| |
Da
un primo contatto (via facebook): Zappy,
volevo ringraziarti per la completezza e leggerezza nel poter disporre
delle informazioni sul sito. Relativamente alla miniera di Canischio le
coordinate "GPS E",
nella precedente
pagina, non sono però esatte: senz'altro corrette le Nord, ma
|
Pagina fatta con
Gianpaolo Salerni
&
Milena
"RadarPoint" |
|
le
E corrispondono invece a 45°23'02.92"N
7°34'51.70"E, cosa
rilevata in loco. Al di là di tutto questo, grazie per l'immenso lavoro documentaristico che
ormai è "Bibbia". ACCESSO.
Superata per intero
Canischio e attraversata Sombeila, si lascia l'auto sulla sterrata di
quarzo nel piccolo piazzale antistante il primo rudere a
destra (qui a lato, il rudere parzialmente nascosto dalla vegetazione e un
cartello che essendo però di legno ... non se ne può garantire la
presenza nei tempi ...) . Si
percorrono circa 25 metri e poi ci si butta a sinistra, aiutandosi con un
bastone, per un molto ripido e ormai inesistente sentiero di discesa distrutto da
opere di pulizia. Scendendo si incrocia un sentiero basso,
parallelo alla strada "di quarzo", che va percorso a destra,
tramite il quale si
incontreranno dapprima la fornace (circa 20 metri) e una decina di metri
dopo, la miniera. Questo sotterraneo ha fondo regolare, niente pozzi,
ma allagato ovunque per circa 45/50 cm (servono gli stivali), cupoliforme
tipo atrio circolare per un diametro di circa una decina di metri.
L'imbocco della miniera è a un metro e mezzo dal torrente sottostante,
verso il quale il sentiero converge (un riferimento utile nel caso non si
trovasse il sentiero di cui sopra). Nostre campionature effettuate nel torrente e rilevamenti
effettuati con Metal Detector hanno dato riscontri negativi.
LA
GITA. (So che apprezzi i resoconti gita, per cui vedrò di....).
Era aprile ed eravamo reduci dalla nostra prima uscita insieme
(prima di tale data prospettavamo in modalità "orso solitario"), uscita che
si era consumata su un improbabile corso d'acqua nei pressi di
Rivarossa, tale Rio Secco, affluente sinistro del Malone (da non
confondere quindi col noto Rio Secco ligure,
perché si tratta di un "omonimo" del Canavese,
nota aggiunta da Z.G.) con discreti
ma non costanti risultati. Come abitudine sfruttavamo ogni
occasione utile per fare un breve briefing ed i locali scelti erano, per
comodità, quelli del negozio di metal detector ed attrezzature per la
prospezione di Milena "RadarPoint", comodo essendo tutti di Torino. In
quella circostanza parlai a Milena di Canischio, così per come l'avevo
percepita sulle pagine di minieredoro e sia io che L. avevamo il tarlo di
capire , nelle coordinate fornite, perché la E ci sbalzasse in alta quota
e quasi 3 km oltre l'imbocco miniera, dichiarato a circa 940 metri
s.l.m. Pur senza sapere se si trattasse di oro nativo o sulfuri
aurei decidemmo che , prima o poi, avremmo considerato di andarci.
Venni
convocato dai restanti due membri del gruppo in una mattinata piuttosto
gradevole, circa le 10.00 del 27/07/2016. L'orario così tardo mi aveva
fatto pensare alla solita spadellata senza aspettative, così mi ero
presentato con le
puma e gli stivali in un sacco; nessuno degli altri due
componenti della spedizione mi aveva accennato che, proprio quel giorno,
ci saremmo avventurati per ... monti. Oltre alle batee da 10 e 17 ed il
classificatore, ero "armato" di un metal
detector, consapevole
che non avrei spadellato tutto il tempo, preferendo l'approccio in natura
in solitaria, isolandomi. Ed invece arrivammo in quel di Canischio: nessun
problema per la strada, abbandonata la statale 460 per Ceresole si tratta
di superare Courgnè ed addentrarsi seguendo le indicazioni per il
Santuario di Belmonte, indicazioni che si abbandonano immediatamente non
appena si seguono quelle per Canischio: è un po' a prova di imbecille, nel
senso che Canischio non la si può percorrere ed attraversare al contrario,
in quanto a monte le strade terminano, quindi è raggiungibile solo
provenendo dalla valle dell'Orco, cioè dal basso. Intuitivo pure il resto,
Canischio và completamente attraversata, confermo in
"centro", la presenza di una fontana, in corrispondenza di una
curva tornante che ci indirizza verso i seguenti bivi che andranno presi,
per la maggior parte verso destra, in direzione Sombeila (che pure occorre
interamente attraversare). Al termine di Sombeila, piccolo borgo con due
eleganti e moderne villette in pietra, l'asfalto cede ad una strada
"bianca" (ovvero sterrata) percorribile pure con una macchina normale poiché
quello che ci interessa sarà nei primi 50 metri della
medesima. Il fondo di questa strada è costituito da frammenti di quarzo
che si staccarono da un
immenso filone orizzontale che la
fiancheggia sotto il terrapieno per tutto il suo lato
destro, mentre sul sinistro un'apparente scarpata degrada verso il
torrente sul quale si affaccia la miniera; dico apparente perché
insospettabilmente, parallelo alla strada e nascosto dagli alberi, scorre il
sentiero praticato dai minatori, per cui, qualsiasi discesa sulla sinistra,
prima di giungere al torrente, lo incrocerà giocoforza.
