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Oro 0rba nella storia

 

 

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Testi che l'illustre dot. G. Pipino mi

ha gentilmente fornito su cartaceo.

 

L'oro dell'0rba e la sua storia


Giuseppe Pipino

 


A differenza di altri fiumi auriferi della Val Padana sui quali esiste una copiosa
letteratura ed una diffusa seppur superficiale conoscenza, del Torrente Orba non si sa praticamente nulla nonostante sia sempre stato oggetto di intensa attività di « pesca dell'oro ›› e, in qualche periodo, di vere e proprie coltivazioni a livello industriale. Di tale attività esistono numerose testimonianze, per lo più inedite, frammentarie e disperse.


Il sistema ed i mezzi usati erano semplici ed antichi. Riconosciuta la zona più
ricca con piccoli assaggi, si procedeva al setacciaimento del materiale grossolano, quindi la sabbia ottenuta veniva fatta scorrere su una piccola asse scanalata opportunamente sistemata in modo che la corrente d'acqua trascinasse via la parte leggera, mentre un concentrato di minerali pesanti, tra cui l'oro, si depositava tra le scanalature; poi il concentrato veniva rifinito con il « cupun ››, un grosso piatto di legno che veniva agitato con maestria nell'acqua con movimento rotatorio, fino a quando al fondo di esso restava soltanto polvere d'oro. Una piccola calamita era talora di grande aiuto per eliminare l'abbondantissima magnetite prima di procedere al lavaggio finale.
Oltre all'oro veniva spesso recuperato anche il concentrato magnetico. La parte più fine di questo veniva infatti venduta come «spolvero››, polvere nera usata a quel tempo per asciugare l'inchiostro; la parte più grossolana ed abbondante veniva venduta a piccole fonderie o ad officine di fabbro-ferraio, che la utilizzavano soprattutto per saldature. Il Sindaco G. Nizzo ricorda che suo padre e suo nonno si recavano spesso in bicicletta a Milano, a Genova, e persino a Bologna, per vendere alcuni sacchetti di spolvero.

 

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Fin qui le tradizioni orali, ma ben più antica e consistente è stata l'attività
generata dalla presenza del prezioso metallo nelle sabbie del Torrente, e l'abbondante documentazione esposta al Museo ci consente di avere un quadro generale e per quanto possibile completo dell'argomento.
Verso l'anno 1000 l'Orba era già citata tra i fiumi auriferi posti nella giurisdizione della Carnera Regia di Pavia, la quale vantava il diritto ad una parte del metallo. Nel 1212 il diritto era invece disputato tra l”Abazia di Tiglieto e i Marchesi del Bosco, e sembra che la cosa si risolvesse a favore di questi ultimi. La raccolta dell'oro continuò indubbiamente per vari secoli, ad opera di gente del posto che vendeva direttamente a mercanti genovesi, come si apprende da autori della fine del '700 e dei primi decenni del secolo scorso, che per lo più si limitano ad includere l'Orba tra i fiumi nei quali veniva raccolto l'oro.
Nella seconda metà del 1800 vengono iniziate le coltivazioni delle miniere d'oro della Val Gorzente, e si sviluppano numerose ricerche anche nella bassa valle dlell'Orba, soprattutto ad opera di società francesi. Nel 1886 Serra e Poulin ottengono un permesso di ricerca per minerali auriferi in località Pedaggera, comune di Capriata, e l'anno successivo la «Società Anonima Lionese dei giacimenti aurireri degli Appennini» ottiene analogo permesso nella vicina località Rio Secco, in comune di Carpeneto. I permissionari devono però fare i conti con i proprietari dei terreni, cui le leggi di allora riconoscevano dei diritti, e questo finiva con ostacolare le ricerche.

