LA SUA STRUTTURA.
La scaletta, chiamata anche canaletta o asse
e canalina a seconda "dei posti e dei tempi", tra gli attrezzi
per cercare oro sui fiumi ha un ruolo fondamentale: si tratta di una
tavola che è larga da trenta a cinquanta centimetri, lunga dal mezzo
metro (misura a mio avviso un po' troppo corta) sino al metro o poco più
e con relative sponde disposte sui lati lunghi, alte da cinque a dieci
centimetri. Essa presenta, nel senso della sua lunghezza, una breve
parte iniziale liscia, mentre nei rimanenti due terzi ci sono una decina
di solchi trasversali profondi un centimetro o due, larghi tre o quattro
centimetri e separati questi da spazi altrettanto larghi e a livello con
la parte piana iniziale dell'asse. Un particolare sui solchi: dei due
lati lunghi delle scanalature, l'ideale sarebbe che quello a monte fosse
rientrante, come da schizzo, di modo che
sussista una una piccola zona morta (acqua ferma) alle sue spalle. Si tratta questo di
un prezioso accorgimento scoperto già da molto tempo, cioè dai cercatori
d'oro delle trascorse generazioni. Alcune
assi, soprattutto le più datate, sono
costituite da un solo componente intagliato con cura, ma nella maggior
parte dei casi si tratta invece, oggigiorno, di ripiani lisci cui è stata sovrapposta
(ad es. incollata) dapprima una tavola più corta che corrisponderà
alla parte da mantenere liscia, e poi delle traversine, (della
stessa altezza del ripiano aggiunto), adeguatamente distanziate e
distribuite in tutta l'altra area della tavola ottenendo per conseguenza
le scanalature necessarie. Esistono inoltre dei profilati metallici già fatti (per altri
scopi) che, avendo la fortuna di trovarli, possono risolvere buona parte
di questo lavoro, anche se va detto che in quest'ultimo caso si perderebbe
quasi senz'altro "l'angolo rientrante" (vero miracolo di efficienza, ma
non indispensabile).
Una
caratteristica delle canalette usate una volta nel canavese è invece data
dalla cosiddetta spia, che consisteva in una piccolo solco centrale
(foto qui a lato) posto ancor prima degli scalini e che serviva, come è
facile immaginare, a verificare "in anteprima" la validità del materiale
che si stava lavando. |
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IL SUO POSIZIONAMENTO. Una volta che si è giunti sul posto di
ricerca, è bene pazientare un poco e dedicare il giusto tempo per
posizionare al meglio la canaletta: sarebbe sciocco infatti trascorrere la
giornata a buttarci dentro buon materiale aurifero che, anzichè
depositarsi nei suoi solchi, se ne uscisse allegramente dall'altra parte.
Quel che ci occorre è uno strato d'acqua non molto spesso, ragionevolmente potente e
soprattutto continuo, che scorra nell'asse; per ottenere questo occorre quasi sempre darsi da fare a monte della canaletta con ciottoli
vari per creare una sorta di piccola canalizzazione che porti l'acqua alla
scaletta in modo costante ed uniforme in tutta la sua larghezza. Ad
operazione effettuata, gettando una manciata di sabbia sulla sua apposita
parte piana, dovremo vederla (o meglio, non vederla proprio) scivolar via
senza lascia traccia o quasi negli scalini: l'oro è più pesante e quindi
si depositerà gradualmente nei primi due o tre di essi. Presto noteremo
che il fondo degli intagli accoglierà nera magnetite, pirite dall'aspetto
metallico e altri loro simili: si tratta del cosiddetto
concentrato, il quale, se l'attrezzo
sta lavorando bene, si mostrerà con netto
spessore nella parte a monte del gradino, spessore che andrà via via
degradando, fino a scomparire, avvicinandosi alla suo bordo inferiore. Nel
particolare qui a lato, visto dall'alto, la parte bianca costituisce gli
spazi in rilievo (listelli) posti tra le scanalature (marroni) in cui si
nota la magnetite distribuita correttamente perché essa è appunto
ammucchiata tutta nella parte a monte: s'intravede anche spuntare lo
strato delle scagliette d'oro depositate sul fondo, ben protette dalla
magnetite che le copre.
IL SUO
UTILIZZO.
