Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

Vai Home page   Vai al Sommario

 

 

E' un Sito sull'oro con centinaia di pagine utili alle vostre ricerche e dispone anche di Facebook per dialogare ecc. Per la Posta in generale: ho sostituito la mia precedente pagina Facebook (si può ancora consultarla, ma non più scriverci) con una nuova in formato Gruppo, la cui iscrizione è assolutamente gratis e dove potrete inserire domande o argomenti aggiungendo vostri "post", oppure rispondere e dialogare in quelli di altri già presenti.

Per la Posta particolare, invece, cioè dialoghi privati ed esclusivi con giornalisti, enti, collaboratori scrivetemi qui

IMPORTANTE: se nel vostro schermo la tabella centrale, testi ed altro li vedete troppo piccoli potete ingrandire tenendo premuto il tasto Ctrl e cliccando su + o -

 

cristallizzaz. particolari

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

Sezioni principali di questo Sito:

Miniere d'Italia

La Valle d'Ayas

Giuseppe Pipino

Il deposito di oro alluvionale italiano

Italia fiumi con oro

Imparare a cercarlo

Attrezzi necessari

Pulizia dei minerali

E' oro? e tipi di oro

Le Leggi sulla ricerca

I cercatori d'oro

Storia oro Italia

I minerali in genere

Club, gare e mostre

Pagina guida per ricerche scolastiche

Oro nel mondo

I vostri racconti

Collaboratori e corrispondenti

   

 

I Raggruppamenti e le associazioni, che forse non sono termini scientifici, ma mi sembrano chiari ed efficaci. Ben raramente la cristallizzazione di un minerale si propone in singoli elementi isolati, nel senso che quasi sempre questi creano volentieri una "famiglia" e, quando il processo non si manifesta

simultaneamente, le ere geologiche provvedono comunque a far sì che intorno ad un cristallo già preesistente se ne formino altri "per simpatia". Questi ultimi potranno essere di dimensioni minori o (attenzione, non necessariamente) meno belli, fatto sta che è scientificamente dimostrata detta allegra convivenza per simbiosi. I risultati scientifici, ma per noi in fin dei conti meramente estetici di questi raggruppamenti di cristalli sono diversi, ad es. gruppi di  quarzi (o altro minerale) allineati " in tal modo anziché nell'altro", eccetera: noi solitamente chiamiamo "piastre" il prodotto che ne risulta, costituito appunto da basi di roccia sulle quali "risiedono" numerosi cristalli appaiati, intrecciati o adagiati sulla base stessa. In realtà dette piastre si presentano in due modalità distinte: le druse (quando gli esemplari sono disposti su una superficie rocciosa piana) e le geodi, costituite queste da cavità il cui interno è tappezzato da cristalli. Nella foto qui sopra ad esempio, una piastrina di quarzi il cui colore ambrato è dato dalla naturale abbondante presenza di limonite locale (Arbaz, prov.Ao); questi cristalli è però possibile trovarli anche "sciolti", cioè distaccati, senza la base d'appoggio e questo avviene soprattutto nell'incavo delle geodi oppure frugando semplicemente nel terriccio di aree mineralizzate. Talvolta alcuni dei singoli esemplari che formano questi "ciuffi", sono reciprocamente paralleli o, anche, perfettamente adiacenti (1 e 2): non si pensi a tal proposito che essi si siano incollati l'uno all'altro col passare del tempo, in realtà si svilupparono già così all'origine e si tratta dunque di un'associazione parallela.

 

Associazioni per accrescimenti. Un caso senz'altro singolare di accrescimento è dato dal prestigioso quarzo a scettro (schizzo), situazione in cui praticamente un cristallo si sviluppa mantenendo la direzione e creando un accrescimento su di una punta dell'altro esemplare. Quando i cristalli a scettro sono trasparenti è possibile vedere all'interno dell'individuo più grosso la parte terminale del minore: detto fenomeno si chiama compenetrazione, anche se ovviamente è il cristallo maggiore ad esser cresciuto intorno all'altro e non viceversa. E' questa una  tipologia di associazione non così rara (anche se difficile a trovarsi) sulle rocce delle Alpi e molto apprezzata dai collezionisti, anche perché può occasionalmente assumere peculiarità estetiche di tutto rilievo, come ad esempio quando i due esemplari hanno colore tra di loro diverso, oppure, cosa più rara, quando lo "scettro" si manifesta su entrambi i vertici di un biterminato, cioè di un cristallo ancora integro, con tutte e due le "punte".

Un altro tipo di accrescimento molto conosciuto dai cercatori di minerali è quello che riguarda non di rado l'Ematite; infatti, quando questa cristallizza in forma lamellare può formare la rosa di ferro, come si nota in questo disegno che evidenzia bene la struttura degli accrescimenti imitativi che compongono il contesto. Ciò avviene anche quando il Gesso forma la nota "rosa del deserto": si tratta di una situazione nella quale i singoli

"petali" (cristalli) crescono seguendo una precisa successione a spirale che è indirizzata dal centro sino al bordo periferico del minerale.

 

Associazioni per Accrescimenti Dendritici. I cristalli possono inoltre formare quelli che si chiamano accrescimenti dendritici: lo schizzo qui a lato mostra ad es. la "maniacale" disposizione che possono assumere i cristalli di rame  quando si presentano appunto in tal foggia: beninteso, ad un esame a vista (campioni  non da micro) ben raramente i dendritici avranno  un aspetto altrettanto preciso e schematico, ma in ogni modo ricorderanno strutturalmente lo sviluppo dei rami sugli alberi, e non a caso

tale definizione proviene dal greco dendron = albero).

