nativo
visibile a occhio nudo o alla
lente nel quarzo
compatto. |
|
NOTE
STORICHE DA DOCUMENTI MINERARI ANTICHI. 1839. Richiesta di informazioni
e pareri, da parte del Comune all'intendente di Pallanza, sulla possibilità
di sfruttare in proprio una miniera d’oro in territorio comunale, località
Fontanelle (una richiesta in tal senso ora stata rivolta al Comune da Secondo
Giavina, che si diceva scopritore, ma era contrastato da Antonio Casella;
inoltre si erano presentati Bart. Cigoletti e Giulio Betteo chiedendo il
permesso di scavo o offrendo 200 lire annue). La risposta dell’Intendente
sconsiglia al Comune di coltivarla in proprio e di concedere il suo
permesso, quale proprietario del terreno, al miglior offerente, fatto
salvo il diritto dello scopritore a ricevere un indennizzo dal
permissionario. 1858. Licenza alla società
Pratini per miniera d'oro in località Riale Genestredo, comune di
Vogogna. 1867: un decreto del prefetto di Novara concede, a Giovanni
Giovanola e suo figlio Antonio, di far ricerche per minerali d'oro in
località Mazzucchero di Sotto, comune di Rumianca: questo a seguito
della loro richiesta avanzata l'anno precedente. 1958. Licenza ai fratelli Giovanni Battista ed Ignazio Cacciatore, per
miniera d'oro in località Fontana del Ronco, comune di Vogogna. |
|