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Storia
in breve della lavorazione dell'oro (e suo utilizzo ornamentale) nei
tempi. |
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Da "CONOSCERE
L'ORO copryright
1994 World Gold Council S.r.l. (Corso Garibaldi, 49 Milano). Testo qui
riassunto e adattato secondo le esigenze del Sito. Per una visione completa
dell'argomento si consiglia di riferirsi alla pubblicazione originale. |
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Per
quanto concerne l'arte orafa, cioè la lavorazione del nobile metallo, da
quel che storicamente ne sappiamo i primi gioielli furono realizzati
intorno al 2500. a.c. in Mesopotamia e bisognerà da allora attendere
altri duemila anni affinché un'altra civiltà (gli etruschi) dapprima
eguagli per poi superare sicuramente il contesto di cui sopra, e tutto questo
prima che inizi a fiorire lo sviluppo di quest'arte anche presso i Greci;
in sostanza, la "culla" nella quale questa attività nacque (e
per lungo tempo progredì senza rivali) fu il Medio
Oriente, a differenza dell'Europa che comincerà ad interessi della
materia solo un
paio di migliaia d'anni dopo. |
Ma
avvicinandoci un po' di più ai giorni nostri, la
rivoluzione francese di fine Settecento e quella industriale
dell'Ottocento portarono in Europa un benessere materiale tangibile e nuovi
ceti borghesi entrarono in scena: il gioiello d'oro venne allora
considerato un elemento
indispensabile per l'ornamento dei gruppi sociali emergenti e gli artigiani
orafi attrezzarono dunque i loro laboratori per una produzione più vasta
e adeguata, tant'è che orecchini e spille verranno d'ora in poi più
velocemente stampati con piccole prese a pedale. Il progresso dunque
s'impone e la prima
macchina per la fabbricazione della catena viene costruita in Francia nel
1782; nel 1822 è poi brevettata in Inghilterra la macchina per la produzione
della catena detta a "coda di volpe", e a cavallo dei due secoli
vengono
aperte le prime fabbriche orafe in Germania e in Italia; il nostro paese
d'ora in poi vanterà a tal proposito molti primati, perché risulterà in quel periodo al primo posto
sia per la quantità di produzione sia per l'esportazione di gioielli,
nonché per il numero delle aziende,
per la conservazione storica della tradizione orafa, la qualità, le
innovazioni tecnologiche e l'abilità del design. |
Gli
orafi artigiani di oggigiorno, oltre a saper (di norma) trattare
egregiamente il metallo, sono sono sovente specializzati a loro volta in
ulteriori tipologie di lavorazione dell'oro, quali ad es. la filigrana, la
cesellatura o la realizzazione di catene e catenine fatte manualmente
eccetera. Detti professionisti inoltre si curano di seguire con attenzione
e di mantenersi aggiornati sulle nuove tendenze estetiche al fine di
realizzare gioielli sempre adeguati agli stili di vita dei giorni nostri,
rinnovando dunque continuamente il design dei loro prodotti; a tal
proposito, prendendo a puro titolo di esempio il decennio 1983\1993, se
volessimo condensare in una panoramica sequenziale le "mode" che
caratterizzarono quel periodo, si iniziò in quel periodo col dare prevalenza
alle forme voluminose e tondeggianti per poi, anno dopo anno, trovare
subito a seguire la moda del cosiddetto fiocco d'oro, quindi il leggerissimo tulle,
poi morbidi nastrini e così via sino ad arrivare al 1989 che vide
un "ritorno al passato" con modelli che vengono appunto definiti
retrò, o al 1993 che
fu invece "concentrato" sui design riguardanti la natura. |
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Anelli e collane, oltre ad orecchini, bracciali, spille
e ninnoli vari, occupano questi da sempre per tradizione estetica un ruolo di
primissimo piano sulla richiesta di mercato: statisticamente l'anello è
anzi il gioiello più amato e comprato in assoluto, con le sue molteplici varianti di
lavorazione della superficie, forma e colore: il colore dipende
sostanzialmente dalla tipologia della lega utilizzata, cioè dalla
percentuale di altri metalli assemblati all'oro puro per ottenere il
prodotto finito. Nel loro insieme gli anelli si
presentano strutturalmente in tre forme basilari: ci sono quelli a fascia
(che può essere
aperta o chiusa), quelli a forma quadrata e quelli a
maglie agganciate. Una curiosità: studi colti e sicuramente
attendibili ci fanno sapere che l'usanza di portare la Fede al
quarto dito della mano sinistra deriva da una credenza degli antichi
romani perché questi pensavano che da quel punto del corpo passasse una vena in
collegamento diretto col cuore, e oggigiorno di questa credenza a noi è
rimasta ovviamente solo l'usanza. |
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Collane.
