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Seconda pag. sulle riflessioni e consigli conseguiti dopo la lettura del Post di Claudio Lecca nel mio gruppo Fb: se vuoi torna all'inizio di questo argomento.

 

Nella precedente scheda sono stati riportati diversi commenti e suggerimenti riguardanti l'oro che si può trovare, a seconda dei posti e circostanze territoriali, scavando nelle consuete pozze poste ai piedi delle piccole cascate presenti quasi sempre lungo il corso dei torrentelli alpini o di montagna (quindi non presso i grandi fiumi dove si cerca il classico oro alluvionale).

Qui ho invece inserito alcune altre foto, sempre di Claudio Lecca, me le ha inviate e gliene sono grato, dedicate espressamente  a descrivere in breve un'altra valida modalità di ricerca che si può mettere in atto in quegli ambiti.

 

 

 

La prima foto mostra la cascatella vista dall'alto, con segnati i punti nei quali Claudio ha trovato le scagliette (quindi subito "a monte di essa) che lo hanno giustamente "intestardito" a concentrare le proprie attenzioni sulla pozza della medesima perché, come si suol dire ... "se tanto mi dà tanto ...".

Da notare inoltre il fatto che, come bene evidenziato nella seconda immagine, alcune fessure "prodigio" di questa roccia calcarea si trovano in questo caso assolutamente fuori dall'acqua, cioè posizionate più in alto e questo, quando si verifica, può esser dovuto da diversi fattori che dipendono di zona in zona, contesto minerario o geologico ecc. per cui non si può dare al merito una sbrigativa spiegazione "certa"; basti pensare che in taluni posti le piene primaverili assumono talvolta dimensioni (altezza dell'acqua) ed impeto a dir poco notevoli e ancor più se il tutto avviene in torrentelli angusti e senza vie di sfogo laterali come ad es. proprio quello di queste foto. Per non parlare poi delle inondazioni vere e proprie e del fatto che questi ed altri eventi ancora possono essersi verificati non necessariamente nei tempi recenti, ma anche migliaia di anni fa ecc.

Una cosa però, seppur scontata, la si può dire, cioè che quell'oro ovviamente ha una sua provenienza indiscutibile e non a caso i cercatori d'una volta quali ad es. N. Robilant risalivano i torrenti finché non vi trovavano più oro, con lo scopo di avvicinarsi il più possibile alla sua origine sperando infine d'individuarla. Comunque sia, al di là di tutto questo e non conoscendo personalmente il posto nello specifico (ci viene detto "trovarsi nel savonese"), sia le foto sia le note descrittive di C. Lecca nella precedente pagina fanno senz'altro pensare a oro che "non arriva da molto lontano", bensì da qualche filone o giacim. locale, conosciuto o sconosciuto che sia. Tutto questo lo può verificare solo il cercatore in questione "analizzando" a vista, attentamente, quel che ha trovato, nella forma, spessore, specificità dei singoli campioni.

 

Qui concludo questa breve scheda con un piccolo suggerimento che non riguarda la ricerca vera e propria (vedo che ve la cavate benissimo da soli...) ma le cosiddette campionature: intendo dire che quando si trova oro in posti o in circostanze particolari secondo me è sempre bene conservare da parte il contesto, cioè non mischiarlo a quello che si trova comunemente in ogni dove e lo dico perché sovente non è la quantità a dare il valore alle cose, ma la qualità, la peculiarità, il modo in cui e dove si ha trovato quel che si stava cercando con appassionato impegno. Dunque, bravo Claudio Lecca!

 

                                              Torna alla prima pagina di questa descrizione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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