Dopo aver scelto il punto di ricerca facendo alcuni
semplici assaggi con la batea ed aver quindi piazzato la canaletta
accertandosi con cura del corretto funzionamento dell'attrezzo,
occorrerà setacciare con una grata (6 - 8 millim.) il materiale da
trattare e in seguito si potrà
finalmente iniziare l'attività vera e propria versando e distribuendo a
palettate l'utile sulla parte parte piana iniziale dell'asse. A tal
proposito una volta si usava il ponte, che oggigiorno è in disuso ed era costituito da un ripiano rialzato, disposto
nella sua lunghezza sia poco prima sia sopra la parte iniziale della canaletta:
in tal modo si provvedeva dapprima ad ammucchiare un "tot"
di materiale sul ponte per poi farlo cadere, regolarmente con la
mano, nell'asse (foto a seguire con ponte in primo piano e
canaletta), procedendo ugualmente come si fa oggigiorno quando non ci si serve del
ponte
e si provvede invece a riversare direttamente il materiale a manciate
(o aiutandosi con un
palotto) nella parte superiore della canaletta. |
Di
tanto in tanto, ma non di frequente occorre dare una pulita agli
scalini perché saturi di materiale non solo "pesante", ma anche di
meno pesante o addirittura leggero che per diversi motivi si è
fermato ugualmente nei medesimi. Si tratta di un
intervento semplice e veloce, ma da effettuare con molta attenzione e precisione,
munendosi di un sottilissimo bastoncino che si manterrà in posizione più o
meno perpendicolare rispetto alla canaletta e si farà scorrere
delicatamente seguendo la larghezza della stessa. Tale operazione
interesserà dapprima le scanalature poste più a valle, quindi quelle a
monte, che sono le più importanti perché solitamente l'oro si deposita
quasi tutto nei primi due o tre intagli.
Evitare assolutamente di metterci
fisicamente le mani dentro per qualsiasi motivo (tipo voler
estrarre una scaglietta) perchè il mulinello che senz'altro ne deriverebbe
svuoterebbe in un istante tutta la zona interessata.
Apprezzare le 2 rispettive cascatelle d'uscita per il buon fluire della
corrente
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Da
un dialogo avuto con
Simone Renai:
DOMANDA DI S.R. "...
In ogni caso, rispetto alla canalina mi rimane sempre il dubbio se
la sto usando correttamente e nel caso mi rimane comunque la
preoccupazione di non sapere come migliorare la ricerca; non so se
qualcuno ha mai testato la funzionalità della cosa, cioè capita mai
a nessuno di ripassare (lavare nuovamente) il materiale per vedere
se c'erano state eventuali perdite d'oro? Nel caso non fosse così
giuro che ci provo io la prossima volta che tornerò a cercare oro.
Magari proprio una statistica, tipo doppio lavaggio in modo
da trovare eventuali pagliuzze o scagliette altrimenti "perdute"!
RISPOSTA DI Z.G. Il
dubbio sulla canalina. E’ cosa normalissima “ripassare” di tanto in
tanto, durante la giornata e soprattutto all’inizio, con la batea un
pochino del materiale che ne esce: questo serve appunto a capire se
è posizionata al meglio o comunque a farsi un idea di quel che si
sta perdendo e valutare se sia una quantità accettabile rispetto a
quel che si trova, o no; questo nel senso che se se ne ferma
parecchio e ne fuoriesce pochissimo … si può chiudere un occhio,
mentre in altri ambiti bisogna invece ripassare tutto, come ad es.
quando io una volta la usai in posto “complicato” (in miniera,
strettissima canaletta con pompa per l’acqua pescata da un pozzo) e
sapevo già da prima che con quel sistema ne avrei perso e avrei
quindi dovuto ripassare tutto almeno una volta. Sono scelte che si
fanno a seconda della situazione e dei propri obiettivi ma, come già
detto, anche quando la si usa in posti normalissimi è di regola
controllare di tanto in tanto, con un paio di “bateate”, cosa esce
dalla canaletta. |
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NOTA BENE. In pratica
questa è solo la pagina introduttiva sull'uso delle canalette, per
cui suggerisco senz'altro di guardare la sua continuazione negli
approfondimenti a destra e, soprattutto, i link che vi troverete a
fondo pag. |
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Approfondimenti
di questa pagina |
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