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Dal GIORNALE DI SICILIA SABATO 21 NOVEMBRE 1987

 
 
 

Per la Sicilia esistono numerose testimonianze storiche sulla presenza dell'oro, che vanno dalle fonti arabe dell'Alto Medioevo alla metà del secolo scorso. Miniere d'oro sarebbero in particolare state sfruttate nei pressi di Alì e di Fiumedinisi (Monte Scuderi) e oro sarebbe stato abbondantemente raccolto nel vicino fiume Niso. Tracce d'oro sono inoltre segnalate nei monti circostanti Trapani, a Castelluccio di Monte San Giuliano, nella valle di Porruso presso Polizzi, nei Monti di Contubernio e delle Rose presso Santo Stefano di Bivona, malla contrada Santa Barbara di Partanna, nei monti di cane presso Caccamo, ad Alessandria di Noro, a Scaletta, Giuliana, Francavilla, Novara, Naso, Contessa, Isnello e nel fiume di Caltanissetta presso il ponte di Capodaso.

La presenza dell'oro è stata in seguito negata da studiosi moderni, come del resto era stata esclusa a priori, e continua ad esserlo, in altre zone dove invece ne esistono, e vengono raccolte, tracce consistenti. L'oro infatti è quasi sempre presente, seppure in tracce minime, in tutti i giacimenti di solfuri misti: niente di strano quindi che se ne trovi con una certa abbondanza nei Monti Peloritani, ove esistono numerose mineralizzazioni a piombo, antimonio, rame. Studi recentissimi, condotti presso l'Istituto di Petrografia e Mineralogia dell'Università di Messina, hanno tra l'altro messo in rilievo la presenza di microscopiche particelle d'oro nelle manifestazioni cuprifere presso Fiumedinisi. La presenza dell'oro, seppure in minime tracce, ha potuto in passato dar luogo a dei locali arricchimenti e accrescimenti superficiali (vedi brucioni, nota di Z.G.) nonché a locali concentrazioni alluvionali presto esauriti. Credo comunque che nei fiumi della zona sia ancora possibile trovarne qualche traccia: si tratterebbe sempre di minute scaglie o granellini microscopici o, al massimo, di uno o due millimetri. Nei pressi delle antiche miniere le sabbie dei torrenti contengono anche granuli di solfuri metallici, mentre, ad una certa distanza, la frazione pesante, con diametro inferiore al millimetro, è come sempre costituita in prevalenza da magnetite, granati, ilmenite, rutilo e zircone.

Da alcuni anni è in corso un regolare permesso di ricerca per oro sul Monte Soro, presso Sant Agata di Militello, rilasciato ad un abitante del posto (Gioacchino Giglio), ma della cosa non si hanno notizie certe e precise. Sicura è invece la presenza dell'oro nelle emanazioni gassose dell'Etna, che in periodi di intensa attività ne erutta oltre due chili al giorno, purtroppo non recuperabili.

Giuseppe Pipino

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