Per fare delle collane è necessario innanzi tutto realizzare un filo
d'oro e a tal proposito bisogna considerare che se le moderne e
sofisticate tecnologie di oggi ci consentono non solo di concretizzare
fili dallo spessore inferiore ai 0,10 mm. ( !!! ) , ma anche di poter in
seguito saldare le maglie elettricamente (o ancor più velocemente col
raggio laser), nei tempi remoti naturalmente tutto questo non era
possibile; agli albori di quest'arte il filo veniva fabbricato a
mano riducendo l'oro dapprima in sottilissime lamine da tagliare poi in
strettissime strisce che a loro volta venivano infine battute in tondo o
arrotolate su se stesse (a seconda del risultato desiderato). La La
collana più antica ad esser stata individuata, come già detto risale al
2500 a.C. e fu realizzata con la tecnica del nodo entro nodo, metodo
in uso ancora oggi, ma che ha preso il nome coda di volpe. Altre
importanti metodologie (e relative denominazioni) che nei tempi hanno caratterizzato la
fattura delle collane sono ad es. le forzatine,
le rolò, quelle definite a corda, o la medioevale catena
grumetta, mentre i modelli più richiesti oggidì sono la maglia
marina, la spiga, la bizantina, quelle a palline,
a coda di lupo e l'intrecciata.
I bracciali. Il bracciale può essere realizzato in
canna, metodo che dà per risultato una bella superficie liscia, ma può essere anche sagomato a tortiglione,
a fili intrecciati o a maglie. La
superficie del bracciale può inoltre essere setata, satinata,
oppure incisa. In alcune collezioni di
oreficeria popolare europea del secolo scorso al bracciale si vedono non
di rado appesi il
lucchetto, la chiave ed il cuore, che sono tutti simboli di appartenenza
affettiva; la moda del bracciale nobilitato da altri piccoli ciondoli è assai viva nella
nostra cultura, così come l'uso del semplice bracciale rigido sopraddetto,
in canna.
Per alcune note su queste tecniche di lavoraz. vedi a fondo pagina.
Orecchini. Per farsi un'idea dell'importanza che gli
orecchini hanno
sempre avuto in forma di "status symbol", ma anche e soprattutto
per il semplice appagamento estetico del genere femminile, basti pensare
ai dipinti raffiguranti le dame aristocratiche dei lustri scorsi o ai film
ambientati nelle precedenti epoche. Questi ninnoli che tanto bene si adattano
alle orecchie dando indiscusso risalto e fungenti praticamente da delicata
cornice al volto che li porta, a seconda della loro forma vengono definiti
(classificati) a cerchio, a bottone o a pendente, e
la classica loro chiusura a spillo, indispensabile per
"appenderli" ai lobi, per semplice che possa sembrare presenta
invece molte varianti, chiamate a gancio (predilette dagli etruschi),
oppure a monachella, con la farfalla, con le
clip o a pressione ecc.
Alcune note sui metodi di lavorazione. La
lavorazione a canna si può ottenere sia utilizzando strisce d'oro
chiuse su se stesse mediante trafilatura e poi saldate col laser, sia
applicando stampi rotondi e di differente diametro su di un iniziale disco
d'oro. La setatura
viene invece realizzata facendo scorrere un bulino millerighe
sulla superficie dell'oggetto; agendo con questo in una sola direzione si
ottiene appunto l'effetto setato, mentre producendosi in due
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direzioni
incrociate si ha infine per risultato il cosiddetto tessuto damascato. La
granulazione. Con questo termine s'intende un procedimento
esistente già dal VII sec. a.C. presso gli Etruschi e che si ottiene saldando sulla
superficie aurea interessata dei piccolissimi granellini (anch'essi d'oro
ovviamente) creando così disegni di grande effetto estetico: si tratta di
un'applicazione rivolta soprattutto a gioielli di particolare pregio. Va
qui aggiunta una nota a proposito degli Etruschi; questi appunto
conoscevano già tale pratica, e per quanto concerne la saldatura agivano
ovviamente con metodi propri e differenti dai nostri odierni, cosa
descritta nelle documentazioni storiche di Plinio il Naturalista.
La
filigrana è un sistema di lavorazione che risale al terzo millennio
avanti Cristo, quindi a dir poco antichissimo: per la procedura si
utilizza un filo d'oro, sia liscio, sia a cordoncino, avvolto su se
stesso in varie configurazioni. Il cordoncino, solitamente laminato,
prende in tal modo le sembianze di un filo granato (da cui il termine
filigrana). |
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