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Sulla sinistra del paese di Challand Saint Victor, lungo
la strada che da Nabian porta al vicino lago di Villa, si trova un
sistema filoniano poco conosciuto ma sicuramente interessante perché
"ospitato" dalle pietre verdi del Complesso piemontese, quindi
con granati ed epidoti. Si hanno poco notizie sui lavori effettuati
in questa zona, ma sicuramente risalgono ad epoche alquanto
antecedenti la nostra ed a questo proposito, anche questa volta,
l'illustre minerologo Robilant ci viene in aiuto con un suo scritto
del XVIII secolo, nel quale descrive filoni posti in una zona che
sembrerebbe decisamente corrispondere a quella qui trattata. |
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I minerali principali rinvenibili in queste rocce sono costituiti
da : Epidoto (anche cristallizzato),
Oro nativo
(rarissimo, ma
presente), Pirite
aurifera, Quarzo con cristalli che non superano i
cinque centim., Galena poco frequente ma fortemente argentifera,
Scheelite (qui segnalataci da Fabbian nel suo "Ricerche di
minerali e cristalli in Val d'Aosta" e da lui così descrittaci
: "ho rinvenuto questo raro e interessante minerale in piccoli
ma bellissimi cristalli color arancio, alla destra del primo
tornante....devo ritenere il ritrovamento molto raro poiché
ulteriori accurate ricerche hanno sempre avuto esito
negativo"). |
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quanto riguarda la localizzazione dei filoni di quarzo e degli scavi
eseguiti, il più evidente di questi lo si trova poco prima dei
tornanti che con qualche centinaio di metri conducono al colletto
subito oltre il quale é posto il lago e
precisamente sul canale di irrigazione, qualche decina
di metri prima che questo si affianchi alla strada. Si tratta di una
breve galleria di sei o sette metri con relativo sbancamento a monte
(qui sopra ne é riportato un prospetto dal libro di Cesti) . Una
curiosità :
proseguendo poco oltre, sempre sul sentiero che costeggia il canale,
si arriverà ad una modesta cascata di quest'ultimo, dove la
tradizione popolare localizza la leggenda qui a lato riportata e
tratta da un lavoro della scuola elementare di Challand Saint
Anselme. Se
torniamo invece alla strada asfaltata, dove termina il prato e
inizia la boscaglia si nota un esiguo avvallamento del terreno al
cui interno una roccetta con "segni di mina" ci fa
individuare un altro lavoro altrimenti ormai diventato irriconoscibile. Perlustrando
i boschi circostanti si troveranno altri piccoli assaggi, talvolta
riguardanti però l'amianto. Giancarlo Stella ha qui riconosciuto
una dozzina di filoni quarzosi. Infine un suggerimento: questo
distretto aurifero, anche a livello amatoriale non é stato
assolutamente sfruttato e, considerando inoltre il suo facile
accesso, secondo il modesto avviso di chi scrive meriterebbe
senz'altro qualche ricerca più approfondita. |
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