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Quello che
segue è un mio racconto che descrive un periodo molto bello (diciamo pure
il migliore) della mia attività di cercatore d'oro. N.B. Con alcune
lievissime modifiche al testo dettate più che altro da motivi tecnici,
ho
inviato questo articolo anche al Sito viveregreen.com su richiesta
del medesimo, dando così al suo gestore il permesso di utilizzarlo
nel proprio spazio web. |
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Fu
un'estate meravigliosa, anzi a dire il vero si trattò di due o tre estati
consecutive una più bella dell'altra perché avevo trovato in Ugo,
persona più che corretta e generosa, il compagno ideale per le ricerche.
Eravamo affiatatissimi, tant’è che dal giorno in cui ci conoscemmo
decise con mio grande piacere di venire a trascorre le vacanze estive al
mio paese di modo che avremmo potuto agire e cercare insieme l'oro nei
corsi d'acqua locali. A complemento necessario (ma tutt'altro che
scontato) di tutto questo vi fu il fatto che la buona sorte ci fece
individuare sin dai primi giorni un andito assai ricco del torrente
prescelto. |
Naturalmente
in questa attività ci si può divertire anche trovando poco o nulla, ma
quando convergono contemporaneamente i fattori di cui sopra tutto diventa
più facile, gioioso e gratificante sia moralmente che materialmente, e
quando sopraggiungevano momenti per così dire difficili o poco
promettenti per la ricerca, ci stimolavamo dandoci forza e incoraggiamento
reciproci. |
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Quante
volte abbiamo anche mangiato insieme (qui a sin. Ugo e a destra il
sottoscritto), condividendo un altro nostro grande "interesse",
... cene a base di birra, succulente fiorentine e per contorno...discorsi
sull'oro.
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Ogni
mattino ci recavamo sul posto armati non solo di armi e bagagli come si
suol dire, ma anche di una carica interiore che ci accompagnava per tutta
la giornata che avremmo trascorso coi "piedi a mollo", e questo
appunto perché avevamo ben capito di trovarci in un contesto molto
fortunato tutt'altro che frequente. A forza di scavare e spostare sassi il
"nostro buco" iniziale era nel frattempo diventato decisamente
ampio, profondo (con preoccupanti, pericolosi enormi massi oramai in
bilico sui suoi bordi) e anche se con un piccoli artifizi eravamo riusciti
ad isolarlo dalla poca acqua torrentizia presente, parte di essa
continuava inevitabilmente a filtrarvi tendendo a creare così una grossa
pozza, quindi avevamo rimediato immergendovi semplicemente un tubo di
gomma che col sistema dei vasi comunicanti (come quando s'imbottiglia il
vino) lavorava per noi mantenendocelo abbastanza sgombro ed agibile; di
tanto in tanto aiutavamo inoltre questo processo buttando fuori a
secchiate l'acqua in eccesso e questo non solo per poter continuare a
scavare, ma anche perché ritenevamo importantissimo che i fianchi del
buco rimanessero sempre puliti e ben visibili in considerazione del fatto
che già durante lo scavo si rivelavano di tanto in tanto gialle piacevoli
sorprese. Queste infatti le trovavamo non solo nella tradizionale
canaletta che avevamo piazzato per separare, usando la corrente dell'acqua
come si è soliti fare, le cose leggere (cioè la sabbia e lo sterile) da
quelle pesanti (ferro, oro, ecc.), ma nei momenti migliori anche
"semplicemente" a vista durante il prelievo del materiale e talvolta pure
sulla pala stessa ... belle, luccicanti perché ancora bagnate e la
migliore di queste capitò ad Ugo che la colse direttamente dal setaccio
perché troppo grossa per passare oltre la sua griglia. |
A
mezzogiorno ci sistemavamo su un grosso macigno piatto del torrente e
mangiavamo, bevevamo le birre tenute al fresco nell'acqua, discorrevamo
sull'andamento della giornata e di come avremmo agito nel pomeriggio;
ricordo (e non lo dimenticherò mai) che il nostro motto di quel periodo
era "Sole caldo sulle spalle abbronzate" e amavamo ripeterlo
sovente ad alta voce. |
Va
qui precisata una cosa e cioè che la quantità d'oro che si può trovare
nei torrenti italiani, anche se in singole sporadiche occasioni può
rendere molto, oggigiorno nell'insieme non può certo pagare quanto un
qualsiasi lavoro classico, e che quindi "gioie e dolori" di
quest'attività non sono quasi mai legate al valore economico di quel che
si sta cercando (anche se la speranza del famoso colpo grosso rimane
sempre), bensì alla soddisfazione di riuscire a trovare di persona, poco
o tanto che sia, quello che per antonomasia è il simbolo della ricchezza.
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Dunque
si tratta "solo" più
di passione, di hobby ecc. e questo comunque non è poco, perché a mio
avviso quella della quale stiamo parlando è un'attività molto bella, che
richiede capacità sia per quanto riguarda l'individuazione dei posti
validi sia nel sapersi destreggiare al meglio con i pochi attrezzi
necessari; consente inoltre di trascorrere giornate all'aperto (quando non
si va in miniera ovviamente) e a contatto con la natura, per non parlare
poi del fatto che le località presso le quali agire si possono scegliere
personalmente ed infine che il tutto può essere applicato sia
individualmente che in compagnia. |
Tornando
alle mie avventure, come già detto la vicenda si sviluppò per più
stagioni a seguire e quando infine decidemmo di smettere non fu tanto per
il diminuire di quel che trovavamo, visto che nel frattempo avevamo
necessariamente cambiato e sfruttato altri posti utili, ma piuttosto il
sopraggiungere di una certa carenza d'entusiasmo probabilmente data dal
fatto (ripensandoci oggi) che in fin dei conti ...
non si può trascorrere la vita facendo sempre e solo la stessa
cosa e nello stesso modo, quindi personalmente tornai a dedicarmi alle
miniere, mentre il mio amico tra altri vari interessi riprese
occasionalmente anche una sua vecchia passione, la ricerca col
metaldetector. |
A
cose concluse mi sembrava però che sostanzialmente, oltre ai pur
bellissimi ricordi, non mi rimanesse in mano niente perché quel che si
trova finisce poi sempre in qualche recondito cassetto fuori portata
(anche per via di possibili furti) ed allora decisi di far fondere una
parte di quell'oro da un artigiano orafo, il quale realizzò in tal modo
una collana per mia moglie, con tanto di ciondolo costituito da un
campione di quarzo con oro sulla sua estremità inferiore. |
Ne è passato di tempo da
quelle stagioni, molte altre cose sono poi successe da allora, come
altrettante erano già successe prima, ma mi rendo conto adesso che quello
fu senz'altro il periodo per me più sereno e gratificante riguardo le mie
ricerche aurifere: grazie Ugo per l'amicizia che mi hai regalato e per le
bellissime giornate trascorse insieme ... col sole caldo sulle spalle
abbronzate. |
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