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La foto a
seguire (di Calfa),
ci mostra suo padre Adriano ed evidenzia la corretta classica
posizione che si assume quasi sempre per lavare con la Batea: infatti, anche se
in determinati posti, per un qualsiasi motivo, non ci sarà la
possibilità di sedersi ed occorrerà quindi agire " da in piedi"
(chinandosi verso l'acqua), la gestualità data qui dal posizionamento
delle mani rimarrà sostanzialmente identica. Va però aggiunto che, soprattutto nella
fase finale dell'operazione, cioè quando si ha solo più il concentrato
da rifinire (non quindi la batea piena, perché l'insieme del peso
provocherebbe mancanza di precisione e difficoltà in generale), molti preferiscono "manovrare"
tenendola non più
al centro, ma a destra o a sinistra delle gambe, quindi necessariamente
con una sola mano: è una semplice questione di abitudine che non
influisce sul risultato, l'importante sta nel farla lavorare al
meglio, come si conviene (vedi
pag.), scuotendola orizzontalmente di tanto in tanto affinché
l'oro rimanga sempre sul fondo dell'utensile e ricoperto di materiale
sterile, cosa che ne garantisce la permanenza, quindi l'impossibilità di
perderlo.
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Come
si può notare, nella batea è rimasto quasi soltanto il
concentrato "utile", corrispondente alla parte di colore più
scuro, mentre nel contempo s'intravvede il "rigolo" più
chiaro di sterile che se ne sta uscendo per andare a gettarsi in tutto
l'altrettanto sterile (e del medesimo colore) già uscito e che si è ammucchiato tra gli
stivali del cercatore. |
Torna
al racconto della famiglia "Calfa". |
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