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Da un articolo (Gente Viaggi, 1985) di Luigi Bellavita con foto di Peter
Frey, sulla miniera dell’amazzonia brasiliana, qui adattato come da
esigenze del sito. |
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Il Garimpo della Serra Pelada.
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Pag. che ho preparato insieme a G.
Cazzulani. |
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(continua) |
Come
già anticipato nella pagina
precedente, il 20 di maggio
1980 si verifica nella Serra Pelada l'evento oramai inevitabile, cioè il
consueto arrivo del militare di turno: |
Un tecnico
della controguerriglia e dell’ordine, Sebastiao Rodrigues de Moura, dal
passato tenebroso, truce "cacciatore" di guerriglieri,
eufemisticamente definito "esperto in interrogatori", uno di
quelli ai quali - si diceva - nessuno poteva resistere e ... cantava. Come
l’uccellino curiò. E così si meritò il soprannome di Major
Curiò. Il militare mise a frutto l’esperienza organizzativa dell’esercito
e l’autorevolezza del ruolo: fu il toccasana per il garimpo. Impose
l'ordine, cacciò lenoni e prostitute e venditori di alcool, favorì l’insediamento
di supermarket, di mescite di analcolici, di negozi di alimentari e di
vestiti, nonché di un modesto palliativo ai problemi della carne, un
cinema a luci rosse. Da tutto, si sussurra, ricavò denaro, percentuali. I
garimpeiros si sentirono protetti, lo amarono, lo elessero al Parlamento. |
Intanto gli
scavi della Serra Pelada sprofondavano sempre più nel ventre della terra e il garimpo
si allargava. Tutto attorno vene d’oro superficiali venivano raschiate e
poi abbandonate. Esistono due modi di scavare, ti dicono qui. Uno è
quello di indebitarsi fino al collo con quelli venuti sul posto per
investire il loro denaro e che, se sei senza soldi, ti impongono contratti
capestro perché in cambio di qualche centinaia di migliaia di cruzeiros
pretendono altissime percentuali sull’oro estratto. Un altro é di
mettersi in società con altri solo un po' più miserabili. Parazinho, per
esempio, si é preso dieci braccianti in società: "vi do la metà
del ricavato, se non guadagno nulla non guadagnate nulla, a parte tre
pasti al giorno finché lavoriamo assieme". Hanno avuto fortuna: nel
barranco di Parazinho sono stati estratti 600
kg di oro in tre giorni e una pepita di 48 kg. Ora questo strano
personaggio, che é diventato ricchissimo e si é comperato ville,
piscine, una ventina di automobili, ha ricoperto di oro e di seta le sue
infinite amanti, si é mangiato tutto in breve tempo ed é tornato nel
garimpo. Ma ha buone speranze di risalire la china: la ricchezza del
barranco che ha comprato con gli ultimi soldi rimastigli é stimata poter
rendere, secondo i geologi, 4 tonnellate di oro in un anno. Qualcuno più
furbo di lui ha invece investito i miliardi in industrie, allevamento di
bovini: é Marlon Pidde, trent’anni, una
tonnellata e mezzo d’oro tutta per sé e per i suoi due figli
piccoli. Ora ha più di 20.000 capi di bestiame, quote in decine di
barrancos, é proprietario di una ditta che produce pompe e dà lavoro a
più di mille persone. |
Storie di
ricchezza strepitosa: 1200 chili d’oro
in tre giorni per Manuel Pereira da Cruz de Souza, in una faglia
chiamata Malvinas (si combatteva in quel momento la guerra delle Falkland)
che secondo i geologi contiene circa 30.000 chili d’oro. Ma più
aumentano le previsioni di ricchezza, più si avvicina la fine del garimpo.
La storia dell’avventura sta per terminare. Forse il tempo dei
garimpeiros é terminato: nessuno vuole ammetterlo a voce alta, ma tutto
il raschiabile é stato raschiato. Cosi com’é, il garimpo non può dare
di più, visto che la legge vuole sia la forza dell’uomo e non la
macchina a sfruttarlo. Di oro ce n’é ancora un’enormità, ma giù nel
profondo, nelle viscere della terra. E' venuto il momento delle compagnie
minerarie multinazionali. I garimpeiros sono all’erta. Se moltissimi
sono i chiamati e pochissimi i beneficiati dalla "lotteria",
molti cominciano ad essere anche i morti: le pareti degli scavi, sempre più scoscese, cadono spesso e travolgono i cercatori: a Serra Pelada c’e
un morto ogni tre giorni. |
Nella città
che é sorta attorno si respira aria di tensione, a volte di paura, si
parla ancora con gente che vaneggia di pepite gigantesche, di filoni
auriferi inestinguibili dalla luce abbagliante che corrono a pochi metri
sotto il manto della foresta, del complotto delle compagnie minerarie che
impedisce questo sfruttamento, di ville principesche, di donne, di potere,
di libertà, di tutto quello che l’oro può comprare. Il fatto vero è
che soprattutto l’inverno, quando le piogge riempiono il catino di Serra
Pelada, le compagnie minerarie fanno il conto di quanto minerale viene
sperperato nei rivoli di scolo dell’acqua piovana. E fanno pressione sul
governo perché i garimpeiros siano sfrattati: per estrarre l’oro
in profondità ci vogliono scavatori, macchine, nastri trasportatori,
pozzi, tutti mezzi e sistemi costosissimi. La Companhia Vale do Rio
Doce é li in agguato. Già sta sfruttando gli straordinari giacimenti
della Serra do Carajas scoperti nel 1966 (ferro, manganese, uranio,
bauxite, stagno e oro). Ha pazienza. Aspetta che il potere di faccendieri,
banchieri e politici legati al garimpo perda forza e speranza. E allora,
tra due o tre anni, quando scadrà la concessione dei garimpeiros... Si,
perché ai cercatori é stata concessa una proroga sino all’87: questo
è il risultato della dura rivolta armata dei garimpeiras del giugno dell’anno
scorso. |
Ma l’era
delle tecnologie più sofisticate e dei grandi capitali é anche qui alle
porte: satelliti artificiali che trasmettono preziose immagini da
centinaia di chilometri d’altezza, che scoprono fiumi sinora
sconosciuti, che distinguono lo spessore degli strati della roccia dal
colore della foresta, aerei radar per vedere anche sotto spessi strati di
umidità e di nuvole. E il sottosuolo del Brasile, protetto per milioni di
anni dalla giungla, é ancora intatto e ricchissimo. I garimpeiros tutto
questo sono venuti a saperlo e temono che ciò significhi la loro line.
Temono l’arrivo dei grandi complessi minerari che hanno i mezzi per
scavare, trasportare, lavare, filtrare la terra, e portano con sé
raffinate attrezzature per eseguire analisi di laboratorio e geologiche.
Per colmo di sfortuna, dai pozzi più profondi stanno uscendo le pepite più
grosse, e solo i garimpeiros più ricchi possono permetterselo. Non c’è
più la guerra tra cercatori o per accaparrarsi delle ricchezze così
duramente e velocemente estratte. C’e la guerra tra grandi interessi finanziari
e industriali. Ai garimpeiros non resterà che vagare per la giungla alla
ricerca di un’altra Serra Pelada. |
FINE
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Testi di Luigi Bellavita con foto di Peter Frey |
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