Un primo tentativo di sfruttamento industriale si ebbe alla fine dell”800, ad opera della <<Società Italo Svizzera per i Giacimenti auriferi della Liguria>>, rappresentata dall'ingegnere Emilio Berio, domiciliato a Casal Cermelli, e presieduta dal dottor Stefano Sturla, nativo di Carasco e domiciliato a Genova. Dopo alcuni anni di ricerche approfondite, nel 1888 la Società ottiene, tra numerosi intralci burocratici e limitazioni di ogni sorta, la concessione per <<... praticare escavazioni nell'alveo del Torrente Orba lungo tutto il tuo percorso per la trattazione delle .sabbie aurifere ››. La concessione aveva la durata di due anni, e consentiva <<...di provvedere alle escavazioni di prova con mezzi ordinari... salvo poi a provvedere in ordine alla concessione definitiva ed esclusiva per cinquanta anni quando sarà presentato dalla Società il progetta tecnico relativo››. I lavori dovettero dare risultati molto soddisfacenti, tanto che si procedette all'acquisto di una draga (per la somma, allora molto elevata, di L. 250.000), che montata nell'Orba, nei pressi di Casal Cermelli, poteva trattare 2000 metri cubi di materiale al giorno, recuperando il 50 per cento dell'oro contenuto, percentuale ritenuta a quei tempi molto soddisfacente.

 

Draga della Soc. Italo-Svizzera varata nell'Orba a Casalcermelli nel 1887

 

 Il 27 settembre 1890 la Società Italo-Svizzera ottenne la concessione definitiva per 50 anni. A rappresentarla subentrò l'Ingegner Ernesto Felice Lacour, che provvide alla trasformazione della draga con un sistema da lui brevettato, in modo che potesse meglio operare nei difficili sedimenti alluvionali del Torrente Orba. Durante il 1891 la draga, che « ... non si trova ancora nella alluvioni ricche ››, dava un prodotto giornaliero di 100 grammi d`oro, prodotto che sarebbe stato triplicato nella zona più ricca. Nel 1892 la draga invece si ruppe miseramente quando incontrò i primi grossi massi di cui sono pieni i nostri depositi alluvionali, e le coltivazioni subirono un primo rallentamento; poi, nel 1893, la subentrata  «Società ltalo Olandese» vendette tutte le apparecchiature ed abbandonò l'impresa.
Seguono altri tentativi, in particolare nei primi anni del ”900 da parte dei fratelli De Ferrari di Genova, che nel 1902 ottengono il permesso di << escavazioni con mezzi ordinari nei greti dei torrenti Orba e Piota per esplorazioni, assaggi e studi sulla ricchezza aurifera delle sabbie ››.
Una rinnovata fase di sfruttamento si ha nel periodo autarchico che precedette la seconda guerra mondiale ad opera della << Società Minerali Orba ››, di Giuseppe Perino, che gestisce una cava di sabbia a Portanuova. Nell'impossibilità di importare macchinari dall'estero, causa le sanzioni, il Perino brevetta alcune macchine che consentono di separare dalle sabbie prodotte nell'impianto di Portanuova i minerali pesanti contenuti, ed indi, attraverso Cernitrici magnetiche, elettromagnetiche e tavole a scossa, separare l'oro da altri minerali, in particolare magnetite ed ilmenite che vengono adoperati nel suo stabilimento di Genova Pontedecimo. L'attività viene sospesa verso la fine della guerra a causa dei saccheggi operati dalle truppe tedesche in ritirata, e dopo vari tentativi di ripresa le coltivazioni cessarono.

 

Cercatore d’oro nell’Orba con la canaletta (as), ma senza setacciare???

 


Si arriva infine alle ricerche attuali della TEKNOGEO s.n.c., documentate anche da numerosi articoli di giornali. Ben documentata è anche la singolare manifestazione di << pesca dell'oro ›› aperta a tutti, svoltasi sulle rive dell'Orba nell`agosto 1981, nella quale tutti i partecipanti hanno potuto rendersi personalmente conto della presenza del prezioso metallo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Approfondimenti di questa pagina

 

Origini e cumuli Ciottoli
Cava dell oro Portanova

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