| |
|
Descrizione di una gita: Miniera della Gula in località
Gula, Rimella (VC)
Scheda preparata con
Ugo
Magnani |
|
|
Sabato 19 ottobre '96, con l'amico Giorgio abbiamo
effettuato un'uscita mineralogica in una località già visitata
nell'Aprile '93. La località interessata si trova nella Val
Mastallone,
dopo l'abitato di Gula che dà anche il nome alle omonime miniere tanto
oggetto d'interesse per Don Terruggi (lì meglio conosciuto come
"don minera", di cui abbiamo dato ampio spazio nella relazione
riguardante la precedente visita sopra citata.
|
La località si raggiunge piuttosto agevolmente seguendo
la strada che da Varallo Sesia porta alla località Sabbia, seguendo a
ritroso il corso del torrente Mastallone fino a Ferrera. Lungo questo
tratto c'è un ponte a volta che sovrasta un profondissimo orrido e non
si può non ammirarne la bellezza.
|
Oltrapassato Ferrera si lascia il corso principale della
valle in prossimità del ponte delle due acque proseguendo a destra in
direzione Rimella, cioè risalendo il torrente Landwasser. Qui la valle
omonima si fa veramente incantevole, la sua natura è selvaggia,
ricchissima di limpide e incontaminate acque che si riversano bianche e
spumose nel torrente da ogni dove. I panorami che si snodano via via
dietro ogni curva meritano d'essere immortalati. Possiamo certamente
capire quello che provarono i primi coloni "Walser"
visitandola e affascinati ne fecero immediatamente la loro dimora; tutt'oggi la loro discendenza è ben rappresentata nella valle e
mantiene sia gli usi e i costumi tradizionali sia la lingua originale.
|
|
|
|
Ma torniamo alla nostra scampagnata: dopo una breve
deviazione a Serravalle Sesia (visita al mercatino dell'antico) ci
avviamo decisamente verso la valle, scopo della nostra gita, che è
quello di reperire del minerale aurifero (pirite) nella miniera bassa
della Gula e che in occasione della nostra precedente visita avevamo
visitato solo sommariamente.
|
Giunti in zona ci troviamo di fronte al primo grosso
problema: il superamento del torrente che si snoda vorticoso non
consentendo guadi agevoli per i nostri corti stivali (anticamente i
minatori avevano costruito una passerella che agevolava loro il
passaggio tra le due sponde). Proviamo e riproviamo, ma ogni volta
incontriamo sulla nostra strada un ostacolo d'acqua che ci respinge
inesorabilmente. Finalmente Giorgio, con l'ausilio d'una pertica, riesce
a trovare un punto dove, sia pure con qualche rischio di bagno,
riusciamo a riusciamo a raggiungere la sponda opposta presso la quale
sono situati gli imbocchi delle gallerie. Il ricordo della visita
precedente ci indirizza subito verso l'ingresso più basso che è poi
quello che maggiormente suscita il nostro interesse. Questo si trova
appena sopra e sulla destra dei ruderi del vecchio edificio
probabilmente adibito a Forgia.
|
Dopo i rituali preparativi ci addentriamo nelle viscere
della montagna notando, dopo circa dieci metri di galleria allagata ma
comunque praticabile con gli stivali, che questa si fa improvvisamente
asciutta e molto agevole, senza tracce di cedimento e pulita malgrado i
moltissimi anni di abbandono: la roccia è infatti molto compatta e le
reali possibilità di pericolo sono praticamente nulle, anche se in
alcuni punti, cioè sul fondo delle diramazioni, vi sia un intenso
percolamento idrico (ci troviamo proprio sotto la valletta dove sono
ubicati gli altri 4 ingressi).
|
Dalla conta del numero dei passi abbiamo tracciato una pur
sommaria misurazione del sotterraneo che, complessivamente, considerando
anche le sue diramazioni, dovrebbe svilupparsi con circa 240 metri
totali di scavo . La galleria d'ingresso (che qui chiameremo la
"principale" per meglio capirci) non segue nel suo primo
tratto un filone, ma si sviluppa ugualmente diritta nella montagna, con
leggerissima pendenza a salire incontrando qua e là delle
"lenti" più o meno remunerative di materiale nichelifero che
furono sfruttate con relative biforcazioni. La "principale" ha
una lunghezza di circa 50 metri e termina in un anfratto che fa supporre
sia stato utilizzato, all'epoca dei lavori, come deposito attrezzi:
ancor oggi è possibile vedere i resti marcescenti di travi di legno che
costituivano una porta la quale chiudeva il fondo della galleria come
una vera e propria cameretta. Da questa galleria iniziale si snodano a
sinistra due diramazioni: la prima è a soli dieci metri dall'ingresso
della principale, la sua lunghezza è di un'ottantina di metri e si
snoda con alcune curve e slarghi di "assaggio" che indicano la
ricerca delle lenti mineralizzate esauritesi e che portarono
all'abbandono dei lavori. Sempre questa diramazione, termina in uno
stanzone dove il tetto è formato da una parete liscia di contatto che
scende obliqua a 45° circa. La seconda diramazione è la più lunga e
sicuramente quella più interessante per la nostra ricerca, per la
presenza, dopo circa 10 metri dal suo inizio, di un filone di quarzo con
pirite aurifera. Questa diramazione segue per buona parte la direzione
della precedente e dista dalla stessa pochi metri. La sua lunghezza
totale è di 110 m. e verso la metà presenta a sua volta un bivio: il
ramo di destra finisce dopo una ventina di metri, mentre quello sulla
sinistra arriva a 50m. Prelevammo una campionatura, il cui punto esatto
di raccolta si trova dopo una ventina di metri di quest'ultima
diramazione citata.
