RAFFINAZIONE "QUASI CASALINGA" DELL' ORO
(Pag. con
Massimo Re
Fraschini)
Dopo un precedente articolo, apparso ormai da qualche
anno su queste pagine, m'accingo ora a descrivere una
procedura semplificata per la raffinazione dell'oro alluvionale
che possiamo trovare nei nostri fiumi. Dai dati riportati in letteratura
sappiamo che le "scagliette"
reperibili nei nostri fiumi contengono una
percentuale d'oro compresa tra il 90% e il 96%; si tratta quindi di un
materiale facilmente raffinabile anche senza particolari
mezzi tecnici. Una veloce analisi al microscopio elettronico con
microsonda ha confermato l'elevata purezza del nostro oro: l'analisi é
stata fatta su pagliuzze miste provenienti da Ticino, Orba e Adda.
Inaspettatamente ho trovato tracce di antimonio, arsenico e zolfo che
non mi sarei aspettato di trovare in un materiale alluvionale esposto in
condizioni ossidanti; si tratta probabilmente di oro proveniente da
giaciture a solfuri. Le maggiori
impurità sono costituite da argento e
poco rame. La microsonda ha inoltre evidenziato la presenza di potassio,
alluminio, silicio, ferro e sodio proveniente da particelle di silicati
incluse meccanicamente sulla superficie delle pagliuzze (scagliette) durante il
trascinamento in acqua.
Prodotti chimici richiesti
Acido nitrico 65-67 %
Acido cloridrico 32-37 %
Solfato ferroso pentaidrato FeSO, 5(H,O)
Avvertenze importanti per la manipolazione dei
reagenti: ricordarsi che si stanno manipolando acidi concentrati,
quindi bisogna adottare le consuete precauzioni, indossando inoltre guanti
di gomma e proteggendosi gli occhi con opportuni occhiali
Materiale richiesto :
Carta da filtro, Acqua distillata, Beker di pyres, (i
Beker possono essere sostituiti anche con contenitori di vetro normale,
ottimi i vasi di vetro di conserve e sottaceti), un Imbuto di vetro o di
plastica, qualche Bacchetta di vetro o plastica da usare per agitare le
soluzioni. un Cilindro graduato. Il procedimento di
raffinazione illustrato é il tipico processo ad Acqua
Regia noto già da
secoli ma sempre valido per semplicità e velocità. Il sistema si basa
sulla dissoluzione del materiale in acqua regia e nella
successiva precipitazione selettiva dell'Oro con una purezza, se si é operato bene, di 99,9-99,99%. L'Acqua Regia é una miscela di acido
nitrico e cloridrico in grado di portare in soluzione l'oro,
se questo non contiene piu del 1O-11% di argento.
Procedimento
Onde rimuovere l'eventuale presenza di di
mercurio o frammenti di piombo, introdurre l'oro in
pagliuzze in un contenitore di vetro e coprirlo con una soluzione al 15
20% di acido nitrico e lasciarlo in reazione per qualche ora, meglio un giorno.
