Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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Usandola da seduti

 

 

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La foto a seguire (di Calfa), ci mostra suo padre Adriano ed evidenzia la corretta classica posizione che si assume quasi sempre per lavare con la Batea: infatti, anche se in determinati posti, per un qualsiasi motivo, non ci sarà la possibilità di sedersi ed occorrerà quindi agire " da in piedi" (chinandosi verso l'acqua), la gestualità data qui dal posizionamento delle mani rimarrà sostanzialmente identica. Va però aggiunto che, soprattutto nella fase finale dell'operazione, cioè quando si ha solo più il concentrato da rifinire (non quindi la batea piena, perché l'insieme del peso provocherebbe mancanza di precisione e difficoltà in generale), molti preferiscono "manovrare" tenendola non più al centro, ma a destra o a sinistra delle gambe, quindi necessariamente con una sola mano: è una semplice questione di abitudine che non influisce sul risultato, l'importante sta nel farla lavorare al meglio, come si conviene (vedi pag.), scuotendola orizzontalmente di tanto in tanto affinché l'oro rimanga sempre sul fondo dell'utensile e ricoperto di materiale sterile, cosa che ne garantisce la permanenza, quindi l'impossibilità di perderlo.

 

Cercatore d'oro lava con batea.

Come si può notare, nella batea è rimasto quasi soltanto il concentrato "utile", corrispondente alla parte di colore più scuro, mentre nel contempo s'intravvede il "rigolo" più chiaro di sterile che se ne sta uscendo per andare a gettarsi in tutto l'altrettanto sterile (e del medesimo colore) già uscito e che si è ammucchiato tra gli stivali del cercatore.

Torna al racconto della famiglia "Calfa".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Per la Rete. Oltre alle conseguenze nelle quali spesso s’incorre, tipo intervento da parte di terzi legittimamente interessati (un esempio), copiare o utilizzare contenuti d’altri siti porta quasi sempre a risultati screditanti per il proprio lavoro, soprattutto nel caso il materiale fosse tratto da web ben conosciuti e molto visitati i cui utenti, nel caso appunto ravvisassero (accidentalmente?) il contesto di cui sopra, considererebbero detta scopiazzatura come rivelatore della mancanza di buon gusto oltre che di idee nei confronti del gestore del sito in “odor” di plagio . In ogni caso si tratterebbe di un gesto che, al di la delle apparenze iniziali, non offrirebbe al proprio web alcuno sviluppo positivo per il semplice motivo che non è generato da un’azione costruttiva bensì passiva.  A mio modesto avviso, un sito per risultare interessante deve avere una propria personalità nella scelta dei contenuti e nel modo in cui questi vengono presentati: meglio ancora se caratterizzato da alcune informazioni non  facili da reperire. Altro che copiare da altri siti. Per il cartaceo. Talvolta vengo a sapere che qualcuno ha utilizzato paragrafi del sito nella stesura di qualche suo lavoro su cartaceo (libri ecc.): non mi riferisco certo ai seri scrittori e giornalisti che con una comune richiesta di autorizzazione via e-mail (la concedo sempre, salvo particolarismi) mi appagano anzi di soddisfazione per quanto concerne la mia attività in rete (e ciò mi basterebbe), ma piuttosto alle persone che pubblicano il contesto non solo senza chiedermene per semplice formalità il consenso, ma addirittura senza la buona educazione di citare, nel prodotto finito, il fatto di avere in qualche misura attinto anche dalle mie pagine. Non riporto per esteso le credenziali dei "maldestri autori" dei quali mi sono finora accorto perché ritengo che i loro nomi (e pubblicazioni annesse) non meritino qui di essere "pubblicizzati" in alcun modo, cioè esattamente al contrario e nel rispetto di come invece solitamente mi comporto con tutte le persone che mi contattano in simili circostanze e delle quali in seguito io segnalo appunto con piacere (è nell'interesse informativo del sito) la pubblicazione che li riguarda. Insomma, una questione d'impostazione e correttezza reciproca che tra l'altro può solo agevolare entrambi.