|
Noi ovviamente
non lo sapevamo e affidandoci a varie tecnologie abbiamo perso circa 5-6
ore a zonzo nei boschi tra vipere e gradevoli, neppure sporadici,
avvistamenti di caprioli. Senza aver risolto nulla siamo scesi in paese,
demoralizzati ma motivati a tornare ... quando la felice intuizione di
Milena ci ha portati a dialogare con una anziana signora del posto e ci si è aperto un mondo di inaspettata solidarietà nonostante
apparissimo ormai come qualcosa di masticato e risputato.
Questa
signora non aveva idea di dove fosse la miniera, così come la signora che
gestiva la trattoria "Società", che con un sorriso disarmante ci
ha detto: "sono qui da un anno e arrivo dalla Sardegna". Un
immediato passaparola tra le anziane mogli dei paesani ci ha portati a
conoscenza dell'esistenza di un abitante di Sombeila, il signor F.
che a un certo orario del pomeriggio (erano ormai le 17.00) ha
abitudine di scendere in "Società" per l'aperitivo. E' stato un
attimo ottenere il suo recapito telefonico, cellulare: questo signore è
un conoscitore della miniera e sovente si presta ad
accompagnarvi gli escursionisti, quindi non potevamo non approfittarne
visto che avevamo
ancora "luce". Chiamato il Sig. F. e datoci appuntamento in piazza ci è
voluto altrettanto poco per ritrovarci a seguirlo sulla strada che già
avevamo percorso, a piedi, per chilometri. Lui davanti con una station
wagon, noi dietro con un fuoristrada e fu una sorpresa vederlo parcheggiare
quasi subito, dopo poche decine di metri, sul piccolo piazzale
antistante un rudere (sulla destra), piazzale che termina con un
cartello in legno della Forestale. Da quel punto, risalendo a piedi,
qualsiasi momento era buono per gettarci a sinistra verso il torrente ma
il dislivello iniziale ci consigliava di salire ancora per circa 20-25
metri per poi scendere a sinistra, incrociando dopo circa 5 metri e comunque
prima del torrente, un sentiero parallelo alla strada, che
percorreremo verso destra. quindi salendo verso la montagna (anche se
di fatto scendendo). Dopo neppure una ventina di passi ci imbattemmo a destra in una piccola costruzione semi-vegetata, "questo
era il forno" esclama F., proseguendo "qui scaldavano le razioni
e separavano l'oro", due colpi di bastone tra le felci e il cammino
prosegue per arrestarsi poco dopo
neppure altri 10 metri e, sempre alla nostra
destra, l'imbocco della miniera (foto qui a lato) erano le 17:18, l'avventura era iniziata
7 ore prima davanti a Radarpoint. Va detto e ci tengo, che F.,
dall'apparente età di oltre 60 anni si è dimostrato immediatamente
disponibile a raccontarci "la sua miniera": gli chiedemmo subito
conferme sull'abbandono, avvenuto verso metà anni 50 da parte degli
inglesi e ce lo confermò, ma quello che non ci è stato confermato, con nostro
stupore, riguarda la presenza degli inglesi, perché a tal proposito ci
disse "mai stati gli inglesi qui, mi
ricordo anche mio padre e persone del paese, al massimo dalla valle, ma mai
visti gli inglesi qui".
A giornata
ormai conclusa risalimmo da un punto qualsiasi verso la
strada "in quarzo" (verso le auto) e lo ringraziammo, ma non
prima di
aver notato e potuto confermare che la miniera è penetrata da almeno 50 cm
di acqua, la pavimentazione abbastanza regolare, le pareti solide ed in
larga parte di quarzo.
