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Relazione
in breve di una gita effettuata da "Aisna"
e note storiche aggiunte a pié pagina. |
Nella
valle di Gressoney (AO).
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... sabato, incuriosito da quanto riportato su una
mappa dei sentieri della Valle del Lys in cui viene indicata una miniera
d’oro nei pressi di Lillianes, ho rimesso ai piedi gli scarponi da
tempo abbandonati e zaino in spalla ho ripreso una piacevole attività
da un po’ di tempo tralasciata.
Da quanto riporta la mappa,(vedi in alto) raggiungere l’area mineraria
è alquanto semplice, direi ad una decina di minuti dalla strada
asfaltata, anche se ho preferito intraprendere il sentiero che dal
santuario della Santa Margherita con il numero 1 si addentra fino a
raggiungere il corso del torrente Les Jassit, quindi fino al Ponte de
Revers, un bel ponte ad arco in pietra proprio nei pressi
della miniera con tanto di cartello segnaletico (clicca
sulle miniature qui a lato per ingrandirle).
Al lavoro si accede a 50 mt dal sentiero lungo il corso del torrente
Jassit e si tratta di uno scavo di direzione di una lunghezza
pressappoco di 25/30 metri. All’entrata (foto qui a lato) si nota il filone di quarzo
mineralizzato a pirite che è stato oggetto della
coltivazione.
Ad un primo sondaggio non ho riscontrato tracce d’oro nel materiale
frantumato, ma unicamente pirite e quarzo.
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NOTA
STORICA DAI DOCUMENTI MINERARI DEGLI STATI SABAUDI.
Anno 1816: autorizzazione della concessione, per la miniera d'argento e
oro posta nel territorio di Lillianes, al Conte di Vallesa.
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ALTRE
NOTE STORICHE SU QUEST'AREA GEOGR. IN GENERALE.
Nel 1786
Jean Nicolas Joseph Francois
Vincent di Gressoney fa domanda alla Camera dei Conti per la miniera da lui scoperta sulla montagna di Carchelet,
con allegata rinuncia (del 1785) da parte del possessore del fondo, Joseph Francois Nescher. Di conseguenza, la Camera dei Conti
chiede al feudatario, Conte di Challant, se desidera far valere il diritto
di prelazione. La declaratoria camerale autorizza Vincent a
coltivare la miniera d'oro da lui scoperta in
territorio di Gressoney la Trinitée e l'anno seguente (1787) Vincent
ottiene il permesso reale di scavare, per dieci anni, la continuazione del filone di Gressoney nel vallone di Borzo, in territorio di Alagna, il quale, secondo
le analisi eseguite dall'ispettore Graffion nel marzo precedente,
conterrebbe
un'oncia d'oro per quintale. Nel 1788 c'è l'atto di sottomissione da parte
di Vincent per iniziare lo sfruttamento del filone in Borzo. Nel 1811
Vincent otterrà il rinnovo della "rinuncia" di Nescher,
sopraccennato, dandogli 125 franchi, ma quattro anni dopo Vincent muore,
quindi i suoi figli Nicolas e Giuseppe Antonio, con la motivazione che il
padre non ebbe neanche il tempo utile per rifarsi dalle spese,
chiedono venga loro affidato il rinnovo delle concessioni per
quarant'anni; da ciò otterranno una convenzione della durata di 25 anni, ma presto sorgeranno problemi legali perché i medesimi si rifiuteranno di pagare lo stabilito
alla contessa Gabriella dei Challant, dicendo di non riconoscerne il
diritto feudale. |
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Approfondimenti di questa pagina
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