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MONETE
REALIZZATE IN VAL D'AOSTA |
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I
TRIBUTI DA VERSARE: All'epoca
dei Merovingi, VII secolo dopo Cristo, questi
inviavano nelle varie località del regno i propri monetari (accompagnati
da artigiani specializzati nella fusione dei metalli e nell'incisione dei
coni) incaricati di riscuotere le imposte. Detti monetari, una volta ricevuto
il metallo pregiato quale mezzo di pagamento delle tasse sopraddette, lo facevano fondere e
poi coniare
direttamente sul posto dagli artigiani di cui sopra , apponendo quindi già in loco,
sulle monete ottenute, sia il loro nome sia quello della località
contribuente, di modo che una volta ritornati in sede per versare nelle
casse dello Stato i vari introiti, le varie marcature apposte sulla valuta
... spiegassero già da sole provenienza motivazione del contesto.
Anche se in Val d'Aosta pare che non sia mai stata trovata traccia di
queste monete, in cambio si sa che in alcuni musei
d'oltre alpe esiste qualche esemplare che documenta appunto versamenti da
parte della regione nei confronti del regno allora in vigore.
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LA
ZECCA IN VAL D'AOSTA.
Per arrivare alla realizzazione di una vera e
propria Zecca locale in Valle d'Aosta bisognerà attendere fino
alla prima
metà del XIV secolo, quando ne verrà istituita una a Donnaz, che avrà
però vita breve perché sarà chiusa dopo solo un paio d'anni; pochi
decenni dopo ne verrà inaugurata un'altra ad Aosta ed anch'essa
incontrerà problematiche da superare, tant'è che dopo soli sei anni di
attività verrà chiusa per cattiva gestione e poi riaperta solo 150 anni
dopo per coniare, da lì in poi, monete per circa cinquant'anni,
cioè fino alla sua chiusura definitiva in qualità di Zecca. Riprenderà
poi vita" nel 1944, ma in altra veste: dapprima come "reparto
distaccato" della Zecca Italiana atto alla realizzazione di alcuni
tipi di monete (con minerale proveniente dalla miniera di Cogne), e poi solamente più
per la produzione dei tondelli di base. Infine, nel 1972, quest'ultima
tipologia di attività verrà trasferita a Verres sotto altra
società.
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LE
MONETE DI QUESTA PAGINA. Considerando che tra alti e bassi, in
Valle d'Aosta si produssero comunque nel tempo alcune decine di tipi di
monete, le immagini qui affiancate (che mostrano le reciproche facciate)
mostrano solo alcuni di questi esemplari.
...
e la loro descrizione in breve.
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1) Tremisse d'oro
merovingio: uno splendido esempio riguardante i pagamenti d'imposta menzionati ad inizio
pagina.
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2) Scudo d'oro della
croce, coniato ad Aosta ,nel secondo periodo di attività della Zecca.
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3)
Grosso (terzo
tipo), emesso ad Aosta durante il regno di Carlo II di Savoia: nella sua
immagine di sinistra si notano chiaramente, in alto, le iniziali del
maestro di zecca allora in opera (Nicolò Vialardi)
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Testone (quarto tipo), in argento come tutti i suoi omonimi,
battuto ad Aosta sotto il regno di Emanuele Filiberto di Savoia nel 1560.
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5)
Doppio scudo d'oro, detto anche Doppia d'oro, realizzato
dalla Zecca di Aosta nel 1587, periodo in cui regnava, da sette anni, Carlo Emanuele 1° di
Savoia; due anni anni dopo l'officina monetaria porrà fine per la seconda
volta alle proprie attività. Considerando che riaprirà solamente poco
prima della fine del millennio e che in ogni caso lo farà in veste di
filiale della Zecca Italiana (l'unica che sarà d'ora in avanti
riconosciuta nel nostro paese), si tratta praticamente di una delle ultime
monete "valdostane" coniate.
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