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Il
testo e le fotografie di questa
pagina costituiscono la parte mineraria di un bell'articolo apparso sulla
rivista Le Rive (bimestrale di cultura e ambiente, ed.
Press Grafica - Gravellona Toce, VB) inviatomi dall'autore stesso dopo scambi informativi
sull'argomento e in seguito messomi a disposizione in via del
tutto eccezionale per questo utilizzo, perché altrimenti tutti i
diritti sono riservati.
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Le miniere d’oro di Stockalper. |
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La storia di Stockalper è legata
anche all'oro; le viscere delle montagne della Valdivedro, per la precisione quelle che appartengono
alla Zwissbergentall (o val Vaira), la valle che si apre di fronte a Gondo in
direzione sud,
nascondevano rocce aurifere in quantità tale che si ritenne opportuno scavare e aprire delle
miniere per l’estrazione, e il barone Stockalper non si tirò indietro dall’opportunità di trarre
un guadagno dalla possibile estrazione del prezioso metallo giallo.
Tuttavia la storia delle miniere di
Gondo risale all’epoca dei romani. Sembra infatti che essi intrapresero
degli scavi nella Zwissbergentall proprio per cercare l’oro. I primi documenti ufficiali
della ricerca dell’oro risalgono comunque a molto più tardi, al 1550. |
Circa
un secolo dopo, Kaspar Stockalper, con l'uso di comuni martelli diede inizio
alla propria attività di estrazione di oro. Fu per merito suo se la miniera d'oro
vide il massimo splendore tra il 1660 e il 1691. Poi smise di funzionare nel
1897. Ma prima di quella data trascorse un arco di tempo durante il quale in
Svizzera si visse una vera e propria febbre dell'oro. Questo si verificò nell’ultimo
quarto di secolo dell'Ottocento.
La miniera
aurifera di Gondo, dal 1874 in poi
venne gestita dalla "Société anonyme des Mines d'or" di
Parigi che, a caro prezzo, ne acquistò una legale concessione amministra-
tiva. Inoltre i nuovi imprendi- tori investirono ingenti capitali in
attrezzature e nell'ampli- amento dei cunicoli che già esistevano; si
costruirono pure stabilimenti, una fonderia, e le abitazioni e delle
baracche per i minatori; idem dicasi per il montaggio di alcune funicolari
destinate alla dislocazione dei materiali.
All'inizio il lavoro nelle miniere venne
avviato con un centinaio di operai; in seguito, con
il crescere dell'attività il numero degli addetti aumentò fino a cinquecento
unità.
Si
estraevano in media, ogni giorno, circa sei tonnellate di minerale
per poi estrarre da ognuna di esse 40 gr. di oro.
Nel
1897 il contenuto d'oro si ridusse in modo notevole con la conseguenza che le
estrazioni non rendevano più e la società fallì. Negli anni a venire furono
eseguite indagini tecniche per vedere se ci fosse ancora materiale
aurifero ma ognuna di esse, l'ultima delle quali nel 1980, diede esito
negativo. La miniera perciò non venne mai più riaperta.
Anche
per la miniera aurifera della Zwissbergentall, Kaspar Stockalper aveva
individuato la
torre di Gondo
(v. prima foto in alto) quale sede centrale e amministrativa. Realizzata
su
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Le
fotografie sono di G. legnani; un particolare ringraziamento al
sito web di Zappetta Gialla (www.minieredoro.it) per le notizie sulla
miniera di Gondo.
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più piani, esplicava al meglio le sue funzioni.
Oggi la torre, ben restaurata, mostra
ancora gli ambienti di un tempo. Al suo interno, su due piani, è allestito un museo dedicato
all’estrazione e alla lavorazione dell’oro. L'esposizione è stata aperta
al pubblico nel
2009; è visitabile durante gli orari di apertura dell’Hotel.
L’esposizione consta di una serie
di modellini in scala riproducenti le macchine e le apparecchiature che si utilizzavano
per ricavare l’oro dal materiale rinvenuto in miniera. Si tratta di macchine azionate dall'acqua
corrente, costruite in loco, nei pressi dell'imbocco della miniera, per frantumare,
macinare e
selezionare il materiale che veniva estratto.
Sempre
nel museo sono inoltre esposti alcuni degli
antichi attrezzi che venivano impiegati nell'estrazione e nella lavorazione dell'oro: parte di
essi sono grossi e robusti, come mazze, pale, tenaglie; altri, minuti, di estrema precisione.
Alcuni angoli espositivi illustrano con fotografie e documenti d'epoca
come avveniva la lavorazione dell’oro; materiale duttile e malleabile, esso veniva in parte
impiegato per fabbricare monete pregiate. Fu soprattutto tra il
1892 e il 1897 che si destinò parte del materiale estratto, che ammontava a circa 33 kg,
a questa produzione. Le monete prodotte a Gondo, chiamate GondoGoldvreneli o
Gondo-Goldhelvetia, erano caratterizzate
dalla lega chiara del metallo e dalla croce svizzera impressa su una facciata. Le statistiche
parlano di 29 GondoGoldvreneli prodotte. Interessanti sono i dati relativi alle quotazione di
queste rare monete: nell’aprile 2009 una di esse venne quotata a un'asta 68.000 franchi, mentre
nel 1999 il Comune di Gondo ne acquistò una per 45.000 franchi.
E' un art. inviatomi da
Guido Legnani
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NOTA.
Secondo Schoberl (1820), il torrente Vaira (scende da Zwishchbergen),
che forma una bella cascata di fronte a Gondo,
trasporta delle sabbie aurifere. |
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