Qualche giorno dopo Milena
(di
Radarpoint) ha avuto
modo di tornarci con F: anche in questa circostanza gli assaggi sul torrente non hanno dato riscontro
aurifero e la penetrazione in miniera neppure ha dato riscontri
"visibili". Quel che si può dire è che non sia molto vasta,
perché strutturalmente consiste in un
unico sito di lavoro circolare e percorribile in posizione eretta,
senza pozzi o ulteriori uscite visibili.
Nell'atto di
congedarci F.
ci ha ci
invitato alle manifestazioni gastronomiche che durante aprile si
manifestano in "quota" e a chiedere liberamente le chiavi del rifugio
(in Municipio, aperto solo al mattino) per le nostre eventuali
escursioni su più giorni. Le coordinate utili riscontrate, con beneficio
di inventario, sono state: 45°23'02.92"N 7°34'51.70"E.
Possiamo inoltre confermare che non è più presente il veicolo
abbandonato che faceva da riferimento sulla strada, al pari del
"sentiero che discende", non più visibile a causa di lavori di
bonifica e disboscamento effettuati dal CfS: come però già detto, una volta
giunti dopo il rudere, un qualsiasi punto agevole a sinistra va bene per
scendere e incrociare il sentiero dei minatori da percorrere verso
destra. Se non lo si trovasse si può arrivare a bordo torrente e
risalirlo fino all'imbocco miniera.
Data di questa visita,
27/07/2016.
-----------------------------
|
A
seguire, alcuni importanti aggiornamenti (2019) tramite la vostra
partecipazione attiva nel mio Gruppo facebook. Ne approfitto per ringraziare
di persona coloro che, oltre ad aver dialogato e messo a fuoco i problemi
riguardanti l'accesso a questa località mineraria (e altre info al merito),
mi hanno poi permesso di riportarli nel Sito, di modo che chiunque sia
interessato possa disporne, visto che qui, a differenza di Fb restano
"fissi".
Post di E. Bertot. Ciao, io e
un amico abbiamo cercato per un pomeriggio la vecchia miniera di Canischio
seguendo le indicazioni di Gianpaolo Salerni e Milena "Radarpoint" su
www.minieredoro.it, ma non l'abbiamo trovata ( ... ).
Siamo arrivati al rudere, come segnalato
in queste indicazioni, e abbiamo proseguito per circa 25 metri per poi
scendere a sinistra per 5 metri. Da lì proseguendo a destra per 20 passi non
abbiamo trovato il forno e neppure la miniera dopo ulteriori 10 metri.
Abbiamo perlustrato la zona per circa 1 ora e mezza muovendoci su e giù per
la riva, ma non abbiamo trovato niente. Forse la cavità è crollata o è stata
inghiottita dalla vegetazione o forse siamo noi che non sapevamo dove
guardare. Sembra strano che la miniera sia rimasta visibile fino al 2016,
data della visita raccontata sul sito, e poi dopo aver resistito per così
tanto tempo dalla sua apertura originaria sia scomparsa dopo 3 anni.
Qualcuno di voi c'è stato di recente? Grazie!
Risposta di
Silvio
Bianco.
Conosco abbastanza bene la zona e le
indicazioni scritte possono essere un po' fuorvianti: la prima volta che
sono salito alla ricerca dell'antica miniera, infatti non la trovai. Il
punto è che occorre seguire la stradina e scendere un sentierino appena
visibile sulla sinistra, che si trova in prossimità di un gruppo di conifere
(lato sinistro della stradina), poco a valle del tornante, cioè molto più
a monte rispetto alle indicazioni. L'ingresso della piccola miniera si
trova sulla sponda sinistra orografica del rio ed è impossibile un
collasso o una copertura da arbusti. D'altro canto, risalendo il rio e
tenendo d'occhio sempre a destra non può non essere notata. Inoltre tengo
sottolineare che tale miniera era citata come "miniera d'oro", ma all'epoca
del rilascio delle concessioni, qualunque attività estrattiva era
comprensiva di permesso di estrazione di metalli nobili (argento e oro), per
non precludersi l'eventualità di estrazione dei medesimi. Nella realtà, è
possibile che cavassero dei solfuri (pirite in particolar modo), nella quale
vi era una piccola percentuale d'oro e nulla di più. Dai campionamenti che
avevo eseguito qualche anno fa e dalle prove effettuate nel rio antistante,
non ho trovato tracce del nobile metallo e, anche se il Comune di Canischio
ha dato risalto alla stessa miniera con "tabelloni" ecc. non ne rimane
che il ricordo storico… di un fallimento. |
|