Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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Usare una o due mani

 

 

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Si tratta di una pagina preparata appositamente (solo) per coloro che sono realmente all'inizio dell'attività e devono ancora imparare ogni cosa: quindi il cercatore già pratico non si stupisca di questi contenuti, che a lui parranno senz'altro cose scontate.

 

Descrizione dei modi più consueti per tenere in mano la batea quando si lava per cercare oro, discorso valido sia quando si ha a che fare con del materiale già precedentemente trattato con la canaletta (chiamata anche scaletta) sia quando si agisce senza di essa.

 

 

Le immagini qui a destra mostrano in sostanza due differenti modalità per "impugnare" la Batea: le prime due si riferiscono a cercatori che (qui a solo titolo di esempio) la reggono usando una sola mano, mentre le ultime due riguardano il suo utilizzo a due mani. Iniziando ad osservarle dall'alto (G. Carenzo in torrente alpino) e riferendoci anche alla seguente qui a lato (G. Pipino sui suoi fiumi) s'intuisce facilmente che in questo caso l'attrezzo occorrerà tenerlo e gestirlo prevalentemente alla nostra destra (oppure sinistra, se si è mancini come il sottoscritto), cioè all'incirca sullo stesso lato della mano che la tiene.

Le ultime due foto mostrano invece (qui un cercatore nel Klondike, mentre in basso il sig. Calfa in Italia) l'uso a due mani della batea: in questo secondo caso l'attrezzo lo si terrà in posizione centrale, davanti alle gambe e il movimento da imporle per lavare resterà assolutamente lo stesso del caso precedente e che è ampiamente descritto in altra pagina.

A questo punto, giustamente ci si chiede: qual è il sistema migliore e più "redditizio" per tenerla in mano? Sono ugualmente efficaci entrambi, senza alcuna differenza: si tratta  più che altro di abitudini o preferenze che non influiscono minimamente sul risultato finale, anche perché, come già detto, il movimento da applicare per isolare l'oro da tutto lo sterile è identico in entrambe le situazioni.

Volendo (e lo si fa sovente) si può praticare anche un "ibrido", cioè agire a piene mani all'inizio, quando la batea è ancora piena di materiale e quindi pesante e scomoda da gestire, per poi passare all'uso di una sola mano quando sarà diventata più leggera; ne approfitto per ricordare che quando si sarà arrivati a disporre del concentrato o poco più, se lo si desidera si potrà usare una mano con la quale raccogliere manciatine d'acqua da versare con molta delicatezza sulla batea

 

 

 

per creare piccoli smottamenti del suo contenuto e in tal modo gestire e vedere di fino i suoi contenuti.

 

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Per la Rete. Oltre alle conseguenze nelle quali spesso s’incorre, tipo intervento da parte di terzi legittimamente interessati (un esempio), copiare o utilizzare contenuti d’altri siti porta quasi sempre a risultati screditanti per il proprio lavoro, soprattutto nel caso il materiale fosse tratto da web ben conosciuti e molto visitati i cui utenti, nel caso appunto ravvisassero (accidentalmente?) il contesto di cui sopra, considererebbero detta scopiazzatura come rivelatore della mancanza di buon gusto oltre che di idee nei confronti del gestore del sito in “odor” di plagio . In ogni caso si tratterebbe di un gesto che, al di la delle apparenze iniziali, non offrirebbe al proprio web alcuno sviluppo positivo per il semplice motivo che non è generato da un’azione costruttiva bensì passiva.  A mio modesto avviso, un sito per risultare interessante deve avere una propria personalità nella scelta dei contenuti e nel modo in cui questi vengono presentati: meglio ancora se caratterizzato da alcune informazioni non  facili da reperire. Altro che copiare da altri siti. Per il cartaceo. Talvolta vengo a sapere che qualcuno ha utilizzato paragrafi del sito nella stesura di qualche suo lavoro su cartaceo (libri ecc.): non mi riferisco certo ai seri scrittori e giornalisti che con una comune richiesta di autorizzazione via e-mail (la concedo sempre, salvo particolarismi) mi appagano anzi di soddisfazione per quanto concerne la mia attività in rete (e ciò mi basterebbe), ma piuttosto alle persone che pubblicano il contesto non solo senza chiedermene per semplice formalità il consenso, ma addirittura senza la buona educazione di citare, nel prodotto finito, il fatto di avere in qualche misura attinto anche dalle mie pagine. Non riporto per esteso le credenziali dei "maldestri autori" dei quali mi sono finora accorto perché ritengo che i loro nomi (e pubblicazioni annesse) non meritino qui di essere "pubblicizzati" in alcun modo, cioè esattamente al contrario e nel rispetto di come invece solitamente mi comporto con tutte le persone che mi contattano in simili circostanze e delle quali in seguito io segnalo appunto con piacere (è nell'interesse informativo del sito) la pubblicazione che li riguarda. Insomma, una questione d'impostazione e correttezza reciproca che tra l'altro può solo agevolare entrambi.