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Note
storiche sui cercatori d'oro del Ticino (dal XI al XVII
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"Come, da
quanto tempo e con quale resa" si cerca oro sul Ticino, fiume
italiano tra i più ricchi in assoluto, non solo di oro, ma anche di
relativa storia?" Il documento più antico attestante la ricerca
dell'oro nelle sabbie aurifere del Ticino è dato dall' Honorantie Civitatis
Papie, (1010-1020) quindi come stessero le cose prima di quel
documento lo si può solo supporre e non dimostrare: al limite quel che si
può dire è ad es. che se in epoca romana la ricerca dell'oro era diffusa
in fiumi anche piccoli del nord e molto vicini al Ticino, sarà stata
certamente praticata anche in quest'ultimo. |
Approfondimenti di questa pagina |
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L'Honorantie
Civitatis Papie ci riporta che il diritto sulle sabbie aurifere
del Ticino rimase, fino al Mille circa, di proprietà imperiale:
l'attribuzione di questo diritto all'imperatore, che probabilmente era
rimasta immutata nel corso dei secoli, altrettanto probabilmente
riguardava in generale tutti i fiumi dell'impero perché lo si ritrova
anche in documenti che trattano altri fiumi. In ogni caso, da qui in avanti
disponiamo di alcuni dati utili su cartaceo i quali ci fanno ad es. sapere
che la privativa imperiale/regale diverrà d'ora in poi oggetto di varie
concessioni a favore di privati o di istituzioni, e a proposito delle
istituzioni si evidenzia il fatto che venne di gran lunga data precedenza
a quelle ecclesiastiche (ad es. vescovati di Novara, Vercelli, Padova,
Lodi) piuttosto che a quelle civiche o di privati cittadini. Negli anni a
seguire le concessioni rilasciate a istituti o ai pubblici cittadini
prenderanno comunque forma sempre più frequentemente, con relativi
subaffitti e con regole ben precise soprattutto per i privati che ad es.
saranno obbligati a vendere tutto il ricavato aureo delle loro giornate ai
"magistri monetae" o alla Camera Regia di Pavia. |
Si
agiva in gruppo o singolarmente e l'attività manuale
era sostenuta da attrezzature che, pur se ancora ben lontane nella
struttura e praticità d'uso rispetto a quelle utilizzate oggi (basti
pensare alle odierne praticissime canalette e suoi derivati) agevolavano
già e rendevano più veloce la
ricerca, come attestato in documenti di quel periodo stesso: un evoluzione tecnologica
che era insomma lì in pieno progresso e che tra l'altro ci dimostra la necessità di relativi precedenti storici
ancora più antichi (appunto sviluppati).
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Ciononostante,
come riportato in alcuni testi (M. Comincini) non è fuori luogo pensare
che, dopo il primo paio di secoli di quel
millennio, prosperosi non solo come già detto per il progresso delle
tecniche di ricerca, ma di pari passo anche per la rendita aurea più che
positiva, da lì a breve tempo l'interesse generale per detta attività andò
invece a diminuire progressivamente, tant'è che se nel 1300 e dintorni la
pesca dell'oro era ancora una diffusa e organizzata professione con tanto di sodalizi
e regolamentazioni, tre o quattro secoli dopo diventerà invece un'attività
senz'altro secondaria rispetto alla tradizionale pesca di pesci.
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Fra le carte
dei secoli XVI e XVII sono reperibili precisi accenni sulla tecnica della
ricerca dell'oro: essa veniva praticata anche d'inverno, con l'acqua è
bassa. I cercatori d'oro "... hanno un badile a fogia di una
cazola, et lo portano nella gera, et tirano susa la gera, et puoi la
mettano sopra à una assa di albera (...) et puoi con una zuca basa li
portano l'aqua a deta gera, et puoi lavano detto assone, et quello resta
sopra l'assone lo mettano in uno navazoto, et se vi è orro o argento lo
mettano in una patta, à moglio nell'aqua". Non molto diversa
dall'antica descrizione appena vista è quest'altra del Vidari, che
inoltre ci aiuta a "interpretare" la precedente: "Il
lavaggio dell'oro si eseguiva su tavola di legno inclinata e ad intacchi
con regoli di traverso, e col mezzo di una cucchiaja di legno".
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Le due foto
presenti mostrano lo strumento in questione, usato però in occasioni
"più recenti" (ma sempre assai datate, come si può notare) e quindi con qualche
leggera modifica rispetto alle sue origini: la "zuca basa"
menzionata per versare acqua (appunto una zucca cava), qui è sostituita da una sorta di enorme mestolone. |
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Però, come
già detto, al di là di queste pur corrette descrizioni, in realtà in
quel periodo l'interesse per detta attività stava già calando
significativamente. Il crescente disinteresse per le sabbie aurifere del
Ticino, diventato infine "totale" ai giorni nostri (in qualità
di professione) derivò certamente e ovviamente da motivazioni economiche:
basti pensare al posto di preminenza drasticamente perso dall'oro
"locale" dopo (e a causa) della scoperta dell'America, la cui
data corrisponde non a caso al periodo storico qui esposto. Da allora,
la ricerca dell'oro nei nostri fiumi divenne sempre meno remunerata
perché ormai l'oro era più abbondante e quindi meno costoso.
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Nella sostanza però i cercatori non sparirono
radicalmente
dalla scena, come si potrebbe pensare, ma
semplicemente ne cambiò la tipologia nel senso che per quanto riguarda i
singoli individui, non essendo più l'attività sufficientemente
redditizia, da lì in poi praticarono il contesto solo come "secondo lavoro",
cioè nel
tempo libero, cosa che tra l'altro ha continuato a sussistere fino a pochi
decenni or sono, pur attenuandosi sempre più nel numero degli interessati
e scomparendo infine del tutto. In effetti la vicenda non si sviluppò in
misura lineare, ma conobbe fasi alterne
perché riferendoci ad es. a tempi non troppo lontani, durante e subito
dopo la seconda
guerra mondiale il prezzo dell'oro risalì significativamente ed in quegli
anni vi fu dunque di riflesso una nuova e remunerativa "corsa
all'oro" sui fiumi italiani (Ticino compreso, naturalmente), ma poi
il valore del prezioso metallo tornò a calare ed i cercatori "per
mestiere" abbandonarono da allora definitivamente il campo lasciando
il posto alla semplice ricerca amatoriale. Naturalmente anche quest'ultima
può occasionalmente, a seconda dei giorni, portare a gratificazioni pure
d'ordine economico, ma si tratta appunto di eccezioni che in quanto tali non
consentono certo di farci conto per il fabbisogno del nostro vivere.
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Molte cose di
quanto scritto qui sopra, pur riguardando espressamente il fiume Ticino, a
conti fatti sono valide per tutto il contesto storico in generis dell'oro
alluvionale italiano.
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Ticino |
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