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Gli furono sufficienti un
paio di giornate per farmi trovare il primo campione aurifero. E' oramai
passato molto tempo da allora (troppo ... direi!), ma ricordo
ancora adesso, e benissimo, il preciso istante in cui trovai quel pezzetto
di quarzo con sopra incastonata una pagliuzza d'oro. Ricordo altrettanto
bene che quando nei giorni precedenti gli chiedevo via via aiuti e
spiegazioni (anche sul possibile equivoco con la pirite che
può esser gialla
anch'essa) lui rispondeva sempre con una frase rassicurante e
indiscutibile che suonava sul tipo "quando lo troverai capirai da
te stesso che è veramente oro" e non avrai bisogno di
chiedermi conferma. Infatti avvenne proprio così: quando lo trovai, fu
un attimo, un istante di quelli che non si scordano... e lui, il mio
maestro, era lì accanto a me a condividere la gioia. Ne accaddero tante
di cose (e di sassi) da allora, ma quello fu per me un momento magico ed
esclusivo.
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Non trovo qui altro modo per iniziare questa pagina che
vuole sostanzialmente essere un sincero ringraziamento appunto a Vittorio, grazie al quale
non solo imparai a cercare oro, ma ebbero poi anche a concatenarsi nella
mai vita un
susseguirsi di eventi collegati a questo hobby, che altrimenti non avrebbero
avuto né modo né motivo di esistere, sito compreso.
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Vittorio, di cui ho perso le tracce da molti anni, era
decisamente più anziano di me e se dovessi descriverlo in breve, cosa
non facile, lo definirei allora stravagante, riservato, benevolmente anche un po' strambo, ma
molto educato e quando veniva a trovarmi portava spesso grossi appariscenti giocattoli che
erano la gioia di mia figlia allora
piccolina, la quale se ne ricorda ancora adesso.
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Tra i diversi episodi della vita che condividemmo in quel
periodo di mio apprendistato, ricordo ad es. della prima volta che si andò insieme a cercare
funghi: lui camminava praticamente dietro di me e quando ad un certo
punto mi voltai mi accorsi che la sua borsa era piena di roba, mentre io
non avevo trovato quasi niente, al ché ovviamente guardai molto
incuriosito quel che aveva raccolto. Beh, io credevo di conoscere
abbastanza qualità di funghi, ma quando vidi il suo bottino riamasi a
dir poco perplesso: c'era quasi di tutto, di tutti i colori tra i quali
un fungo completamente blu che battezzai subito "fungo dei puffi". Scoprii poi che
nell'insieme erano funghi buoni (a parte qualche grado di
tossicità qua e là...) e che l'importante era non abusarne, come
d'altronde non bisognerebbe mai fare con qualsiasi fungo.
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Un giorno decise poi di darsi una "botta di
vita" ed allora me lo vidi sfrecciare sotto casa su una specie di
spider (di terza mano o giù di lì) col gomito fuori dal finestrino ed
i capelli pettinati all'indietro e (nuovo look) tinti sul tipo
rosso mattone. |
Ma tornando all'oro, c'era un'altra frase
"simbolica", oltre a quella già menzionata a inizio pagina, che Vittorio
amava ripetere, e questa sulle prime sembrava direttamente un paradosso,
un controsenso, ma anche con essa e a suo tempo tornarono i conti ed
ebbi così modo di capirne (e cercare di utilizzarne) il valore. In
pratica mi diceva che l'oro, per imparare a cercarlo bisogna
trovarlo, e con questo intendeva dire che solamente quando ne avremo
trovato potremo ragionare sui perché e sui dove (ad es. caratteristiche
del filone ecc.) e fare quindi progetti sul come trovarne ancora in
futuro. Il ragionamento non faceva una grinza: da cosa nasce cosa
(giusto per rimanere nei modi di dire) e la cosa più difficile
sostanzialmente consiste nel riuscire a "rompere il ghiaccio" ed arrivare al primo ritrovamento.
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A dirla tutta il mio "iniziatore"
m'insegnò contemporaneamente a riconoscere ed apprezzare anche i
minerali in generis: facemmo diverse gite in anditi magari non auriferi, ma che in cambio ci
permettevano di trascorrere belle giornate all'aperto trovando quasi
sempre qualche campione interessante da portarci poi a casa e,
soprattutto, il sottoscritto stava così imparando ad addentrarsi
nel vasto e gratificante mondo mineralogico. |
Poi, come spesso accade, s'interposero altri
avvenimenti che ci portarono gradualmente ad andare ognuno per la
propria strada, senza rancori, ma anche senza rimpianti; così è la
vita, però talvolta ripenso a quei bei momenti, tu Vittorio sempre
calmo e pacato (prima dei capelli tinti...), io invece carico di
entusiasmo, ed allora mi rendo conto che in un modo o nell'altro mi hai
fatto un gran regalo che ho dapprima coltivato e poi divulgato (spero
bene) con questo Sito fatto di pagine forse non più rivolte alla tua
generazione e nemmeno alla mia, ma piuttosto a persone ora più giovani
di noi e che ripeteranno probabilmente le stesse gesta. |
E' buffo, dopo tutto questo discorso e le varie
giornate trascorse insieme, rendersi adesso conto, Vittorio, che per
questa pagina alla fin fine non dispongo neanche di una tua foto: se per
caso ti capitasse di leggere queste righe e non ti dispiacesse una tua immagine al
proposito (conoscendo il carattere ... anche di spalle o da lontano se
preferisci) hai solo da mandarmela via e-mail ed io la inserirò con
grande piacere. |
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