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| Accesso: una volta raggiunta la cittadina di
fondovalle Verrès tramite l'autostrada Torino-Aosta o la
Milano-Santhià-Aosta, risalire la Val d'Ayas sino a Brusson ed
oltrepassare tutto il paese per individuare così, sulla sinistra,
l'ampio svincolo con relativa strada che conduce al Col de Joux. Giunti con la macchina al terzo tornante
"destrorso"
proseguire ancora per duecento metri circa e lasciare la vettura
nella piazzola posta sull'altro lato della strada (poco oltre ci
sarebbe comunque un ancor più ampio spazio anche sulla destra). Da
lì incamminarsi per il sentiero i cui primi sei o sette metri sono in linea con il proseguimento
della carreggiata, ma che poi vira decisamente per indirizzarsi obliquamente alla
nostra sinistra (il tutto ben visibile dalla piazzola ove si lascia
la macchina). Questa traccia conduce in una decina di minuti all'avvallamento citato,
per lì proseguire, ma ormai poco distintamente, sino alle
immediate vicinanze dei lavori in questione, i quali sono
rintracciabili "esplorando" brevemente la zona di contatto
tra l'avallamento e i ripidi canaloni sovrastanti. |
| Lavori: la galleria (assaggio minerario)
posta più in basso è lunga quattro o cinque metri ed è
individuabile da una modestissima discarica di materiale misto che
la precede: da qui, per raggiungere il lavoro superiore, occorre
spostarsi alla nostra destra in diagonale ascendente per qualche
decina di metri sino a vedere, sopra di noi, un piccolo muro a secco a
ridosso di un diedro roccioso
verticale. Quest'altro assaggio, appena a lato del citato muretto,
è un paio di metri più profondo del precedente e ben evidenzia
l'inclinazione verticale dei filoni interessati, cosa d'altronde
normale visto che si è sul fianco destro orogr. della Val d'Ayas.
Infine, seguendo in alto questi filoncini verticali, s'incontrano
altri "rosicchiamenti e buchetti a giorno". Si tratta
probabilmente di lavori eseguiti da parte degli "inglesi". |
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Mineralizzazione:
sono esigue vene verticali di quarzo, scarse in mineralizzazione, ma
alcune delle quali
comunque contenenti, in una una qualche misura e secondo gli
interessanti testi riportati nella Tesi di
A. Richard, Oro nativo,
il chè è sicuramente interessante trattandosi di un'area posta sul
fianco destro orografico della valle, cioè quello solitamente
caratterizzato da soli solfuri auriferi e non da oro nativo. |
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