Le rocce
sedimentarie derivano dall'erosione, trasporto e accumulo di sedimenti di
varia origine, che subiscono poi il processo di litificazione o
indurimento (diagenesi). Un esempio di roccia sedimentaria è la dolomia,
che costituisce il famoso gruppo delle Dolomiti. |
Le rocce
metamorfiche sono le più comuni e le uniche presenti nel Parco Alta
Valsesia, derivano dalla formazione di nuovi minerali a partire da quelli
delle rocce precedentemente descritte,la trasformazione avviene allo stato
solido ed è veicolata da temperature e/o pressioni elevate. |
Le rocce
metamorfiche si dividono in Scisti (aspetto fogliaceo), Gneiss
(aspetto fogliaceo, ma più compatto), Granuliti (aspetto
massiccio). |
Le rocce che costituiscono una
porzione di crosta terrestre possono essere raggruppate, in base al comune
ambiente geologico di formazione e ai processi di formazione subiti, in
unità strutturali. |
Il substrato roccioso del
comune di Carcoforo è costituito da tre unità distinguibili in: Unità
del Monte Rosa, Unità Piemontese dei calcescisti con Pietre Verdi, Unità
Sesia-Lanzo. |
Di seguito ne verranno
descritte le caratteristiche principali: |
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Unità
del Monte Rosa |
L’unità del
Monte Rosa ha origine dalla solidificazione di un corpo magmatico che si
raffreddò all’interno della Crosta terrestre durante l’era Paleozoica
(300 Ma fa). Questa formazione rocciosa, denominata Cristallino Antico,
subì un processo di metamorfismo durante la formazione del
Supercontinente Pangea (250 Ma fa), per mezzo del quale parte dei minerali
originari furono sostituiti con degli altri. Durante questa
fase il Cristallino fu anche sede di numerosi fenomeni magmatici, si
formarono così dei corpi e delle vene magmatiche che si introdussero all’interno
delle fratture della roccia. |
Nell’era Mesozoica (200 Ma fa), l’Unità del Monte
Rosa venne fratturata e divisa a causa della formazione dell’Oceano
Ligure-Piemontese, che separò il
continente euro-asiatico da quello africano.
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I due continenti rientrarono in contatto nell’era
Cenozoica (65 Ma fa); durante l’orogenesi alpina il Cristallino Antico subì ulteriori trasformazioni, avvenne
un nuovo metamorfismo dei minerali già esistenti, formandone di nuovi; si
formarono delle
fratture che suddivisero l’unità in sotto-unità con caratteristiche diverse.
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Verso la fine dell’Orogenesi alpina si verificarono
altri fenomeni magmatici, che interessarono l’Unità del Monte Rosa attraversandola sotto forma di
vene (filoni) e plutoni (corpi magmatici sotterranei di forma e dimensioni varie).
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Ogni evento e
trasformazione sopra descritti sono testimoniati dalla presenza di
litotipi (elementi basilari dell’unità rocciosa), caratterizzati da
minerali e grado di metamorfismo differenti. |
Tra i litotipi che costituiscono l’Unità del Monte Rosa, lungo il sentiero, i più
frequenti sono:
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Gneiss
occhiadini: caratterizzati da grossi cristalli bianchi di feldspato sodico
intercalati a plagioclasio e muscovite; tutti i minerali sono ordinati e orientati lungo dei piani formatisi durante
il processo di idromorfismo.
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Micascisti: il minerale principale
è la muscovite, che rientra nel gruppo delle
miche. Questo litotipo ha subito
un metamorfismo differente rispetto agli Gneiss Occhiadini, è una roccia molto
scistosa, da cui il nome “scisto”, cioè è organizzato su piani paralleli, di aspetto
fogliaceo.
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Questi
due tipi di roccia interagiscono con
l’azione degli agenti esogeni in maniera differente.
