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Articolo su Stockalper

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

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Il testo e le fotografie di questa pagina costituiscono la parte mineraria di un bell'articolo apparso sulla rivista Le Rive (bimestrale di cultura e ambiente, ed. Press Grafica - Gravellona Toce, VB) inviatomi dall'autore stesso dopo scambi informativi sull'argomento e in seguito messomi a disposizione  in via del tutto eccezionale per questo utilizzo, perché altrimenti tutti i diritti sono riservati.

 

 

                                  Le miniere d’oro di Stockalper.                       

 

 

 

La storia di Stockalper è legata anche all'oro; le viscere delle montagne della Valdivedro, per la precisione quelle che appartengono alla Zwissbergentall (o val Vaira), la valle che si apre di fronte a Gondo in direzione sud, nascondevano rocce aurifere in quantità tale che si ritenne opportuno scavare e aprire delle miniere per l’estrazione, e il barone Stockalper non si tirò indietro dall’opportunità di trarre un guadagno dalla possibile estrazione del prezioso metallo giallo. Tuttavia la storia delle miniere di Gondo risale all’epoca dei romani. Sembra infatti che essi intrapresero degli scavi nella Zwissbergentall proprio per cercare l’oro. I primi documenti ufficiali della ricerca dell’oro risalgono comunque a molto più tardi, al 1550.

Circa un secolo dopo, Kaspar Stockalper, con l'uso di comuni martelli diede inizio alla propria attività di estrazione di oro. Fu per merito suo se la miniera d'oro vide il massimo splendore tra il 1660 e il 1691. Poi smise di funzionare nel 1897. Ma prima di quella data trascorse un arco di tempo durante il quale in Svizzera si visse una vera e propria febbre dell'oro. Questo si verificò nell’ultimo quarto di secolo dell'Ottocento.

La miniera aurifera di Gondo, dal 1874 in poi venne gestita dalla "Société anonyme des Mines d'or" di Parigi che, a caro prezzo, ne acquistò una legale concessione amministra- tiva. Inoltre i nuovi imprendi- tori investirono ingenti capitali in attrezzature e nell'ampli- amento dei cunicoli che già esistevano; si costruirono pure stabilimenti, una fonderia, e le abitazioni e delle baracche per i minatori; idem dicasi per il montaggio di alcune funicolari destinate alla dislocazione dei materiali.

All'inizio il lavoro nelle miniere venne avviato con un centinaio di operai; in seguito, con il crescere dell'attività il numero degli addetti aumentò fino a cinquecento unità.

Si estraevano in media, ogni giorno, circa sei tonnellate di minerale per poi estrarre da ognuna di esse 40 gr. di oro.

Nel 1897 il contenuto d'oro si ridusse in modo notevole con la conseguenza che le estrazioni non rendevano più e la società fallì. Negli anni a venire furono eseguite indagini tecniche per vedere se ci fosse ancora materiale aurifero ma ognuna di esse, l'ultima delle quali nel 1980, diede esito negativo. La miniera perciò non venne mai più riaperta.

Anche per la miniera aurifera della Zwissbergentall, Kaspar Stockalper aveva individuato la

torre di Gondo (v. prima foto in alto) quale sede centrale e amministrativa. Realizzata su

PANORAMICA CON LA TORRE STOCKALPER

 

GONDO

 

UN INGRESSO DELLA SWISSBERGENTALL

 

NELL' INGRESSO DI CUI SOPRA

 

Le fotografie sono di G. legnani; un particolare ringraziamento al sito web di Zappetta Gialla (www.minieredoro.it) per le notizie sulla miniera di Gondo.

più piani, esplicava al meglio le sue funzioni. Oggi la torre, ben restaurata, mostra ancora gli ambienti di un tempo. Al suo interno, su due piani, è allestito un museo dedicato all’estrazione e alla lavorazione dell’oro. L'esposizione è stata aperta al pubblico nel 2009; è visitabile durante gli orari di apertura dell’Hotel.

L’esposizione consta di una serie di modellini in scala riproducenti le macchine e le apparecchiature che si utilizzavano per ricavare l’oro dal materiale rinvenuto in miniera. Si tratta di macchine azionate dall'acqua corrente, costruite in loco, nei pressi dell'imbocco della miniera, per frantumare, macinare e selezionare il materiale che veniva estratto.

Sempre nel museo sono inoltre esposti alcuni degli antichi attrezzi che venivano impiegati nell'estrazione e nella lavorazione dell'oro: parte di essi sono grossi e robusti, come mazze, pale, tenaglie; altri, minuti, di estrema precisione. Alcuni angoli espositivi illustrano con fotografie e documenti d'epoca come avveniva la lavorazione dell’oro; materiale duttile e malleabile, esso veniva in parte impiegato per fabbricare monete pregiate. Fu soprattutto tra il 1892 e il 1897 che si destinò parte del materiale estratto, che ammontava a circa 33 kg, a questa produzione. Le monete prodotte a Gondo, chiamate GondoGoldvreneli o Gondo-Goldhelvetia, erano caratterizzate dalla lega chiara del metallo e dalla croce svizzera impressa su una facciata. Le statistiche parlano di 29 GondoGoldvreneli prodotte. Interessanti sono i dati relativi alle quotazione di queste rare monete: nell’aprile 2009 una di esse venne quotata a un'asta 68.000 franchi, mentre nel 1999 il Comune di Gondo ne acquistò una per 45.000 franchi.

                                                      

                                                  E' un art. inviatomi da Guido Legnani

 

 

NOTA. Secondo Schoberl (1820), il torrente Vaira (scende da Zwishchbergen), che forma una bella cascata di fronte a Gondo, trasporta delle sabbie aurifere.

 

 

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