 

Geminati. Dunque gli esemplari considerati sinora (qui sopra) cristallizzano adiacentemente ad altri loro simili conservando però reciprocamente immutata e separata la struttura; ogni elemento mantiene quindi tutte le sue peculiarità, in facce ed angoli, indifferentemente da quelle in uso nell'altro cristallo. Anche nel già menzionato caso del quarzo a scettro infatti, il cristallo che è "avvolto" dal maggiore prosegue all'interno di quest'ultimo sviluppandosi normalmente come se si trattasse di un singolo individuo, cosa verificabile anche a vista, quando si tratta di campioni più o meno trasparenti. Invece, nel caso dei geminati, i due o più cristalli hanno una zona assolutamente in comune (solitamente è una faccia) della quale poi mantengono, sviluppandosi, precise ed uguali caratteristiche dette appunto leggi di geminazione : in questo contesto il Gesso ad es. può mostrarsi con due individui contrapposti ed identici come da figura 1, mentre le particelle molecolari del rutilo mutano direzione per edificare un nuovo o più cristalli allineati con diverso orientamento (fig.2). Altri invece sembrano, ma solo apparentemente, compenetrazioni d'individui uguali e ruotati, come nel caso dell'arsenopirite qui rappresentato nella fig. 3, o del Gesso (qui già visto in altra modalità) di cui la figura 4. I geminati non sono così rari come si può pensare, anzi sulle Alpi sono piuttosto diffusi, ma spesso, con una semplice occhiata superficiale, rischiamo di non distinguerli dagli altri, cioè di non identificarli. Concludo questa brevissima descrizione sui geminati tornando al quarzo, argomento principe di questo sito perché costituisce la roccia "custode" dell'oro che cerchiamo e cui sono rivolte le mie pagine in rete: mi riferisco ai geminati del giappone: questi sono stati identificati ai primi del 1800 dallo studioso Weiss e si presentano sempre con  2 individui i cui assi di allungamento formano tra di loro angoli di circa 90° (fig.5 ). Questo tipo di geminazione in Val d'Aosta di solito si risolve esteticamente con un cristallo maggiore da cui ad un certo punto di un fianco lungo "parte" ad angolo retto l'altro elemento, mentre presso le miniere francesi di La Gardette è possibile trovarvi i rinomati geminati del Giappone a cuore.

 

 

fig.1

 

 

 

fig.2

 

 

 

fig.3

 

 

 

fig.4

 

 

 

fig.5

 

All contents copyright
© 2003--2023 VDA
All rights reserved.
No portion of this service may be reproduced in any form.

Posta in generale: ho sostituito la mia precedente pagina Facebook (si può ancora consultarla, ma non più scriverci) con una nuova in formato Gruppo, la cui iscrizione è assolutamente gratuita e dove potrete inserire domande o argomenti aggiungendo vostri "post", oppure rispondere e dialogare in quelli di altri già presenti. Posta particolare: per dialoghi privati (giornalisti, istituti ecc.) scrivetemi invece qui.

Indicazioni stradali con Google

Puoi collaborare inviando materiale generico o resoconti di esperienze personali: le schede riporteranno il tuo nome  (vedi qualche esempio).

Per la Rete. Oltre alle conseguenze nelle quali spesso s’incorre, tipo intervento da parte di terzi legittimamente interessati (un esempio), copiare o utilizzare contenuti d’altri siti porta quasi sempre a risultati screditanti per il proprio lavoro, soprattutto nel caso il materiale fosse tratto da web ben conosciuti e molto visitati i cui utenti, nel caso appunto ravvisassero (accidentalmente?) il contesto di cui sopra, considererebbero detta scopiazzatura come rivelatore della mancanza di buon gusto oltre che di idee nei confronti del gestore del sito in “odor” di plagio . In ogni caso si tratterebbe di un gesto che, al di la delle apparenze iniziali, non offrirebbe al proprio web alcuno sviluppo positivo per il semplice motivo che non è generato da un’azione costruttiva bensì passiva.  A mio modesto avviso, un sito per risultare interessante deve avere una propria personalità nella scelta dei contenuti e nel modo in cui questi vengono presentati: meglio ancora se caratterizzato da alcune informazioni non  facili da reperire. Altro che copiare da altri siti. Per il cartaceo. Talvolta vengo a sapere che qualcuno ha utilizzato paragrafi del sito nella stesura di qualche suo lavoro su cartaceo (libri ecc.): non mi riferisco certo ai seri scrittori e giornalisti che con una comune richiesta di autorizzazione via e-mail (la concedo sempre, salvo particolarismi) mi appagano anzi di soddisfazione per quanto concerne la mia attività in rete (e ciò mi basterebbe), ma piuttosto alle persone che pubblicano il contesto non solo senza chiedermene per semplice formalità il consenso, ma addirittura senza la buona educazione di citare, nel prodotto finito, il fatto di avere in qualche misura attinto anche dalle mie pagine. Non riporto per esteso le credenziali dei "maldestri autori" dei quali mi sono finora accorto perché ritengo che i loro nomi (e pubblicazioni annesse) non meritino qui di essere "pubblicizzati" in alcun modo, cioè esattamente al contrario e nel rispetto di come invece solitamente mi comporto con tutte le persone che mi contattano in simili circostanze e delle quali in seguito io segnalo appunto con piacere (è nell'interesse informativo del sito) la pubblicazione che li riguarda. Insomma, una questione d'impostazione e correttezza reciproca che tra l'altro può solo agevolare entrambi.