|
Infine tornammo all'esterno e ne approfitto ora per farne
una qualche descrizione. Ad un attenta osservazione, oramai semicoperta
dall'intricata vegetazione, si può ancora notare la piccola discarica.
I ruderi dei vecchi edifici della miniera tutt'ora visibili, sono
ridotti in pessimo stato di conservazione e consistono in una casetta
adibita a Forgia situata proprio sul fianco sin. dell'ingresso della
miniera; la casetta dei minatori invece si trova spostata poco più
sotto sulla sinistra della Forgia e si collega a questa tramite una
scaletta in pietra. Vi era all'epoca dei lavori anche la Laveria: ne è
rimasto solo il basamento, sulla sponda opposta, proprio sotto alla
strada. Da questa partiva la passerella già sopra accennata (ora
inesistente) che collegava le due sponde.
|
Usciti ed effettuate le opportune fotografie di rito, il
nostro pensiero è stato rivolto immediatamente al riattraversamento del
torrente. Fortunatamente nel frattempo questo non era ingrossato e il
percorso di ritorno si mostrò più semplice che non quello di
andata.
|
A questo punto la gita poteva dirsi terminata ma, visto
che ci trovavamo vicino a Rimella, perchè non recarci lì a gustarci un
buon caffè, ci siamo detti; detto fatto e questa decisione ci premiò
non poco. Dovete sapere che nella piccola rivendita di questa antica
comunita "Walser" situata a 1200 m. circa di altitudine,
abbiamo preso contatti con il signor Angelo Dago (messo comunale)
il quale, molto cordialmente si è detto lieto di accompagnarci in una
nostra prossima visita, presso altre miniere dove si dice che in tempi
lontani venisse estratto dell'oro da famiglie locali. Siamo anche venuti a conoscenza tramite la titolare della locale
rivendita, della presenza in paese di un piccolo Museo
Etnologico-Mineralogico; purtroppo lo abbiamo
trovato chiuso e il signor Filippa, persona delegata alla sua cura era
irreperibile (la visita giustamente andrebbe preannunciata). Ci
siamo ripromessi di farlo in un prossimo futuro. |
La visita si è poi protratta fino al termine della strada che
oltrepassato Rimella, sale sino alla sua ultima frazione situata a oltre
1300 metri di quota. |
La strada termina un centinaio di metri prima dell'abitato in un
piccolo spiazzo adibito a parcheggio dal quale una teleferica viene
utilizzata per l'entrata e l'uscita delle merci dalla frazione. |
L'ingresso personale invece è possibile tramite un angusto
sentierino che dal parcheggio scende in una piccola valletta per
risalire poi sul versante opposto, nell'abitato. |
Certo, per noi individui perennemente stressati dai ritmi imposti
quotidianamente dal lavoro e dalla civiltà cittadina, è molto facile
trovare tutto questo fuori da ogni logica, persino assurdo se vogliamo
ma, se ci immergiamo un attimo in questo contesto di vita, ne
comprendiamo appieno le scelte e i motivi che le hanno determinate. Qui il tempo non conta nulla, il domani non è che un prolungarsi
dell'oggi e l'oggi è solo il prolungamento di ieri così il passare
delle settimane, dei mesi, delle stagioni e degli anni, almeno questa è
l'impressione che personalmente ho tratto. |
Interpellata una persona del luogo, questi ci ha indicato la
posizione approssimativa dove anticamente vennero condotti i lavori di
ricerca dell'oro e questi si trovano, guardando il paese dal parcheggio,
sulla sommità destra in un pianoro nascosto alla vista, ad una quota di
circa 2100 metri.
|
Ora siamo veramente giunti alla fine della nostra gita, rimane appena
lo spazio per una brevissima visita al paesino di Gula, poche case
arroccate alle quali si accede a piedi, per mezzo di una rapida e lunga
scalinata di assi che porta dopo il superamento di un ponte sovrastante
un orrido formate dalle limpide e fresche acque del torrente Landwasser.
|
Anche questo spazio però è subito colmato e quindi, stanchi ma
felici come pochi imbocchiamo la via del ritorno.
|
|