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Oltre
ad alcuni accenni bibliografici relativi alla
localizzazione di altri filoni situati nella zona dell'Alfenza, a fondo
pagina sono disponibili varie altre informazioni reperibili in antichi
documenti minerari. |
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Croppi & Strologo (1802), nella loro relazione statistica
citano lavorazioni all'Alfenza nella seconda metà del diciottesimo
secolo da parte dei Folini, Jachetti e del cap. Testone : a
testimonianza di queste attività sono ancor oggigiorno visibili i
resti di ventisei molini. |
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Croppi & Strologo parlano inoltre di otto filoni di fronte a
Crodo sino a Premia : un filone aurifero sotto il Pizzo Cistella nel
comune di Cravegna ; due filoni nel comune di Mozzio di cui uno
vicino alla chiesa coltivato nel 1799 da Padre Bozzetti. |
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Fantonetti (1836), parla di gallerie poste in una valle solcata da
un torrente, con filone quarzoso o talcoso contenente pirite. |
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Jervis (1873) cita pirite aurifera su quarzo nella località
Rondola, a Emo lungo il rio Oro, verso Cruppo. Pirite aurifera anche
nella località Morello, comune di Mozzio. |
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Boni (1938), ex direttore della min. di Crodo e
Lavanchetto, parla
di ricerche nelle località Maglioggio, Dugno, Cassinetto e alla
Balmella dove (in quest'ultimo posto citato) qualche montanaro
saliva nella stagione estiva a prelevare il minerale aurifero da una
galleria di una cinquantina di metri con pozzetto di estrazione.
Boni segnala inoltre la presenza di ricerche nel comune di Premia e
a Salecchio. |
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Sulla direttrice dei filoni della miniera
Alfenza, si ha notizia
di antichi lavori situati a un chilometro da quest'ultima e nascosti
dal terreno morenico franato. Da questo si deduce la probabile
esistenza della miniera aurifera della Val d'Oro. |
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Le località Maglioggio e Valle Antolina sono
considerate zone poco mineralizzate in oro ma con alti tenori in
argento. |
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Nota. Tutto quanto sopra, da una
pubblicazione (1989) del centro Studi Piero Ginocchi, a cura del dottor
Cattin Marco.
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NOTE
STORICHE DA DOCUMENTI MINERARI ANTICHI. 1576:
Baldasar Luchsinger detto Murdi, svizzero, ha trovato due miniere, una a
Crodo di Antigorio, l'altra a Formazza. 1706:
il notaio Giuseppe Gorino fa prove per oro in valle Antigorio ed inoltre
manda un operaio in Germania per fare pratica: questi viene però
catturato dai ribelli, per cui tornerà solamente nel 1714; il notaio
chiede quindi nuova licenza senza pagamento per dodici anni, ma gli
vengono concessi solo 4 anni di licenza per piombo e 18 mesi per oro e
argento. L'anno seguente il notaio rinuncia alla concessione di cui
usufruiva in loc. VaiJ o Trova ( ? ) perchè in ogni caso non rendeva, e
concentra le sue ricerche in altri punti probabilmente auriferi che ha
nel frattempo scoperto. 1721:
si inizia a cercare oro in località Moiozzi. 1761:
Miniera d'oro di Crodo: il pretore De Bernardi scrive che è stata scoperta una miniera d’oro in valle Antigorio, vicino al
fiume Fenza, da Carlo Gambino che chiede concessione; invio degli atti a
Morozzo, il quale risponde che si prosegua nella scoperta e si mandino campioni; il 20 luglio il pretore dice che Gambino
si è associato ad altri due, e che per avere una buona mostra debbono scavare assai in loc. Gurma di
Gruppo. 1766/67: Lite tra
i fratelli Fachetti e Testoni per la scoperta delle miniere d'oro di
Crodo: il secondo afferma di avere scoperto sabbie con argento e piombo.
1768: A maggio la nuova società Gambino con Giuseppe
Gioannetti, Giulio de Stefani, Gio Don. Zanetta, Venanzio Grazioli (questi di
Crodo), Gio
Pietro Leonardi e Giovanni Dorno di Montecrestese di Domodossola chiede
permessi per le località Lantellina e Gruna di Groppo, poco distante da
Alfenza. 1769: I fratelli
Facchetti chiedono concessione (località Lantellina e Grumo di Groppo)
in società con Pietro Antoni, i fratelli Giacomo e Gio Batta Stagnoni,
Bartolomeo Testore di valle Anzasca, e Giovanni e Cristoforo de Paolis
(fratelli) di Alagna. 1769:
Concessione a Gaspare e Pietro Fachetti(di Macugnaga) delle miniere
d'oro di Cravegna e Crodo. 1772:
Autorizzazione per lo sfruttamento, a Francesco Falcini di
Piedimulera ed a Felice Antonio Halter (svizzero abitante in Valle
Divedro) del filone di Marcasite aurifera da loro scoperto al M.
Forcola, in valle Formazza. Resa
economica della min. di crodO,
(cioé oro fino misurato in marchi,
qui con "arrotondamento" per non riportare anche i decimali e
centesimi): 104 marchi nel 1771; 79 marchi nel 1772; 88 marchi nel 1773;
63 marchi nel 1774; 33 marchi nel 1775; 21 marchi nel 1776; 26 marchi
nel 1777; 18 marchi nel 1778. 1787:
Patente di proroga per vent'anni a favore dei soci Facchetti, Stagnone,
Testone e de Pauli per la miniera d'oro di Crodo. 1794/95:
Documento con supplica di Antonio Maria Stagnone, socio della miniera aurifera di
Crodo, per chiedere l’intervento del Pretore contro la cattiva gestione della
miniere: questa era stata data in appalto, ma l’impresario, invece di scavare le traverse necessarie, si
limitava ad estrarre il minerale in vista, facendo lui ottimi guadagni, dato che pagava alla
società soltanto 6 lire per ogni oncia d’oro che estraeva. Terminato
l’appalto egli aveva ripreso ad interessarsene direttamente, assieme al socio
Iachetti, ma veniva snobbato dagli altri soci che non se ne volevano curare.
1813: Francesco Maria
Andreoli chiede di fare esperimenti nelle 3 miniere aurifere di
Crodo, all'Alfenza, abbandonate da quindici anni. 1813:
Camillo Plosa di Antonapiana chiede di fare esperimenti nella miniera
aurifera di Crodo in Valle Antigorio, presso il torrente Alfenza. |
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