| |
Questa pagina riassume e localizza
alcuni dei posti che in
base a fonti storiche sicure (e confortate da analisi
odierne dagli esiti interessanti) meriterebbero probabilmente
particolare attenzione ancora oggi per cercare oro in Calabria. |
|
Flavio M. A. Cassidoro (487/583 d.C.) trascorse parte della sua vita in Calabria e studiò
innumerevoli i testi a lui precedenti, ma soprattutto scrisse di sua
mano numerosi e fondamentali documenti che descrivevano la situazione
economico/sociale di quei tempi: tra questi presenziano molte
appassionate note sulle risorse minerarie di allora e
che andarono a costituire la sua opera "Variae", libro che contiene
alcuni tra i più antichi riferimenti minerari in assoluto
giuntici all'oggi e la Calabria (che
lui definì "con minerali preziosi") non venne esclusa da
questo contesto. Oggigiorno, grazie a quei documenti e ad altri di
illustri personaggi che gli seguiranno nei tempi (Medio Evo etc.), disponiamo
del necessario per
comprendere la Storia e, volendo, darne un seguito. Nel libro Oro,
Miniere, Storia, il suo autore,
Giuseppe
Pipino, alle dichiarazioni storiche di cui sopra fa infatti seguire
una serie di proprie e costruttive constatazioni che
prendono spunto sia dal testo di Cassidoro sia da informazioni storiche
meno datate . Basandomi su dette riflessioni/constatazioni ho preparato questa pagina, tralasciando intenzionalmente quasi
tutte le pur importanti note geologiche o scientifiche reperibili
sull'argomento, ma cercando piuttosto di concentrarmi sui dati utili a
soddisfare le esigenze e
curiosità del comune cercatore d'oro
amatoriale.
|
|
|
|
L'area di San Donato di
Ninea, poco distante da
Malvito fu oggetto di coltivazioni minerarie sino a
qualche secolo fa; manifestazioni cuprifere d'un certo interesse
affiorano infatti in più punti nei pressi dei due centri, ed in
particolare nelle località Acquaformosa, Vallone del Grondo, Rosaneto,
Vallone dell'Oro e Principessa. Altre manifestazioni sono presenti in
zone poco distanti, cioè presso Morano, Saracena, Altomonte e Sangineto.
Tralasciando periodi di tempo a noi troppo lontani e poco definiti a
livello informativo, è comunque attestata attività mineraria
nel Medio Evo, epoca in cui tra l'altro pare che i monaci locali praticassero la
pesca dell'oro nei fiumi della zona. Anche a proposito dei primi del
1500 è documentato che nell'area di San Donato di Ninea si sfruttassero miniere d'oro e
d'argento e che in seguito esse caddero
momentaneamente nell'oblio per venire finalmente riconsiderate solo ai primi del
'700.
|
Si
tratta di filoni di quarzo generalmente poco spessi e contenenti
Calcopirite, Tetraedrite,
Pirite, Arsenopirite (minerali che in molte
località italiane ben si sposano con l'oro, nota di Z.G.) e non è dunque un caso se
sono state riscontrate discrete tracce d'oro anche in tempi più recenti
rispetto alle date sopra menzionate: inoltre, quando i filoni di questa
zona hanno
come roccia di contatto l'Arenaria, pure
quest'ultima è qui aurifera, forse
più dei filoni stessi perché contiene piccoli arricchimenti di
oro eluviale. Quest'ultimo fattore probabilmente spiega il motivo per
cui gli stessi corsi d'acqua locali siano in qualche modo auriferi, cosa dimostratasi
anche di recente perchè lo
stesso dott. Pipino ne raccolse qualche scaglietta nella valle
dell'Esaro.
|
L'area
di Longobucco costituisce un'altra interessante situazione mineraria: sono note le sue numerose manifestazioni
piombo/argentifere (Galena) coltivate sin dai tempi più remoti e sembra
che l'antica Sibari dovesse la sua potenza all'Argento estratto dai
monti circostanti e che con esso venissero coniate le sue monete (VI
secolo a.C). Da notare che la mineralizzazione presente in quest'area ha sorprendenti analogie strutturali e paragenetiche con
quella delle Alpi marittime e delle alte valli del Tanaro e della
Bormida, zone queste aurifere. Per quanto riguarda l'oro di Longobucco,
è certamente presente (in tracce) nella mineralizzazione di cui sopra
ed in passato ha inoltre potuto costituire (formare) piccoli depositi eluviali
degni d'interesse, come nel caso già visto di San Donato di Ninea.
|
Altri posti.
In Calabria, oltre a quelli citati, andrebbero verificati altri numerosi
indizi anche a livello amatoriale perchè la presenza
dell'oro è infatti storicamente segnalata anche a Grotteria, Polia,
Roccella, Sinopoli e nel torrente Allaro. |
|