| |
(Boret, alias Borrettaz o Bourret)
| L'esistenza di questo cantiere é documentata abbondantemente ma
scarseggiano invece le descrizioni sulla tipologia dei lavori
eseguitivi. Di certo il Boret fu intensamente sfruttato nel periodo
di Robilant per poi esser
stato più volte oggetto di attenzione anche nei tempi a seguire
anche se però, probabilmente, non vi vennero più fatti particolari
lavori. E' comunque citata, nel 1700, oltre alla presenza di un
pozzo (individuabile questo subito sopra al sentiero che taglia la
zona per recarsi ad una vicina vecchia vasca) , una galleria scavata in traversobanco [def.],
che aveva l'intenzione di tagliare ed "assaggiare"
i diversi filoncelli promettenti in loco per poi raggiungere ed
oltrepassare la base del pozzo di cui sopra. L'entrata di detto
progetto si trova a quota 1300 circa, sulla linea del pozzo
accennato, ma sotto al sentiero anzichè sopra. Questa galleria fu
in seguito murata per
l'installazione di una presa d'acqua e nei suoi pressi è ancora
individuabile parte del tubo che si recava alla vasca: inoltre, pur
essendo oggigiorno il suo ingresso indistinguibile, se ci si reca
davanti al rialzo della sua piazzola esterna si può notare che i
propri piedi si trovano in pratica all'altezza del soffitto della
galleria, che partiva da lì. La fotografia sottostante è
scattata dal paese di Challand Saint Anselme e vi ci si riconoscono
in basso i prati che in leggera salita conducono alla zona del Boret,
cerchiato in rosso; sullo sfondo, oltre l'avvallamento e contro il
cielo, i boschi di Bechaz. |
Anche sulle roccette poste immediatamente a monte
del pozzo sono ancor riconoscibili i segni di numerosi scavi
antichi.
Curiosamente la zona del Boret (nella foto corrisponde
alla zona delimitata dal cerchio rosso), pur essendo assai vicina al centro
abitato di Challand, nei "tempi moderni" penso non sia mai stata visitata e presa in considerazione da alcun cercatore di minerali.
Tra i minerali rinvenibili, Robilant segnalò
l'oro.
|
|
NOTE
STORICHE DA DOCUMENTI MINERARI ANTICHI. 1760: un saggio sui minerali e
sabbie del "Bourret in Challand" (così lo si chiamava a quei tempi), diede 1 oncia e 6/7 di oro per ogni
marco d'argento. |
|