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Torrente
Giovanchera: si notino, non solo tra le due strisce rosse indicatrici, ma
anche oltre, sul quel medesimo fianco roccioso, i classici micascisti a
strati (come fogli di pietra) |
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Lungo il sentiero, il torrente Giovanchera scorre verso
valle erodendo il substrato roccioso, si fa spazio tra le rocce riducendo al minimo gli attriti;
incontrando una roccia molto scistosa, tende a scendere a valle seguendo la
stessa direzione del piano di
scistosità di questa. Durante la discesa, il torrente cambia la sua normale
direzione (Sud-Est) scorrendo per brevi tratti verso Sud-Ovest e questa variazione è giustificata
dalla presenza, in quegli anditi, di Micascisti con piani di scistosità orientati esattamente in quella
direzione.
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Una
definizione geologica al riguardo: la giacitura è l’insieme di tre misure, immersione,
inclinazione e direzione, utilizzando le quali è possibile ricostruire l’andamento tridimensionale di un
corpo roccioso anche se coperto da vegetazione o reso inaccessibile a causa della morfologia.
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Unità Piemontese dei
Calcescisti con Pietre 'Verdi. |
Il gruppo di rocce facenti parte dell’Unità Piemontese
costituiva parte della crosta oceanica che si formò, nel Mesozoico, durante l’apertura dell’Oceano
Ligure-Piemonte, che divise il continente Euroasiatico da quello Africano.
Il fondale marino era costituito da roccia ignea, il basalto, e su di esso
si depositarono dei sedimenti, che divennero rocce sedimentarie. I
sedimenti e quindi le rocce da essi derivate, si differenziano tra loro in
base agli organismi che abitavano l’oceano e alla vicinanza con la
crosta continentale.
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Durante il Cenozoico, l’oceano iniziò ad incunearsi al
di sotto della crosta continentale africana, raggiungendo profondità diverse al di sotto della
superficie terrestre. |
I litotipi che costituiscono questa unità subirono un
unico metamorfismo, quello conseguente l’Orogenesi alpina, ma con intensità diverse.
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Il litotipo più rappresentativo è quello dei Calcescisti
carbonatici con quarziti e marmi a silicati. Essi corrispondono a sedimenti di natura molto varia
(calcari impuri, calcari marnosi, peliti), che dopo aver subito il processo di
metamorfismo si
trasformarono in marmi scistosi, micascisti carbonatici e filladi.
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La crosta oceanica costituita da basalto si trasformò,
ebbe origine il gruppo di rocce che prende il nome di Ofioliti (rocce
"serpente" o Pietre verdi). Tra le
Ofioliti che si differenziano in base al grado di metamorfismo subito, le più rappresentative sono le
Prasiniti, le Serpentiniti e le Anfiboliti.
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Ad oggi l’Unità
Piemontese dei Calcescisti con Pietre Verdi si interpone tra l’Unità
del Monte Rosa a Nord e l’Unità Sesia-Lanzo a Sud. La Cima Caucinera, a
Nord-Ovest del Cimone Lampone, è ben visibile e distinguibile dal
sentiero; essa rappresenta l’unica cima costituita da roccia calcarea
presente nel territorio carcoforese.
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Unità Sesia-Lanzo. |
L’Unità Sesia Lanzo faceva parte della crosta
continentale africana. Durante il processo di subduzione della crosta oceanica dell’Oceano
Ligure-Piemontese, a causa di forze d’attrito molto forti, si staccarono dei lembi del margine
continentale
africano, che vennero trasportati al di sotto della superficie assieme alla crosta oceanica.
In questo ambiente subì il processo di metamorfismo che
cambiò radicalmente la composizione mineralogica originaria.
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Il metamorfismo, di età alpina, fu molto disomogeneo. L’Unità
è caratterizzata da litotipi con grado di scistosità differenti.
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Gli Gneiss Sesia-Lanzo affiorano lungo tutta la Val D’Egua
e la Val Sermenza, da Balmuccia, dove passa la Linea Insubrica (questa separa le rocce che
facevano parte del continente europeo a Nord con quelle che facevano parte del continente africano a
Sud), a Carcoforo, poco oltre il Monte Lampone.
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Dall’Alpe Giovanchera Bella, guardando in direzione Sud,
si osserva il versante settentrionale della catena montuosa che separa Carcoforo da Rima S. Giuseppe;
lungo questa si susseguono le tre unità (tipologie) rocciose sopra descritte.
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