Decantare quindi la soluzione e lavare bene con acqua. Asciugare e pesare
accuratamente l'oro. A questo punto il materiale è pronto per la
dissoluzione in acqua
regia. Questa operazione va condotta sotto cappa
aspirante o in luogo aperto ben ventilato perché durante la reazione si
sviluppano vapori rosso-bruno di Ipoazotide che sono nocivi. Per ogni
grammo di oro bisogna utilizzare 0,7 cc di acido nitrico e 2,8- 3 cc di
acido cloridrico. Dal peso dell'oro, ripulito da
impurità di piombo come
sopra descritto, ricavare il volume di acido nitrico e cloridrico
necessario moltiplicando il peso dell'oro in grammi per 0.7 per il nitrico
e per 2.8 per il cloridrico, sommare i due volumi per avere il volume
totale di reagenti e poter conseguentemente dimensionare il contenitore
per la reazione, che non deve essere riempito per più di un quarto della
sua capacità. Introdurre tutto l'oro nel beker e addizionare a piccole
porzioni (5-10 cc ) l'acido cloridrico e il nitrico. La reazione può
essere più o meno veloce a seconda delle dimensioni delle particelle di
metallo : più queste ultime sono piccole più é veloce la reazione. La
reazione é esotermica, per cui la miscela si riscalda da
sola con abbondante sviluppo di vapori rosso bruni composti da ossidi di Azoto. Non
aggiungere altri acidi fino a che la quantità precedente non abbia esaurito
la sua attività diminuendo lo sviluppo dei fumi rossi. Se la reazione
stenta ad avviarsi si può accelerarne il processo riscaldando a bagnomaria
con acqua calda (70-90°) il contenitore di reazione. Dopo l'aggiunta
delle ultime porzioni di acidi si completa la dissoluzione del metallo per
riscaldamento a bagnomaria per circa 30 minuti. Si lascia raffreddare la
soluzione e si controlla che non vi siano particelle di metallo
indisciolte. Nel caso sia presente del metallo indisciolto aggiungere
ancora un 10 % (rispetto al totale calcolato all'inizio) di acido
cloridrico e nitrico, riscaldare e lasciare a riposo per un paio di ore.
Quando
tutto l'Oro sarà disciolto la soluzione si presenterà di colore giallo
verdastro con un corpo di fondo bianco costituito da cloruro di argento. Diluire
ora il prodotto con un eguale volume di acqua distillata fredda affinché il cloruro di
argento precipiti completamente: adesso la
soluzione non emette più fumi tossici e può essere maneggiata con
maggior tranquillità. Filtrare su carta da filtro e raccogliere la fase liquida
che contiene l'oro in soluzione quindi, per recuperare l'oro trattenuto dal
filtro stesso, lavare bene quest'ultimo con acqua
distillata fredda e addizionata con 10 c.c. di acido cloridrico per litro
. Il filtrato dovrebbe ora presentarsi
perfettamente limpido e senza materiale in sospensione : se così non fosse
bisognerà rifiltrare con maggior attenzione. Sul filtro rimarrà
l'argento sotto forma di cloruro oltre a tutti i materiali insolubili non
auriferi (granelli di sabbia, quarzo e altro materiale inglobato dal
metallo). L'ultima fase della raffinazione è la precipitazione dell'oro
in forma metallica: per ottenere questo si usa una soluzione di solfato
ferroso ed occorreranno quindi circa 4 g. di solfato per ogni grammo di oro in
soluzione. Pesare la quantità di solfato ferroso necessario, scioglierlo
quindi nella minima quantità di acqua distillata tiepida e aggiungere qualche cc
di acido cloridrico; filtrare su carta da filtro e conservare la soluzione
in un contenitore chiuso onde evitare il contatto con l'ossigeno
dell'aria. Aggiungendo il 90% circa della soluzione di
solfato alla soluzione aurifera e agitando la miscela ottenuta si vedrà
l'Oro separarsi sotto forma di pesante polvere bruna. Quando il
precipitato si sarà depositato sul fondo e la soluzione avrà un aspetto
limpido occorrerà accertarsi della completa precipitazione dell'oro aggiungendo qualche goccia
della soluzione di solfato ferroso residuo: se si verificherà ulteriore separazione
di oro metallico bisognerà aggiungere ancora soluzione di solfato fino a completa
precipitazione (una ulteriore aggiunta di soluzione non deve produrre
intorbidamento della soluzione : controllare in controluce). Decantare la
maggior parte della soluzione e lavare il precipitato con acqua
distillata, meglio se calda, diverse volte, poi filtrare su carta su imbuto e
lavare ulteriormente con acqua. Far asciugare il filtro e raccogliere la
polvere di oro metallico: questo si presenterà come una polvere di colore dal
rosso al marrone bruno a seconda delle dimensioni delle particelle.
Fondendo questa polvere si otterrà finalmente il metallo con il suo colore tipico.
Durante la fusione fare attenzione perché le particelle di oro nella
polvere sono estremamente fini e possono essere quindi "soffiate
via" dalla fiamma del cannello.
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